È la presenza in questo disco dell’ottima chitarra di Bryan Sutton che ce li ha fatti cercare e scoprire. Lei, Carol Young, voce gentile ed accattivante oltre a suonare il basso, proviene dall’Australia, così come il mandolinista Kym Warner, mentre il fiddler Eamon McLoughlin è inglese: tutti con alle spalle riconoscimenti ed esperienze, mettono insieme il loro comune modo di intendere la musica e si fermano ad Austin, profondo Texas, per costruire una band che, con questo, ci ha regalato finora tre buoni dischetti.
Per loro potremmo parlare di new acoustic music, o meglio di folk in chiave moderna, con influssi tra old-time e bluegrass. Qualcuno li definisce emuli dei Nickel Creek, ma il paragone regge poco: la musica dei Greencards è più ampia, spaziosa, meno contorta, meno da meditazione. Forse simili ai primissimi Nickel Creek, anche se paiono un pochino più rustici: in ogni caso siamo in un campo dove tutte le targhe vengono e debbono essere rifiutate. Vale per loro una ottima intesa, una energia sonora mai sopra le righe ed una spontaneità che si ritrova anche nei numerosi pezzi che portano la loro firma.
Spiccano Waiting On The Night, pezzo seducente ed etereo come la voce della Young, poi Mucky The Duck, uno strumentale ricco di virtuosismi con Warner e McLoughlin che mettono in mostra le loro abilità, Lonesome Side Of Town sfacciatamente newgrass senza dimenticare, per spirito campanilismo, la sognante All The Way From Italy, nella quale Kym Warner racconta l’emigrazione della sua famiglia dall’Italia all’Australia.
Il disco è molto piacevole e tante sono le cose carine, ma va fatto un paragone con il precedente Weather And Water, al quale vanno le mie preferenze. Sì, disco dall’ascolto piacevole, che consegna fresche e gentili sensazioni, ed è questo che rimane come ricordo.
Dualtone 265 (New Acoustic Music, 2007)
Claudio Pella, fonte TLJ, 2008è
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