Clarence Tom Ashley

Nacque a Bristol, uno dei più importanti centri in cui vennero effettuate le prime registrazioni ‘country’, sul confine tra Virginia e Tennessee nel 1895, figlio unico di una famiglia composta da soli adulti, quattro zii, nonni materni e genitori. Il padre, George McCurry – si scoprì parecchio dopo la nascita del piccolo – si era ‘scordato’ di divorziare dalla sua precedente compagna e quando la cosa venne a galla l’uomo dovette lasciare casa, diciamo con urgenza.
Questo il motivo per cui Tom durante la sua vita portò il cognome materno. La mamma, dal canto suo, presto si risposò e tutti si spostarono a Johnson County, Tennessee, dove acquistarono una nuova casa che, come la precedente, nella gran parte era ad uso di viaggiatori con necessità di pernottamento. Qui Tom visse per tutta la sua esistenza.
Johnson County al tempo era una zona particolarmente ricca di musicisti e a questi vanno aggiunti i familiari del bambino, ognuno dei quali suonava uno strumento, e i tanti clienti di passaggio, sempre più numerosi grazie alla ferrovia che da qualche anno portava nella contea nuova manodopera, arrivati con un violino o una chitarra tra i bagagli.
Tom si rivelò prestissimo attento allievo di ogni musicista paziente quanto bastasse per mostragli qualche accordo. Il resto lo imparò ascoltando le canzoni direttamente dai suoi familiari, una delle prime, appresa da mamma Rose Belle, fu Coo Coo Bird.

All’età di otto anni Tom riusciva già a farsi piacevolmente ascoltare suonando il banjo, mentre la sei corde cominciò a strimpellarla intorno ai dodici.
Nel 1911, a 16 anni, il giovanotto lasciò casa per seguire un medicine show, assunto come tuttofare ma col principale ruolo, quando si raggiungeva la meta prefissata, di musicista e comico. Questa professione, che fu la principale fonte di guadagno di Tom per ben trentatre anni, gli permise di viaggiare in lungo e in largo per la North Carolina, Tennesse, East e West Virginia e Kentucky principalmente, ma con ‘puntatine’ anche in Georgia, Alabama, Mississippi e Louisiana.
L’inverno lo passava a casa, mentre tutta la bella stagione veniva trascorsa in ‘tour’. L’altra occupazione di Tom, svolta in autunno, inverno e inizio primavera, era quella di contadino, coltivava tabacco, grano e granturco.
Durante queste stagioni, tra una semina ed un raccolto, si spingeva verso il più vicino centro abitato dove, suonando all’angolo di qualche strada, raccoglieva preziosi spiccioli utili a mantenere la famiglia, la sua famiglia, composta da moglie e due figli.
Di sovente, in tali occasioni, suonava con un violinista di nome Gilliam Banmon Grayson, un musicista che più tardi divenne famoso in coppia col chitarrista Henry Whitter grazie a numerose incisioni che influenzarono gli Stanley Brothers e Bill Monroe.
Il sodalizio si consolidò a tal punto che con Grayson Tom girò anche per altre contee, fermandosi a suonare in villaggi di minatori e partecipando a numerosi fiddle contest, raduni molto in voga durante gli anni Venti. Se gli impegni non permettevano ai due di partire assieme, Tom faceva coppia con Dock Walsh, Ray Dowell oppure Hobart Smith.

Verso la fine del decennio la radio aveva raggiunto una diffusione tale da far temere il peggio ai discografici, i quali cercarono di creare mercati ‘alternativi’. E’ così che le grandi etichette cominciarono ad inviare nel Sud veri e propri talent scout, accompagnati da uno, due tecnici del suono forniti di apparecchiatura per registrare.
Gli ‘studi’ erano spesso allestiti in camere d’albergo, il talent scout acquistava uno spazio pubblicitario sul giornale locale per invitare i musicisti a partecipare alle audizioni e per magia, il giorno prestabilito, all’esterno dell’albergo, si formava una coda di musicanti accorsi con i più disparati mezzi di trasporto.
Il più delle volte si trattava di registrazioni uniche, pagate pochi dollari, mentre in altre occasioni i musicisti con più talento tornavano a registrare nei giorni seguenti. In casi ancora più rari, direi eccezionali, erano invitati a raggiungere le grandi città del Nord, dove avevano sede gli studi delle importanti case discografiche.
Sfortunatamente Tom non riuscì ad accompagnare l’amico violinista quando Grayson decise di tentare la fortuna per un’audizione. Il duo che si presentò nel 1927 ai ‘Gennet Studios’ era formato da Gilliam Banmon Grayson e Henry Whitter, e lì iniziò la ‘fortuna’ dei due musicisti.
Il momento per Tom Ashley giunse nel 1928, ma solo come componente dei Carolina Tar Heels, dopo aver già registrato nello stesso anno, sempre per Gennet, come solista ma con scarsi risultati. I Tar Heels furono registrati da Ralph Peer, ritenuto oggi dai libri di storia della musica come uno dei più importanti talent scout americani, per ‘scoperte’ del calibro di Carter Family, Jimmie Rodgers e Stonemans.
Con i Tar Heels, ma anche con gli Hot Shots e gli Haywood County Ramblers, Tom ricoprì anche il ruolo di cantante solista. Le incisioni effettuate fino ad allora erano state realizzate per conto della Victor e della Columbia. Nel 1931 registrò per la American Record Corporation insieme, questa volta, ai Blue Ridge Entertainers, mentre le ultime di questo periodo furono effettuate per la ARC nel 1933 col duo Ashley & Foster.

