Greg Brown – Milk Of The Moon cover album

Per questo suo ventiduesimo lavoro Greg Brown si è preso un anno di vacanza dai palchi, forse a parziale recupero della intensa attività con la quale aveva inaugurato il 2000, ricco di due album usciti quasi in contemporanea.
La pausa, a giudicare dalle tracce di questo nuovo Milk Of The Moon, gli è servita anche per scaricare qualche demone che sembrava agitarsi nel precedente Over And Under, e per riportare il suo scarno e sulfureo folk blues dentro a una dimensione tutto sommato più ortodossa e downhome.
Un album di love songs, Milk Of The Moon si svolge lungo il filo sottile e romantico di ballate tenui come da qualche tempo Brown non cantava più: la soave Ashamed Of Our Love, la title-track, dove pure si affaccia una reticente chitarra elettrica, la classica Telling Stories, folk song che scivola guidata da un invisibile cruise control, la struggente ballata Never So Far, da qualche anno già nel repertorio live.

Sono queste le canzoni attorno alle quali gira l’intera raccolta, quelle che tengono unite pagine altrimenti scollate come il disturbato talkin’ blues di The Moon Is Nearly Full, o la solare e quasi soul Steady Roll, graziosamente appesa a una chitarra e a un organo che parlano l’accento di Memphis. E ancora, nel gioco dell’imprevedibilità, la partenza di Lull It By, per sola voce e banjo, doppiata dallo scorrevole blues di Little Excited.
Karen Savoca al back vocal e Pete Heitzman alle chitarre, sono i compagni di viaggio di Brown in questa occasione, compagni con i quali condivide anche i crediti di produzione. Accanto a loro va segnalato anche il prezioso lavoro, tra basso acustico ed elettrico, accordion e organo, della vecchia volpe T. Bone Wolk.
Voto: 7+
Perché: non è il disco migliore di Brown, ma comunque una bella prova di folk/blues d’autore.

Red House/IRD (Singer Songwriter, Blues, Folk, 2001)

Mauro Eufrosini, fonte JAM n. 82, 2002

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