Vince Cassella & Swing Cappuccino

La vita è bella proprio perchè è sempre piena di sorprese e non si finisce mai di scoprire cose nuove. Per la redazione di Jamboree e sicuramente per molti dei nostri lettori il personaggio che stiamo per presentarvi è un’assoluta novità. Stiamo parlando di Vince Cassella e il suo gruppo di musicisti raccolti sotto la sigla Swing Cappuccino. I ragazzi hanno realizzato un CD con l’etichetta francese Big Beat e in anteprima presenteranno questo lavoro in occasione della prossima edizione di Vinilmania il 20-21 ottobre presso il Parco Esposizioni di Novegro con due set dal vivo sabato e domenica. E’ quindi con molto piacere che incontriamo Vince e i ragazzi per saperne di più sul loro percorso musicale e le scelte che li hanno portati a seguire il cammino del rock’n’roll.

Vince: Ciao Ragazzi, prima di tutto grazie e complimenti per la vostra rivista.

Jamboree: Ciao Vince, apriamo questo incontro con una tua breve biografia. Quando e dove sei nato? Come è iniziata la tua passione per la musica? Il rock and roll ed Elvis sono stati il tuo primo interesse?
Allora: sono nato in Sicilia a Patti, vicino Messina, il 2 novembre 19…. ah, ah! L’età mentale è rimasta come allora. Nel lontano 1977 (il 16 agosto per essere precisi) quando sono rimasto colpito dal virus ELVIS. Mi innamorai subito di quest’artista ed iniziai a strimpellare la vecchia chitarra di mio padre. Blue Suede Shoes fu il primo brano che imparai…
A quei tempi ascoltavo i dischi americani di mia mamma. 45 e 78 giri esclusivamente (perchè il 33 giri costava tanto, diceva la mamma). Bill Haley, Chuck Willis, Fats Domino, The Dominoes.. Il turnaround blues, lo swing e quegli stacchi mi colpirono. Non potevo stare fermo… Dovevo saltellare a tutti i costi. Il Rock’n’roll fu il mio primo ed unico interesse e ovviamente i suoi derivati. Il Gospel and Negro Spirituals, Blues and Rhythm and Blues. Doo Wop and Boogie.
Questa fu la parte americana. Quella italiana fu sottolineata da artisti come Bobby Solo, Little Tony e Adriano Celentano. Il mangia dischi si ricorda ancora Il Ribelle, Impazzivo Per Te, Rock Per Judy, Dolce Valeria. Mio padre (di origine campana) mi iniziò alla musica napoletana e specialmente quella di Renato Carosone e Marino Marini (in quei brani ritrovavo lo swing americano, la derisione e l’humour della vita, e mi piacque subito!

Quali sono state le tue prime esperienze in pubblico? Ricordi qualche episodio particolare?
La mia prima esperienza in pubblico fu in un pub di Ginevra (ho studiato e vissuto a Ginevra per tanti anni). C’era una band americana che suonava tutti gli standards fifties. Il pub era stracolmo. Un amico mio andò a trovare il leader della band durante la pausa e iniziò a parlare di me. Senza rendermi conto di quello che diceva il cantante nella seconda parte dello show, ad un tratto sento il mio nome nell’impianto. “….un giovane ragazzo che somiglia a Cliff Richard…“. Io ero furioso perchè volevo somigliare ad ELVIS. Salii sul palco, e cantai Baby Let’s Play House: Baby, baby, baby…b b b b bbaby, come back baby… Era bello, ero contento. Poi cantai Move It per rendere omaggio al cantante della band che suonava gli Shadows divinamente.

Nei primi anni ’90 hai incontrato Scotty Moore e DJ Fontana. Raccontaci di questa esperienza.
Nel 1993 ebbi la fortuna di essere scelto per un tour europeo con DJ Fontana e Scotty Moore. Fu, per i due miti, la seconda volta che venivano in Europa. 5 o 6 anni prima fu organizzato un tour in Inghilterra che non ebbe un esito felice (economicamente) e i nostri amati musicisti giurarono di non tornare più.
Fortunatamente, dopo avere ripristinato un clima di fiducia con il tour manager, DJ convinse Scotty per tentare una nuova avventura. Avrei tantissime cose da raccontare ai nostri lettori riguardo ELVIS, le registrazioni dell’epoca, Scotty, DJ… Ma voglio raccontare solo questa (lo spazio purtroppo è limitato). DJ Fontana, la cui mamma era siciliana, voleva andare in Italia. Il nostro tour comprendeva. Germania, Svizzera e Francia. L’unico posto vicino all’Italia era la serata a St. Raffael, vicino a Cannes.
Dunque dopo il sound check (verso mezzogiorno) avevamo tutto il pomeriggio libero fino alle nove di sera, ora alla quale iniziavo lo show. DJ convinse tutta la troupe ad andare a Ventimiglia, in Italia, … “Vince, I gotta go to Italy… per mangiare un piatto di spaghetti con potatoes”.. “What?” Ho detto io!… “Yes, you know … popatoes., pappettoes, Holy Cow, meat balls”… “Cosa dice DJ?… Pasta e patate?” “NO!…” “Pasta e piselli?” “NO!”
Dopo 5 minuti di scontri culinari, avevo finalmente capito che voleva la pasta e le polpette, come quelle che gli preparava la sua mamma. Che bei ricordi…