A queste session Tom vi arrivò con un bagaglio di grande esperienza, avendo iniziato a campar di musica molto prima dell’avvento della radio e del disco. Era inevitabile che a quelle audizioni lo scegliessero, il suo stile sulla chitarra e sul banjo era raffinato e preciso, il repertorio infinito, le influenze molteplici grazie ai continui viaggi in tutto il Sud.
Aveva appreso stili e canzoni d’ogni tipo, da ogni buon musicista che lo aveva incrociato, fosse di origine inglese, irlandese o africana.
Ballate giunte da oltre oceano come Coo Coo Bird, House Carpenter e Rude And Rambling Man, o nate in terra americana come Naomi Wise, John Hardy e Frankie Silvers.
Il suo debito verso i neri afro-americani è evidente in brani come Dark Holler Blues, Little Sadie, Baby All Night Long, Sadie Ray, Drunk Man Blues, Penitentiary Blues, Haunted Road Blues, The Train’s Done Left Me.
Tom Ashley contribuì efficacemente alla popolarizzazione di canzoni oggi ritenute importante patrimonio folclorico americano, Corinna Corinna, Three Man A-Hunting, House Of The Rising Sun, sono solo alcune di queste.
House Of The Rising Sun, che Tom registrò nel 1933 ed eseguì con regolarità durante molte fermate del medicine show, piacque al giovane Roy Acuff che anni più tardi, indicando Ashley quale uno dei musicisti che più lo avevano impressionato, ne proponeva una versione discografica a nome suo.

Gli anni ’30, dopo la Grande Depressione, cambiarono drasticamente la società, e con essa il modo di ascoltare musica da parte del popolo americano. Scomparvero quasi completamente i musicisti di strada e radio e dischi presero il primo posto nella diffusione della musica.
Stava per concludersi il periodo d’oro per la musica tradizionale, l’unico in cui le grandi etichette discografiche scelsero come politica quella di concentrare le proprie produzioni su musicisti sconosciuti creando un vero e proprio nuovo filone musicale, oggi comunemente etichettato ‘country music’.
Anche i medicine show, spettacoli itineranti organizzati in funzione della vendita di strani infusi, spacciati per miracolose medicine in grado di curare ogni tipo di acciacco, scomparvero quando la U.S. Food And Drug Administration cominciò ad interessarsi seriamente al contenuto di quelle ‘magiche’ boccette.
Nel 1937 Tom decise di cambiar vita e acquistò un paio di camion che, insieme al figlio, metteva a disposizione per trasporti commerciali. Ma anche questa nuova professione non lo allontanò dalla sua grande passione. Nei primi anni ’40, infatti, il fratello maggiore di Bill Monroe, Charlie, aveva tra i membri della sua touring band Tom Ashley, e più tardi anche gli Stanley Brothers contarono sul suo contributo nella parte di comedian, arte appresa durante gli anni dei medicine show, per numerose apparizioni.
Soltanto nel 1947, all’età di 52 anni, Tom mise in piedi quella che a tutti gli effetti egli considerava la sua band, The Tennessee Merrymakers, formata da alcuni dei migliori musicisti della zona, Lloyd Dunn (mandolino), Carl Jones (banjo), Frank Grayson (fiddle) e David Green (chitarra).
Il gruppo fu attivo fino al 1953, e pur non avendo avuto modo di effettuare alcuna registrazione, ancora oggi è ricordato per le notevoli prestazioni non solo strumentali, ma soprattutto vocali.

