Nel 1967 il mandolinista Frank Ray crea una band di bluegrass che chiama Cedar Hill. In questi quarant’anni è rimasta poco più di una band regionale, ma è riuscita ad essere ancora attiva (il che non è poco) e fedele all’idea originale, proponendoci sempre il lato sincero, genuino e pulito di questo genere musicale.
Sempre legati alle loro Ozark Mountain, questo è il loro secondo dischetto, dopo l’ottimo Stories del 2004, per la piccola ma fertile etichetta Hay Holler. Oltre a Frank Ray l’attuale, ennesima formazione comprende la figlia di Frank, Lisa Ray al fiddle, Mel Besher alla chitarra, al quale è riservata la quasi totalità dei lead vocal, Kenny Cantrell al banjo, Irl Hees al basso e Kevin Strain a chitarra e banjo.
Il loro suono non si può definire importante (anche se poi occorre spiegare cosa si intende per importante: professionale, o forse solo energico e marcato, oppure profondo), ma è comunque fresco, denunciando spesse volte il buon solido ritmo tipico delle band ben più navigate.
La buona volontà è espressa dal folto numero di originali, ben tredici sulla ricca proposta di quindici tracce totali, e la maggior parte di questi portano la loro firma. Tutti pezzi carini e ben strutturati, con alcune belle soluzioni nelle armonizzazioni, con i tre strumentali che mettono in ampia evidenza il fiddle e non solo, e gli altri cantati con belle e versatili voci.
Merita evidenziare il secondo pezzo, Pearl, che a tratti mi ricorda (spero a torto) altre cose note, ma che piace molto forse per questo, e poi la veloce Piney Ridge, scritta trentasette anni fa da Frank Ray per la prima formazione della band, e che non dimostra i suoi anni. Splendido il finale, con il dolce e perentorio Hobo’s Wings dallo scarno ed a tratti inesistente accompagnamento: senz’altro il miglior pezzo di questo buon disco.
Hay Holler 1377 (Bluegrass Tradizionale, 2006)
Claudio Pella, fonte TLJ, 2008
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