Tra i gruppi ‘inossidabili’ di bluegrass un posto di assoluto rispetto meritano i Country Gazette, abbastanza popolari anche qui in Italia grazie alla distribuzione Ricordi dei loro primi due LP. Del nucleo storico rimangono oggi Roland White, figura mitica della musica bluegrass, e il non meno noto banjoista Alan Munde. A turno, con una certa frequenza sono ruotati chitarra e basso. Ma sono Roland e Alan i veri produttori di quel sound Country Gazette ormai inconfondibile per gli appassionati.
Dopo un periodo di silenzio i nostri eroi si ripresentano nientemeno che con un album ‘live’ di sicura efficacia e di grande interesse. Le registrazioni sono abbastanza datate, nella maggior parte, ma questo in alcuni casi è anche l’aspetto positivo del disco dato che vi è così la possibilità di godere, per esempio, delle performance del chitarrista Joe Carr, grande talento della sei corde flatpicking.
Addirittura vi sono tre tracce del 1977 registrate in Giappone dove ancora erano presenti Roger Bush al basso e Bill Bryson alla chitarra, per la precisione Stoney Creek, l’ispirato gospel Working On A Building e un medley di brani del primo LP Country Gazette.
Il repertorio proposto dalla Gazette, semplice e classico, prende spunto da numerosi brani già ‘cavalli di battaglia’ della grande esperienza di Roland con i Kentucky Colonels, o dalle classiche cover che avevano reso celebre la prima formazione dei C.G.
Del periodo con i Colonels piace soprattutto l’immancabile You Won’t Be Satisfied That Way dove il tenor vocal inconfondibile di Roland dà il tono a tutto il brano. Dei primi Gazette è da sottolineare la versione di Down, Down, Down eseguita in modo splendido dall’ultima formazione che vede a fianco di Alan e Roland, Gene Wooten (dobro e voce) e Bill Smith (voce e basso).
Il lato A è chiuso dalla classica Rawhide che Roland White esegue da circa 30 anni, pressoché allo stesso modo, con una costante imprecisione tecnica, se vogliamo, ma anche con una precisissima e valida identità.
Personalmente devo dire che mi piace moltissimo l’ultima line-up, che si può ascoltare ancora nel lato B in Panhandle Country (un classico strumentale) e nella bellissima Sunny Side Of The Mountain. Questo, secondo me, è l’aspetto più confortante di questo Live On The Road perché testimonia ancora una volta la immensa vitalità di un gruppo che tanto ha dato al bluegrass dentro e fuori i confini statunitensi. Ed è un nuovo omaggio alla professionalità e alla perizia di due grandi musicisti come Roland White e Alan Munde che, oltre ad aver aperto nuove prospettive per i rispettivi strumenti, continuano a produrre buona musica rischiando anche cose nuove e non cullandosi su allori che comunque hanno già riservato loro una fama inossidabile.
Nella speranza di poterli vedere dal vivo, magari in italia, Live On The Road è un magnifico palliativo. Il disco è stato segnalato, dall’infallibile ‘newsletter’ della County Sales tra i migliori cinque album di bluegrass dell’anno.
Credete che ci permetteremmo di contraddire un cosi autorevole giudizio?
Diw 101BG (Bluegrass Tradizionale, Bluegrass Moderno, 1986)
Ezio Guaitamacchi, fonte Hi, Folks! n. 24, 1987