I Connacht Ramblers sono una novità assoluta, provenienti da Sligo, nel cuore della Contea di Mayo e del Connemata, regione di rara bellezza e fascino. Il lavoro in questione non è il solito album di musica tradizionale: le composizioni infatti sono interamente farina del sacco della band, capitanata da una vecchia conoscenza, Steve Wickam, membro fondatore dei Waterboys. Accanto a lui, due sono gli altri componenti: Glen Garret al basso e Peter Brabazon alla chitarra ed alle parti vocali.
Ultimate le presentazioni, uno sguardo va rivolto all’esordio della band; il commento non può che essere benevolo: come non amare un trio di musicisti che al primo lavoro non si getta nello sterminato territorio del patrimonio tradizionale irlandese, così rassicurante e protettivo, e si cimenta, con amore autentico, nella rielaborazione di tale eredità musicale, spingendosi oltre e toccando i confini del folk americano? Si pensi alla splendida Woody Guthrie Rag o alla divertente One Step Ahead Of The Storm e la sensazione immediata sarà quella di aver attraversato l’Oceano, in un ideale collegamento tra due Paesi così uniti da vicende storiche comuni.
Il disco corre veloce, anche per la sua insolita breve durata e si caratterizza come un piccolo gioiello: una di quelle opere minori che fanno la felicità di appassionati e recensori. Qua e là riecheggiano gli echi di Fisherman’s Blues, echi depurati tuttavia di ogni tensione elettrica. Sono proprio i continui rimandi alle due differenti culture musicali e lo spirito aleggiante di Guthrie (ricordate l’accenno di This Land Is Your Land nel citato album dei Waterboys?) a rendere tangibile l’accostamento. Il riferimento va visto alla stregua di memoria storica e non toglie nulla alla brillantezza di un’opera prima da accogliere con piacere.
RR 01 (Folk, 1995)
Luca Marconi, fonte Out Of Time n. 8, 1995