Albert Lee

Albert Lee è probabilmente uno dei pochi artisti ..inglesi apprezzato anche in America in campo country, anche se la sua carriera è molto di più. Fino al 1982 Albert ha suonato in sedici gruppi, da quello di Chris Farlowe and The Thunderbirds agli Everly Brothers, a Emmylou Harris attraverso Heads, Hands And Feet, Country Fever, The Crickets e Joe Cocker. Recentemente ha preso parte all’incisione dell’album Tear It Up (Heroic Rec. 0001) degli Hogan’s Heroes e da cinque anni è un componente dei Rhythm Kings di Bill Wyman.

Jean `Edgar’ Prato: Cosa pensi di Willie Nelson anche lui ormai sui settant’anni?
Albert Lee: L’ho visto molte volte. Quando suonavo con Emmylou Harris abbiamo aperto diversi concerti per lui. Dopo il nostro set ero solito sedermi e ascoltarlo.
Quando sua sorella Bobbie era in ritardo mi chiamava sul palco per fare un paio di pezzi al piano e poi aspettavo sul palco in disparte finchè non mi richiamava per suonare ancora con la mia chitarra. Mi sono divertito tanto durante questi spettacoli.

JEP: Con questo vuoi intendere che Willie ha sempre sotto controllo ciò che succede sul palco?
AL: Certo, attualmente sembra totalmente partito ma sa esattamente quello che fa. Ora non lo vedo da molto tempo ma sono sicuro che non ha cambiato nulla nel suo modo di fare.

JEP: Parlami del suo modo di suonare la chitarra.
AL: Ha un sound veramente unico e personale. Quest’uomo ha una grande personalità sia nel suono che nel canto.

JEP: Riesce a suonare altri tipi di chitarra?
AL: Quando l’ho conosciuto negli anni ’70 gli hanno offerto un’altra chitarra simile alla sua, l’ha provata ma dopo due spettacoli ha detto “no questa non fa per me!”. Dal momento che la sua era già in condizioni pietose non so immaginare come faccia ad usarla ancora oggi!

JEP: Grazie a The Hot Band sei diventato famoso come sessionman di studio a Nashville e dal momento che ancora fai questo mestiere perchè non hai inciso altro materiale di questo genere?
AL: Non volevo stabilirmi a Nashville. Ho vissuto a Los Angeles dai primi anni ‘70 mentre la maggior parte della country music si faceva a Nashville dove andavo qualche volta: in questo modo ho registrato con Travis Tritt il suo disco di platino. C’è stato anche un grammy con Foggy Mountain Breakdown per Earl Scruggs. Ho sentito di diversi amici che sono stati cambiati da Nashville. Oggi molti demo vengono registrati in casa e per questo motivo molti studi di registrazione professionali sono destinati a scomparire. Un vero peccato!

JEP: Hai molto lavoro a Los Angeles?
AL: Non proprio. Generalmente lavoro sui demo. Sono spesso in giro e la gente si dimentica di chiamarmi. Quando invece mi trattengo a casa per un mesetto allora il telefono riprende a squillare. Mi piace fare le session quando non sono in tour.

JEP: Non suoni più con gli Everly Brothers?
AL: Si dal momento che Don ha deciso nuovamente di ritirarsi dalla scena, ma non si può mai sapere. Magari potrebbe cambiare ancora idea. Phil ha fatto alcune incisioni col figlio Jason e vorrebbe continuare ma Don non è d’accordo. Comunque spero di fare ancora qualcosa insieme, quando lavoravo con loro erano grandi come negli anni d’oro. Non capisco perchè si sono fermati e perchè non sono più andati in UK negli ultimi 3-4 anni.

JEP: Sono migliorate le loro relazioni personali?
AL: Certo, la ragione per cui si sono fermati è che Don era stanco di girare. Ma sono sicuro che presto ne sentirà la mancanza…

JEP: Spesso hanno realizzato degli spettacoli scadenti con tempi troppo veloci.
AL: Si possiamo dire che le cose stavano così. E’ stato uno degli errori di Don, quando era stanco o non in vena faceva il possibile per finire lo show al più presto.

