Flaco Jimenez – Viva Seguin - Red Hot Texas-Mexican Dance Music cover album

La musica nortena – o tex-mex, o tejana, che dir si voglia – nasce nel sud del Texas grazie all’incontro di due culture d’immigrazione, quella specifica dei braccianti messicani venuti da oltre il confine, e quella degli immigrati europei, soprattutto tedeschi, stanziatisi in grosse comunità a partire dalla seconda metà dell’ottocento, ai quali è verosimile attribuire l’importazione sia di ritmi europei (polche e mazurche) che dell’organetto diatonico.
Il risultato è una miscela di sapore latino, fortemente caratterizzata in senso ritmico – l’accompagnamento standard, presente anche in questo disco, è attualmente di chitarra, contrabbasso ed eventualmente batteria – cui i Chicanos hanno felicemente sposato il caratteristico stile di armonia vocale delle rancheras messicane.
Snobbata dall’industria musicale messicana, che la considera un prodotto commerciale americano, soverchiata dal country and western e dal rock nelle stazioni radio texane, la musica nortena deve molto della sua attuale popolarità dentro e fuori gli States al talento di Leonardo ‘Flaco’ Jimenez, rampollo di un’illustre casata di virtuosi dell’accordion, assurto in questi anni agli onori della cronaca per essersi fatto vedere in giro con nomi del calibro di Doug Sham, Ry Cooder, Peter Rowan.

Viva Seguin, prodotto per il mercato inglese dalla neonata (ed intraprendente) Rouge Records è di fatto una ristampa di Miss Polkas Favoritas, una realizzazione della D.B.L. Records di San Antonio – la rititolazione è forse dovuta al fatto che Flaco aveva già inciso la title track attuale con Cooder – e raccoglie una selezione di dodici strumentali, parte tradizionali e parte originali, riconducibili più o meno alla polca propriamente detta.
Un disco che non offre dunque un saggio della varietà espressiva del repertorio norteno, come le note di copertina sottolineano del resto con estrema onestà, ma punta tutto sulle spettacolose doti di interprete del suo protagonista, che molto deve ad un background eclettico in cui hanno un certo peso sia il blues che il jazz.
Per chi suona o comunque apprezza le piccole fisarmoniche diatoniche. questo dovrebbe bastare ed avanzare. Mancherà forse, per chi ha familiarità con gli organettisti del centro e sud Italia, l’effetto novità che l’insistere su accordi (o note doppie) sulla tastiera del canto ha prodotto tra i musicisti inglesi, ma certe soluzioni ritmiche rimangono decisamente originali e quantomai trascinanti.

Sarebbe stata auspicabile una maggior varietà nell’ambito delle forme strumentali – qualche mazurka ed un paio di redovas, per intenderci – ma l’essenza delle famigerate rancheras, che a me fanno rimpiangere il Casadei meno ispirato, non mi sembra motivo di recriminazioni. Mettendola in altri termini Viva Seguin, nei limiti dichiarati in cui è stato concepito, è un disco di prima qualità, e potrebbe essere una buona occasione per un approccio non traumatico alla musica nortena (quella autentica, non quella rivisitata, sia pur con l’impronta del genio, dal buon Ry Cooder). Se poi nasce il giusto feeling, c’è sempre Arhoolie, con parecchio materiale che spazia maggiormente sul fenomeno, inclusi vari titoli di Flaco, del padre Santiago e del fratello Santiago Jnr.

Rogue FMSL 2003 (Conjunto, 1983)

Gianni Cunich, fonte Hi, Folks! n. 6, 1984

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