Affetto da malformazioni agli arti superiori, a seguito di una forma di poliomelite che lo colpì verso i dieci anni e che ancora oggi lo affligge di dolori, questo sessantenne cantante-chitarrista originario di Helena, Arkansas, ci consegna con Fell Like Doin’ Something Wrong, ristampa del Fat Possum 1004, il miglior album di blues acustico arcaico dell’anno.
Può essere facile a volte essere indulgenti nei confronti delle infermità umane, e quindi esaltare più del dovuto ciò che il loro portatore esprime. Ebbene non è il caso di Davis che, affidandosi ad una voce dai toni emotivi ed altamente espressivi ed arrangiando i brani ad un forzato uso mancino e personalissimo del bottleneck che esegue impiegando il manico di un coltello, riesce a trarre sonorità drammatiche che ti obbligano all’ascolto.
Non troverete quindi in queste righe della compassione gratuita, ma solo il rispetto per un artista che fa il ‘suo’ blues. Infatti se appaiono splendidi i tre brani in cui è accompagnato da un trio, con una menzione per la terribile scansione ritmica e vocale di Murder My Baby di Doctor Clayton, terrificanti sono quelli in cui Davis è in completa solitudine.
E’ straordinario ad esempio come riesca a fare interamente sue composizioni come Boogie Chillen di Hooker o So Long di Fulson, o ad assomigliare in Baby I Love You So a Junior Kimbrough, sia nel canto che allo strumento, senza musicalmente conoscerlo affatto.
Ma ciò che conquista è il ‘suo’ blues, una musica fatta di frasi spezzate e note strappate come in Every Day Every Way, o nelle percussive e rabbiose esplosioni bottleneck di She’s Got The Devil In Her, Sit Down On My Knee e Got To Be Moving On. Il nuovo blues viene dal passato. Stravolgente.
P.S. – Antologie consigliate: Keep It To Yourself (Rooster 7605) e Living Country Blues Vol. 5 & 10 (L+R 42.035 e 040).
Demon Fiend CD 745 (Blues, 1993)
Marino Grandi, fonte Out Of Time n. 2, 1994
Ascolta l’album ora