Holmes Brothers – Soul Street cover album

Un trio con all’attivo tre album, il terzo Jubilation per la Real World di Peter Gabriel li ha fatti conoscere in tutto il mondo. Tre uomini capaci di creare un suono incredibile che incorpora gli elementi di tutta la musica americana: blues, soul, gospel, country, rock, R&B in un grande calderone sonoro.
Wendell, chitarre, piano e voce e Sherman, basso e voce, sono i fratelli Holmes, Popsy Dixon è la batteria e la terza voce, il falsetto, fedelmente con loro è Gib Wharton, l’altro chitarrista, che con pedal steel, dobro e lap steel, crea quel ‘retrogusto’ country che li rende unici nell’attuale panorama soul&blues.
Altra caratteristica è quella di proporre, come in Soul Street, a fianco di classici anche brani di propria composizione che non sfigurano per spessore e costruzione sonora. Da You’re Gonna Make Me Cry (Deadric Malone), una soul ballad a più voci con pedal steel, celestiale, si passa al blues ‘cattivo’ di Honest I Do (Jimmy Reed), che mi ricorda i Beatles quando reinterpretavano il blues, in questo caso gli Holmes Bros. riprendono i Beatles che rivedono la black music e la rivisitano a loro volta, chiaro no?

How Can I Love You ha la pedal steel introduttiva che ricorda gli Eagles di Desperado, poi si sviluppa in una bellissima gospel-country-ballad; a seguire Dashboard Bar, ottimo funky soul con una deliziosa slide che aggiunge blues flavor.
Fanny Mae, tra il r&r e il New Orleans sound di Fats Domino, ribadisce l’eclettismo di questo gruppo. I Found A Winner (Penn-Oldham) è un omaggio al grande southern soul già sfiorato nell’iniziale You’re Gonna Make Me Cry, superba interpretazione.
I Won’t Hurt You Anymore ribadisce il valore delle loro composizioni, mentre Down In Virginia di Jimmy Reed è un blues di quelli sporchi e rauchi, con grande lavoro delle chitarre. Ancora un cenno per There Goes My Everything, una grande country ballad, così coinvolgente e conclude alla grande il gospel Walk In The Light. Soul Street, un grande disco.

Rounder CD 2124 (Rhythm & Blues, 1993)

Bruno Conti, fonte Out Of Time n. 1, 1993

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