Chiusa questa parentesi, Tom tornò per qualche tempo ad esibirsi con gli Stanley Brothers e nel 1955, con l’aiuto di due più giovani vicini di casa, Clint Howard (chitarra) e Fred Price (fiddle), iniziò a girare in trio.
Nel weekend di Pasqua del 1960 i tre, diretti alla Union Grove Fiddler’s Convention che si teneva annualmente nella contea di Iredell nella North Carolina, si fermarono a Deep Gap con la speranza di convincere l’allora sconosciuto Doc Watson ad unirsi alla banda. Doc declinò l’invito poichè in quel momento si trovava nel bel mezzo di alcuni lavori di ristrutturazione della casa.
Raggiunta la meta, il trio durante il weekend fece conoscenza di due giovani newyorkesi, Eugene Earle e Ralph Rinzler.
Non appena quest’ultimo venne a sapere della provenienza dei tre musicisti, chiese a Howard se conosceva un certo Clarence Ashley, “Fred e io conoscevamo Tom da sempre, ma col nome di Tom” riportò Howard “così risposi di no, e rivolgendomi a Tom gli chiesi se lui lo conosceva”. La riposta di Tom fu negativa, ma dopo un attimo d’esitazione esclamò “Diavolo, Clarence Ashley sono io!”. Clarence Earl McCurry era il nome di Tom Ashley all’anagrafe, ma Tom, avendolo sempre rifiutato, quello che dichiarò al momento delle registrazioni vent’anni prima era Clarence Ashley.
Curioso è che nemmeno i suoi vicini di casa erano a conoscenza di questo suo nome, in quanto il nonno materno sin dai primi anni di vita del nipotino cominciò a chiamarlo con quel nomignolo che lo accompagnò per tutta la vita, Tom.

Rinzler e Earle arrivarono alla musica di Ashley per mezzo delle registrazioni d’epoca, stampate nel 1951 su di una collana di sei LP da parte della Folkways Records, intitolata Anthology Of American Folk Music e curata da Harry Smith.
Ralph Rinzler, scomparso pochi anni fa, oggi è ricordato come uno dei più importanti produttori dediti alla (ri)valorizzazione di musicisti old-time del periodo antecedente la Seconda Guerra Mondiale, dimenticati dopo il periodo d’oro.
Trascorso poco tempo, Rinzler si organizzò per tornare nel Sud a realizzare un vero e proprio sogno, registrare uno dei grandi pionieri della musica tradizionale, ignorando però che lo stesso, insieme a Fred Price e Clint Howard, avrebbe portato con sé un signore cieco alla sua prima esperienza di registrazione, un magnifico musicista di nome Arthel ‘Doc’ Watson.
Quelle registrazioni sono ancora disponibili, la raccolta di 48 brani registrati durante il Labor Day del 1960, intitolata Doc Watson And Clarence Ashley, porta il numero di catalogo 40029/30 (2 CD) della Smithsonian-Folkways.
Ralph Rinzler divenne ottimo amico e manager del gruppo. Organizzò alla formazione tour in molti college del Nord, in California, in Gran Bretagna e li fece suonare addirittura alla Carnegie Hall di New York, dove il gruppo ebbe un impatto sul pubblico inimmaginabile oggi. Basti pensare che la canzone Amazing Grace, un inno del quale si perdono le tracce nel 1830, in una statistica del 1958 effettuata da un gruppo di studiosi, non veniva inserita nemmeno nei 100 brani più popolari degli USA, mentre oggi è giudicata in assoluto la canzone più conosciuta nel Nord America. E il merito va proprio a questo quartetto di musicisti che, insieme a Jean Ritchie, la ripropose al pubblico del Chicago Folk Festival nel 1962 e l’anno seguente al Newport Folk Festival.
Le successive versioni di Judy Collins e Joan Baez contribuirono a darle una fama tale da renderla così popolare.

Qualche tempo prima di morire, nel 1967, alla domanda circa la differenza di suonare all’angolo di una strada e alla Carnegie Hall, Tom rispose “Alla Carnegie Hall ti pagano prima di sedersi”. Ciò lascia intendere che nemmeno quel tempio della musica americana riuscì a condizionare il suo approccio sincero alla musica tradizionale che Tom aveva suonato per oltre sessant’anni.
Alcune delle più importanti registrazioni d’epoca di Tom Ashley (in totale, tra il 1928 e il 1933, effettuò 70 incisioni), venti canzoni di assoluta importanza storica, possono essere ascoltate dal disco Greenback Dollar – The Music Of Clarence ‘Tom’ Ashley – 1929/1933.
Il CD contiene un libretto ricco di note biografiche scritte da Joe Wilson, Direttore Esecutivo del Consiglio Nazionale per le Arti Tradizionali di Washington DC, note scritte con particolare partecipazione poiché lo stesso, oltre ad aver avuto l’onore di conoscere personalmente Tom Ashley, crebbe a Johnson County.

Maurizio Faulisi, fonte Country Store n. 59, 2001

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