In una foto sei ritratto con Carl Perkins. Quando e in quale occasione lo hai incontrato?
Carl Perkins suonò nel 1995 in Svizzera. Mi ricordo che durante il sound check era molto ‘bored, upset’ perchè non riusciva ad ottenere il sound che voleva lui. Aveva chiesto un amplificatore valvolare e l’organizzatore gli aveva dato un ampli a transistor.
Fortunatamente io facevo la prima parte con Daddy’O. Allora con Pat (il chitarrista) siamo saliti sul palco senza chiedere niente a nessuno e mentre Carl stava suonando, facendo la smorfia, abbiamo staccato tutto e connesso la sua chitarra sul mio vecchio PEAWAY in tweed valvolare. L’illuminazione del volto di Carl ci fece capire che avevamo azzeccato la mossa. Ci fece vedere, con orgoglio, la sua chitarra costruita specialmente per lui da Leo Fender. Alla fine, dopo i vari ringraziamenti, venne sul palco con noi per il tempo di una foto. L’anno dopo andai a trovarlo a Jacksonville, Tennessee, a casa sua. Si ricordò dell’aneddoto e ci siamo fatti un paio di risate. UN GRANDE!

Nel 1999 hai anche avuto modo di suonare con Johnny Hallyday. Com’è avvenuto questo incontro?
Johnny Halliday era l’ospite d’onore di una festa di beneficenza per i bimbi turchi dopo il terremoto del 1999, organizzata dal Principe Emanuele Filiberto di Savoia. Sempre con Daddy’O siamo stati invitati a suonare un po’ di Rock’n’roll, per fare piacere a Johnny. Appena iniziai lo show (mi ricordo che iniziai con Milkcow Blues Boogie), lui si alzò, venne davanti a me e come Cesare fece il cenno col pollice all’insù. Io lo ringraziai e gli feci spazio davanti al microfono. La folla trascinata dal Grande Johnny si scatenò sui ritmi di Blue Suede Shoes, One Sided Love affair, Whole Lotta Shakin’ Going On, Let’s Have A Party, Heartbreak Hotel… e poi non ricordo più adesso, ma fu il delirio di questo show improvvisato per più di un ora.

Hallyday è un grande musicista molto considerato in Francia. Che impressioni ti ha dato sul piano umano?
Johnny è un tipo straordinario. Generoso, sensibile e straordinariamente professionale.

Ora parlaci dei tuoi contatti con Jacky Chalard della Big Beat e come è nato il progetto di questo CD.
Con Jacky è la storia di una vita. Io compravo i dischi Big Beat già nel 1982. Eddie Cochran, Gene Vincent … erano le uniche pubblicazioni che si trovavano. Le altre vennero piu tardi. Dunque Jacky fu la persona che ci fece conoscere certe registrazioni. Boys Meet Girls con interviste di Gene e Eddie, Catch On Eddie …ecc. Vedevo spesso Jacky nei meeting di collezionisti di vinile.
Nel 2006 ci siamo rivisti dopo anni. E mi ha chiesto cosa facevo. E in poche parole abbiamo organizzato questo progetto che ricopre un po’ tutto il percorso della mia vita e della sua, perché anche lui è italiano.
Ho registrato un CD con Daddy’O. Furono i nostri fans che ce lo chiesero e per fare loro questo piacere ci siamo messi in studio una domenica pomeriggio e in 2 ore abbiamo registrato 8 brani in MONO come si faceva all’epoca con un solo microfono RCA a nastro a 2 metri e mezzo d’altezza e noi suonavamo in diretta. Crazy Legs – Jumps, Giggles And Shouts – Brand New Cadillac – Right Behind You, Baby – ecc. Molto divertente! Con Jacky e Swing Cappuccino è più ufficiale come progetto. Mi sono messo in cerca dei musicisti subito dopo aver parlato con Jacky.

