La mia non sarà proprio una recensione perché le mie conoscenze in questo campo sono limitate, ma posso esprimere ugualmente qualcosa.
Un giorno d’istinto acquistai un CD di Johnny Cash. Mi colpì la sua foto. Lo ascoltai per giorni interi e capii che la sua voce mi scaldava il cuore. Mi piaceva. E seppi perché lo comprai. Non ho mai smesso di ascoltare le sue canzoni.
Da I Still Miss Someone a The Long Black Veil… da The Night Hank Williams Came To Town a (There’ll be) Peace In The Valley (For Me), tutte nell’album The Best Of Johnny Cash.
Come Tear Stained Letter e The Man Comes Around, proprio nell’album Man Comes Around.
Jackson (con June Carter Cash) nell’album The Essential Johnny Cash per i suoi 70 anni.
Poi I Won’t Back Down e Before My Time in American III: Solitary Man, dove la sua voce è ormai diventata più stanca., ma anche Ring of fire, Tennessee Flat Top Box, Cry! Cry! Cry! e Hey Porter.
Queste sono le canzoni che ascolto con più piacere, ma ce ne sono molte altre che Johnny ha interpretato con i suoi amici, specialmente quelle che si trovano nel secondo volume di una raccolta dove lui, Nelson, Jennings e Kristofferson intonano delle meravigliose ballate country, come The Twentieth Century Is Almost Over, American Remains, Anthem ‘84 e la meravigliosa Highwayman.
Penso che Johnny Cash sia riuscito a dare molto ai suoi fans proprio per la sua semplicità e per la sua grinta. Il timbro così caldo della sua voce non ha fatto emozionare così tanto solo me, ma tantissimi altri, che in tutti questi anni hanno desiderato seguirlo e applaudirlo. Lo sento ascoltando i suoi concerti dal vivo.
Mi dispiace di averlo scoperto da pochi anni, ma un vero fan non si valuta certo dal tempo… E ringrazio un amico che gentilmente mi ha procurato alcune raccolte di Johnny, da sola avrei faticato a trovarle. Ho sempre sperato di poterlo ascoltare dal vivo un giorno… e ora che non c’è più, mi rimangono i suoi CD e quelli che acquisterò.
Grazie Johnny.
Marina Maccari, fonte Country Store n. 69, 2003