George Jones

Il 12 Settembre 1931, a Saratoga, Texas, in una piccola casa di tronchi, nasce George Jones, da George e Sara Jones. Saratoga è quasi una città fantasma, sita a poche miglia dal porto di Beaumont (quello del ‘rag’), in una vasta regione boschiva chiamata Big Thicket, una volta regno degli indiani Alabama-Coushatta, ormai relegati in una riserva poco lontana. Era stata una boom-town per via del petrolio ma cominciò a decadere negli anni ’50. Il padre di George, un alcolizzato, gli regalò la prima chitarra quando aveva otto anni. Si trattava di un modello Gene Autry, decorata con scene western, con cui George mosse i primi passi sulla tastiera, ascoltando il Grand Ole Opry al sabato sera, ed aiutato dalla sua maestra della scuola domenicale.

Nel 1941 i Jones traslocarono a Kountze (15 miglia a Nord Ovest di Saratoga) ed è qui che George inizia ad esibirsi il sabato sera ad incontri organizzati sempre dalla sua insegnante Sister Annie Stephens.Segue un nuovo spostamento a Beaumont, dove George ha l’opportunità di ascoltare una country band con forti influenze honkytonk e western swing, diversa dall’old time trasmesso dall’Opry in quel periodo: Al Dexter con Pistol Packin’ Mama (1944), Ernest Tubb con Nail In My Coffin (1946) e, primo fra tutti, Hank Williams.

“C’era qualcosa nelle sue canzoni, e nel modo in cui le cantava, che trasformava in un ‘dark poem’ tutto ciò che George non aveva ancora, e non avrebbe mai capito: la disperazione del padre data dall’alcool, le litanie dei Battisti ed i poteri del cuore che trascinava qualcuno verso il whiskey, qualcun altro verso la preghiera, qualcun altro ancora a cantare ed un altro infine verso tutte e tre. Hank Williams sembrava esprimere qualcosa dell’enorme confusione, disperazione e solitudine che George poteva sentire ma non afferrare” (Nick Tosches, da The Journal Of Country Music).

George conobbe Hank Williams alla fine degli anni ’40, suonando la chitarra elettrica col duo vocale Eddie & Pearl alla radio KRIC di Beaumont.

Nel 1950 Jones sposa Dorothy, la prima delle sue quattro mogli. Dal matrimonio, durato pochi mesi, nasce Susan. Successivamente cerca ‘rifugio’ nei Marines, dove rimane fino al 1953, un anno dopo la scomparsa di Hank Williams. L’anno seguente sposa Shirley e ricomincia a suonare nei clubs dell’East Texas, facendosi notare da Daily e Starnes, fondatori della Starday Records per la quale incide There Ain’t No Money In This Deal nel 1954 e Why Baby Why nel 1955. Quest’ultimo brano raggiunge la quarta posizione nelle classifiche nazionali aprendogli le porte del Louisian Hayride e del Grand Ole Opry.

Fu verso il 1956, come egli stesso ammette, che cominciò ad avere problemi con l’alcool. Il bere, seppur odiato per via del padre, portò Jones, già per natura autodistruttivo e taciturno, a cambiare d’umore all’improvviso, rendendolo violento e irascibile. E fu proprio un altro gran bevitore, l’honky tonker Lefty Frizzel (1928-1975), ad influenzarne maggiormente lo stile vocale, soprattutto nell’espressione dinamica e nel modo particolare di modulare ‘scivolando’ sulle note.

Nel 1957 la Starday si trasferisce a Nashville e un anno dopo Jones incide la celebre White Lightning (rifatta recentemenete assieme a Mark Knopfler), che lo porterà in vetta alle classifiche. Pappy Daily, cofondatore della Starday, è al tempo l’angelo custode di George. Huey Meaux ricorda: “Oh yes, Pappy era la carriera di George, era il papá di George, era qualunque cosa di George. E George gli procurava un sacco di dannati guai con il bere e con le risse. Era l’unico al mondo che George ascoltasse, l’unico capace di farlo tornare sul palco”.

Intanto gli hit si susseguono: The Window Up Above (1960), Tender Years (1961), The Race Is On (1965).

Putroppo in questo periodo si impone un tipo pernicioso di sound (denominato appunto ‘Nashville sound’) che tanti danni ha fatto al country e che a Jones non è mai piaciuto: i cori e le sezioni d’archi prendono piede e non se ne vanno fino alla fine degli anni ’70. Tuttavia il potere della sua voce è sempre riuscito a vanificare le insipide produzioni del cosiddetto ‘countrypolitan trend’, lontano anni luce dal genuino honky tonk.

Nel 1969 George sposa Tammy Wynette, una sua fan che già aveva due hits del calibro di Stand By Your Man e D.I.V.O.R.C.E.. Si forma così quella che per anni fu considerata ‘La coppia’ della country music. Ma anche questa volta i guai sono in agguato. Sempre più ‘hard drinking’, varie separazioni e riconciliazioni, il divorzio (1975), problemi legali e finanziari. E’ questo il periodo del ‘no-show Jones’.

Nella sua disperazione alcolica George non si presenta a ben 54 concerti. Nel tentativo di aiutarlo Bill Sherill della Epic fa uscire, a fatica, l’album My Very Special Guests. Waylon Jennings, Johnny Cash ed altri amici aderiscono al progetto mentre George riesce a malapena a terminare le sue parti.

Nel 1980 entra volontariamente in una clinica di Birmingham per disintossicarsi, vince un Grammy con He Stopped Loving Her Today ed inizia a risalire la china.

Nel 1983 sposa Nancy Sepulveda e lo stesso anno incide l’autoironica No-show Jones insieme a Merle Haggard. Dopo un nuovo ricovero esce dall’ospedale nel marzo del 1984.

Finalmente libero dall’alcool e dagli arrangiamene pacchiani, George Jones raccoglie oggi i frutti del suo straordinario talento. Amato dai fans vecchi e nuovi, onorato dai colleghi, ha ritrovato il gusto dello spettacolo (a volte di nuovo con Tammy), e non salta più una data.

In questo periodo in cui Nashville sta omogeneizzando la propria scuderia di mediocri ‘cappelli’, la figura di George Jones, le cui debolezze e contraddizioni sono state ingigantite ed alimentate dallo show business, si staglia in tutta la sua grandezza di leggenda vivente.

Fabio Ragghianti, fonte Country Store n. 33, 1996

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