Presentaci i componenti del tuo gruppo.
Sandro Gosta (contrabbasso)
Lui è ‘zizì’ (Lo zio) come lo soprannomino affettuosamente. Un musicista di incredibile talento, un orecchio infallibile. Ha una cultura musicale impressionante. Iniziò con una cover-band degli Shadows e dei Ventures. I musicisti sanno com’è difficile la linea di basso in quei brani. Lui conosce tutto a memoria. Durante la registrazione del disco Jacky, che suona il basso, fece fare a Sandro delle linee di basso… Che Sandro eseguì sul contrabbasso. Un mostro.
Angelo Riccio (Sassofono)
E’ il Playboy. A un tocco molto vintage. E come ama tanto il Jazz, R’N’B, Funk, dà questa freschezza alla band. E molto scenico, devo stare sempre attento ai suoi trabocchetti perchè non sai cosa ti può succedere durante un esibizione. Ad esempio ti soffia un mi bemolle acutissimo nell’orecchio, o fa un streap tease improvvisato con Lucio…
Lucio Maioriello (Pianoforte)
Cosa dire di uno che ha studiato classico? Qui si parla di grande musica. Lui è capace di suonare Pianofortissimo di Carosone facendo delle variazioni con talento e sensibilità. Durante la registrazione del disco Pat e Jacky hanno commentato: “Questo `guagliò’ se non avesse avuto una preparazione classica non avrebbe potuto interpretare l’intro di Movimento Di Rock. Io condivido il loro parere.
Gaetano Muto (Batteria)
Il metronomo svizzero. Lui è preciso, sia come musicista che come essere umano. E’ una perla rara. Ci divertiamo sempre sulle sue spalle (larghe) perchè è troppo! HE’S THE MOST! Troppo buono, troppo educato (non si è mai troppo educati, ma lui si), troppo ‘sistemato’, troppo testardo (ah, ah)… Ci vogliamo bene e ci rispettiamo. Siamo una piccola famiglia.

Siamo rimasti molto colpiti dalla scelta delle canzoni che proponi nel CD e siamo rimasti positivamente impressionati dalla tue capacità vocali, sia nell’interpretazione dei brani di Elvis che in quelli del repertorio di Adriano Celentano. Parlaci di queste scelte.
La scelta dei brani è stata un po’ casuale perchè noi abbiamo una scaletta di 45-50 brani bellissimi. Ma volevamo fare un disco omaggio ai Grandi: fare un mix tra la musica italiana e americana.
Il mio idolo ELVIS e la canzone napoletana, dunque i famosi Surrender, It’s Now Or Never e un arrangiamento di Don Ciccio O’ Piscatore alla Sun Records Company. Anche perchè quest’anno si commemora il 30mo anniversario della scomparsa di Elvis.
Bill Haley e Celentano che rimangono in assoluto i sovrani dello Swing. I primi brani di Celentano sulla Jolly Records sono Dinamite. Mi fanno impazzire. E la voce di Adriano è quella del ROCK! Un Teddy Girl alla Little Tony And His Brothers. Un inno italo-americano alla Louis Prima: Buonasera Signorina. Un Travelin’ Man dedicato a tutti gli emigrati e viaggiatori lontani dalla loro casa. Insomma fare sentire un po di rock’n’roll alla gente che non lo conosce e ai nostalgici di quella bellissima epoca.

Da cosa nasce la denominazione di Swing Cappuccino?
Swing Cappuccino è un nome dato alla band per questo progetto che inizialmente è nato per l’estero. Fare conoscere dei brani rock’n’roll italiani (penso ai brani di Celentano in particolar modo) ad un pubblico straniero che non sa che l’Italia negli anni ’50 era all’avanguardia della musica rock. Addirittura Paul McCartney ascoltando Marino Marini (negli anni ’50) pensava ad una band spagnola…

Sono in programma, o hai gia realizzato tue composizioni?
Stiamo già lavorando sulla scaletta del nostro secondo album. Ho un paio di brani che scrissi
negli anni ’90 e registrai a Memphis alla Sun Records. Sono finiti in fondo a un cassetto.. Però sono interessanti… Poi i ragazzi sono portati anche per la composizione e abbiamo dato vita a una decina di brani Swing alla Buscaglione e Arbore, con quel mix che fa parte adesso del nostro stile swing, rock’n’roll, jump. Anyway, Si vedrà..!

Ti lascio un po’ di spazio per dire qualcosa ai nostri lettori.
Ok guys, grazie per lo spazio che mi avete lasciato. Grazie ai lettori per il loro sostegno.
Grazie a tutti and ‘keep on rock fellows’!

Maurizio Maiotti, Augusto Morini, fonte Jamboree n. 58, 2007

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