Herschel Sizemore - Back In Business cover album

Rientro alla grande di Herschel Sizemore, come suggerisce il titolo dell’album, sulla scena bluegrass, dopo una dozzina di anni (almeno) sprecati a mantenere una famiglia (scherzo, non vi agitate subito!..). Da uno o due anni mandolinista dei Cardinals, Sizemore (nulla a che fare, credo, col Charlie omonimo) dimostra di non avere perso lo smalto che caratterizzava le registrazioni, purtroppo quasi totalmente fuori stampa, dei suoi anni giovani, e ci dona un CD decisamente tutto da gustare.
Non incide poco il fatto che ad aiutarlo ci siano altri due Cardinals nelle persone di David Parmley (ora peraltro ex-Bluegrass Cardinals) e Dale Perry, più i grandi Bobby Hicks e Craig Smith, ma già il solo mandolino di Sizemore costituirebbe di per sé sufficiente ragione di ascolto (e acquisto…).

Il nostro, se ancora non lo sapete, è uno dei diversi ‘miti underground’ del bluegrass, famosissimo e idolatrato dai migliori musicisti ma poco conosciuto dal grosso pubblico, mandolinisti come Ronnie McCoury o Adam Steffey si sono formati in gran parte sulle sue registrazioni, e ancora oggi usano suoi pezzi (come la vivace Rebecca che qui compare) per fare bella figura in concerto, ma per vili ragioni di sopravvivenza (vedi sopra) la fama vera, quella che altri suoi colleghi conoscono, ancora non ha toccato l’ottimo Herschel. Vedremo di dargli una mano a rimediare: Back In Business è ottimo, godibilissimo nonostante la dose elevata di strumentai! (sapete che ho le mie fisse…), suonato e cantato come i citati signori sanno fare al meglio di loro stessi.
L’atmosfera generale è molto vivace, al limite pure troppo orientata verso tempi velocini, ad essere fastidiosamente pignoli, e il suono (targato Tim Austin / Doobie Shea Studios) è grandioso.

Sempre nel quadro della pignoleria più sfrenata si potrebbe obiettare che i pezzi vocali sono tutti scontatissimi classici, ma a ben vedere è proprio su questo genere di pezzi che il tenor un po’ ‘antico’ di Sizemore rende al meglio. E a chi obiettasse (questa volta non io) che non si devono mettere due strumentali superclassici come Grey Eagle e Roanoke di fila posso solo rispondere: “Ciccio, prima ascoltali, e poi, se ti resta un po’ di fiato, ne riparliamo”.
Ma lo stile ornato, vigoroso, bouncy, pulito, gustoso e chissà cosa altro di Sizemore lascia poco fiato a chi ascolta, boys. E se non suonare per dodici anni (professionalmente, si intende) ti fa tornare back in business con questa forma smagliante, cosa aspetta certa gente a smettere? Tu invece, Herschel, continua cosi, che dischi come questo se ne fanno più pochi. [P.S.: non saprete mai a chi mi riferivo con la frase di prima, maligni!].

Your Love Is Like A Flower /Uncle Charlie /l’ve Lost You /Grey Eagle /Roanoke /Alone And Broken Hearted /Ain’t Nobody Gonna Miss Me /Tacoma /Daybreak In Dixie /Someday When You’re Lonely /Rebecca /Cincinnati Rag

Hay Holler Harvest CD-105 (Bluegrass Tradizionale, 1993)

Silvio Ferretti, fonte Country Store n. 21, 1993

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