Corey Harris – Downhome Sophisticate cover album

Corey Harris può davvero essere considerato uno dei più interessanti e brillanti bluesmen di oggi. Nei suoi album ha saputo sviscerare la tradizione senza mai fossilizzarsi in una leziosa riproposizione ortodossa e anche adesso, nel suo ultimo lavoro Downhome Sophisticate, dà prova di intelligenza e visione globale.
I brani del disco sono un viaggio alla riscoperta delle radici, un excursus attraverso quel Sud controverso che dal Mississippi porta direttamente a incrociare la New Orleans di Congo Square, il luogo in cui gli schiavi prima di essere venduti avevano l’ultima possibilità di ricordare con canti e balli la tradizione africana.
Ed è proprio l’Africa la scoperta che si fa in almeno quattro o cinque brani, mediata da ritmi hawaiani e caraibici in cui la concezione musicale del continente d’origine è davvero palpabile.

I primi pezzi di Downhome Sophisticate richiamano un blues elettrico dagli accenti soffusi, ma decisi in cui si nota una base ritmica compatta e determinata a farsi ascoltare.
Anche i due traditional Don’t Let The Devil Ride e Keep Your Lamp Trimmed And Burning vengono virati in chiave più moderna ed esaltati da una slide ‘interattiva’ che incanta. Con Capitaine, scritto in compartecipazione con Jamal Millner, mandolinista e chitarrista, il blues diventa poesia; la delicatezza dell’arpeggio è sopraffina e non è necessaria alcuna voce per esprimere ulteriori sensazioni.

Seguono un altro paio di pezzi, Fire, dagli accenti vagamente reggae, e la title track che si sviluppa ancora una volta sull’incedere veemente della slide, prima di approdare come si diceva alla riscoperta dei ritmi primigeni africani elaborati fuori dagli States.
È così per Sista Rose, Black Maria, Chinook e Money Eye in cui ritmi di calypso si intersecano a slide hawaiane in un tourbillon di colori dolci e rassicuranti. Lavoro superlativo.
Voto: 8
Perché
: Harris riesce ancora una volta a incantare senza ripetersi. Esplora con delicatezza ritmi africani elaborati al di fuori del Sud degli States senza rinunciare al blues.

Rounder 3194 (Blues, 2002)

Roberto Caselli, fonte JAM n. 84, 2002

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