Dudley Connell & Don Rigsby - Another Saturday Night cover album

Seconda uscita lo scorso anno per l’accoppiata Dudley Connell e Don Rigsby, dopo la buona prova del 1999 con il raffinato Meet Me By The Moonlight. Due voci splendide, e sottolineo splendide, che hanno contribuito alla fortuna dei rispettivi gruppi: il primo con i Seldom Scene ed il secondo con la Lonesome River Band, non dimenticando l’impegno comune con i Longview. Un’accoppiata sicuramente vincente.
L’impostazione è la stessa del disco precedente, con armonie ispirate ai brother duet degli anni ’40: troviamo tra gli altri un brano degli Everly Bros, il noto So Sad… (vedi Emmylou Harris e Laurie Lewis), ed uno dei Louvin Bros, resi con eleganza nello stile dell’epoca.
A questi si aggiungono (sempre nella stessa tecnica, Dudley chitarra, Don mandolino e due voci) intromissioni in periodi più recenti, vedi un bellissimo Hollis Brown di Bob Dylan oppure I’m Beside Myself di Carl Jackson, fatto anche da Ricky Skaggs.

Merita segnalare altri due pezzi: lo scintillante bluegrass Where Is My Sailor Boy, già sentito in duetto da Bill Monroe e Doc Watson e l’emozionale e stupendo The Ballad Of Ira Hayes, scritto dal cantautore native american Peter La Farge, con una parte abilmente recitata da Tom T. Hall.
In alcuni brani è ospite Randy Kohrs, che apprezzo e di cui ho sempre parlato molto bene. Ma qui i suoi interventi con lap steel e straight steel, Weisenborn, resophonic ed electric resophonic guitar mi paiono fuori luogo. Probabilmente l’intenzione era di ricreare le sonorità del primo honky-tonk, ma l’effetto finale a volte è addirittura di disturbo.
Nel complesso il dischetto mi sembra un po’ meno coinvolgente del precedente dal lato strumentale, ma in ogni modo piacevole. Il suono è pulito e dolce, l’interpretazione rilassata ma nello stesso tempo frizzante, le voci si armonizzano perfettamente ed il risultato finale è positivo. Peccato solo per gli interventi della steel…

Sugar Hill 3940 (Bluegrass Moderno, Bluegrass Tradizionale, Country Acustico, 2001)

Claudio Pella, fonte Country Store n. 64, 2002

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