JEP: Sei stato con i Rhythm King sin dall’inizio?
AL: Certamente! Eravamo durante le feste natalizie quando suonavo con Gary Brooker (ex Procol Harum). Bill era con Terry Taylor e credo non mi avesse mai sentito prima ma apprezzò il mio modo di suonare. Stavano ancora preparando alcuni pezzi quando mi sono unito a loro e abbiamo preparato diversi altri brani insieme.
Quando uscì il loro disco Bill mi chiamò a Los Angeles e da due spettacoli siamo arrivati ad un tour completo e la cosa dura ormai da cinque anni.

JEP: Il tuo nuovo album Tear It Up richiama i Rhythm Kings
AL: Si, è vero rock’n’roll e ne sono molto soddisfatto anche perchè non ne eravamo molto convinti prima di inciderlo. L’abbiamo prodotto da soli con Tom Tyson e Mike Berry che ha uno studio di registrazione a Londra. Abbiamo anche il classico Jitterbug Boogie presente nel repertorio dei Rhythm Kings.

JEP: Hai fatto anche le cover di Last Date e On The Rebound di Floyd Cramer?
AL: Si dal momento che suono anch’io il piano.

JEP: Questo ci porta a voler sapere quali sono i tuoi eroi della chitarra.
AL: Sono tanti a partire da Cliff Gallup dei Blue Caps di Gene Vincent che io cerco di imitare. Poi Les Paul che suonava molto velocemente, Jimmy Bryant che mi fa impazzire: suonava molto veloce ma con molti accordi melodici, un mix di country e jazz. Poi mi interessa Jerry Reed col suo fingerpicking e penso che siano tutti parte di me oggi.

JEP: Ti ricordi quando hai scritto Country Boy?
AL: Perfettamente. L’ho scritta con Tony Colton e Ray Smith che volevano una mia canzone sul primo album dei Heads, Hands And Feet. Hanno mischiato tutto e Chas Hodges ha dovuto riarrangiare tutto cambiando alcune tonalità che hanno dato alla canzone un suono completamente diverso dall’originale.

JEP: Ora la tua carriera è basata principalmente sulla collaborazione con Hogan’s Heroes e The Rhythm Kings?
AL: E’ così. Ma sono anche molto coinvolto con ‘Music Man guitar and strings’ della Ernie Ball Company. E, dal momento che è il padrino del bluegrass banjo, sono molto orgoglioso di avere fatto alcune date con Earl Scruggs. Abbiamo partecipato al `Merlefest’ di Doc Watson dedicato al figlio Merle, è un festival molto importante che esiste da 15 anni. Ci sono cinque palchi e dozzine di gruppi molto bravi.

JEP: Parliamo un po’ di questa chitarra ‘Music Man’, la tua preferita?
AL: Si. E’ stata fatta per me cinque anni fa e vi hanno inciso sopra il mio nome. I pochi che la usano si rendono conto che è una chitarra molto particolare e io l’adoro. Sono molto contento di lavorare per una compagnia che ha inciso il mio nome su un tale gioiello!

JEP: Qual’è stata la tua migliore session di registrazione?
AL: Per il pubblico credo sia stata Luxery Liner e personalmente penso lo stesso per Sweet Little Lisa con Dave Edmunds. Mi sono divertito tantissimo con Tear It Up più di ogni altra registrazione fatta. Prima di registrarla l’ho eseguita in diversi spettacoli e ora mi trovo molto meglio nell’esecuzione.

JEP: Cos’hai fatto nel 2003?
AL: Alcuni spettacoli con Earl Scruggs dalla fine del 2002, la West Coast negli USA con i Rhythm Kings e l’Europa con The Hogan’s Heroes. Mi sono anche buttato in una nuova avventura blues per ‘PBS’: è una nuova formazione con Chris Farlowe e me stesso in Stormy Monday Blues!

JEP: Noto che abbandoni sempre un progetto senza alcun problema…
AL: Hai perfettamente capito! E nello stesso modo voglio poter tornare indietro quando voglio; non vorrei che le cose andassero diversamente…

Maurizio Maiotti, fonte Jamboree n. 43, 2004

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