Enrico Cipollini & The Skyhorses – Crossing cover album

Il ferrarese Enrico Cipollini è ‘solo’ al secondo disco ma vanta una lunga esperienza che l’ha portato a condividere il palco con molti musicisti della scena roots internazionale: americani come Hayward Williams, Mary Cutrufello e Jono Manson ed europei come lo svedese Buford Pope ed i connazionali Mandolin Brothers e Paolo Bonfanti. Prima di intraprendere il suo percorso solista Enrico è stato chitarrista ed autore per alcune band locali, facendosi le ossa e costruendosi un suo suono tra rock e tradizione country-folk. Dopo l’esordio di Stubborn Will del 2016, a distanza di quattro anni ha firmato Crossing, quello che possiamo considerare il suo album più maturo, intenso e artisticamente impeccabile con un suono e una produzione che non ha nulla da invidiare alle affermate realtà internazionali.

Nelle dodici tracce che formano Crossing, tutte firmate dallo stesso Cipollini sia per quanto riguarda i testi sia per le musiche, troviamo un artista completo che sa descrivere con dovizia di emozioni e particolari un mondo di sofferenza ed emarginazione, di sogni infranti e di promesse non mantenute ambientate negli States ma perfettamente sovrapponibili ad altre realtà come la nostra. Il suono è decisamente avvincente e perfettamente bilanciato, con una band, gli Skyhorses, che lo segue e supporta al meglio, con il violino di Fabio Cremonini che disegna efficacemente armonie che lasciano il segno e una sezione ritmica che quando è chiamata al lavoro si dimostra assolutamente preziosa, con i bravi Iarin Munari alla batteria e Roberto Catani al basso.

Efficace nelle narrazioni, incisivo nel portare a galla l’orgoglio ferito di chi ha perso il lavoro ma non la dignità come nella splendida Slipping Away che apre l’album con una suggestiva introduzione al dobro dello stesso Enrico Cipollini, commovente nel raccontare la sofferenza di una madre che vive con le figlie all’interno della sua auto nella pregevole Down The Line a cui è aggiunto il piano e l’affascinante voce di Annalisa Vassalli, Crossing alterna ballate a momenti più movimentati (una menzione particolare la meritano senz’altro History Repeating e Not Worth It, solide e potenti con l’apporto del sempre ottimo dobro del nostro), avvicinandosi alla tradizione con la piena consapevolezza di un songwriting personale. Migrant Bird è frizzante e dalle movenze quasi ‘grassy’, What’s Left To Do si presenta intima ed accorata con il cello di Andrea Franchi e le tenui percussioni di Fabrizio Luca, lo strumentale Inisheer è un quadretto dalle grandi doti descrittive, Why fa emergere le belle doti chitarristiche e inusitate doti polistrumentistiche di Enrico Cipollini che come con le seguenti All I Really Know e Out Of Here si accolla tutto l’onere lasciando indietro gli Skyhorses nel trittico finale. Un disco questo tanto avvolgente nelle melodie quanto pregiato nelle liriche che mostra appieno un talento non comune, assolutamente da conoscere.

Autoprodotto (Singer Songwriters, Country Acustico, Folk, 2020)

Remo Ricaldone, Fonte TLJ, 2024

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