Identificare J.D. Crowe con il suo straordinario tocco della mano destra è quasi scontato e comunque risaputo da tutti, ma la sua fama e la sua popolarità risiedono proprio in questa dote, apparentemente irrilevante, ma sostanziale ed importantissima per qualsiasi musicista.
Il magico tocco di Crowe, quasi irripetibile, dona infatti al suo banjo una corposità ed una fluidità tali, da renderlo riconoscibile tra mille senza possibilità di errore, ed è proprio per questo motivo che tutti i banjoisti bluegrass ne hanno fatto la loro bandiera.
Nato nel 1937 a Lexington, Kentucky, Crowe iniziò giovanissimo lo studio del banjo ed inevitabilmente subì l’influenza del grande Earl Scruggs, studiandone i famosi ‘rolls’ e cercando di imitarne il ‘tocco’, ma creando, con il passare degli anni, uno stile personale composto da fraseggi propri del blues e del rock ‘n roll ed inserendo massicci ‘back-up’, basati soprattutto sull’impatto ritmico e sul tempo (drive), cosa che diede particolare compattezza alla voce del suo strumento, sfruttandone a pieno le capacità ritmiche.
La sua carriera professionistica iniziò a metà anni cinquanta quando venne ingaggiato da Jimmy Martin nei Sunny Mountain Boys, con cui registrò svariati brani, considerati ormai degli ‘standard’ nel repertorio bluegrass. Con questa band J.D. Crowe si fece le ossa e consolidò il proprio bagaglio tecnico, dando un contributo determinante alla definizione dell’ormai famosissimo ‘sound alla Jimmy Martin’, eufemismo usato in genere per identificare un certo tipo di compattezza di suono, proprio soltanto dei gruppi bluegrass di maggior spicco, esattamente come i vecchi Sunny Mountain Boys, una delle maggiori espressioni di questo genere musicale.
La collaborazione con Jimmy Martin durò circa dieci anni ed in questo periodo videro la luce alcuni albums di incredibile bellezza, quali: Good ‘n’ Country, Widow Maker, Tennessee, Big ‘n’ Country Instrumentals e Country Music Time, tutti gioielli discografici entrati a far parte della storia del bluegrass.
Alla fine degli anni sessanta J.D. Crowe diede vita ad una nuova band: The Kentucky Mountain Boys, in cui militavano, oltre a lui, anche Doyle Lawson, Red Allen, Bobby Slone e più tardi Larry Rice.
Sono questi gli anni in cui J.D. confeziona degli ottimi lavori come: Bluegrass Holiday, Ramblin’ Boy (ristampato con il titolo di Black Jack) e Model Church, ma soprattutto consolida il proprio sound e si attesta ai vertici della popolarità in tutti gli States.
Ormai maturo e famoso, nel 1973 registra per l’etichetta Starday un nuovo disco, intitolato J.D. Crowe And The New South, che segna una svolta importante della sua lunga carriera artistica e lo vede meritatamente a capo di un suo gruppo, che comprenderà sempre la ‘crema’ dei musicisti bluegrass, a testimonianza e garanzia del valore della sua musica. Vi bastino i nomi di Larry e Tony Rice per il primo disco, seguito poi nel 1975 dagli stupendi albums New South Live e The New South, in cui troviamo oltre a Crowe (banjo), anche Ricky Skaggs (mandolino, violino e voce), Bobby Slone (contrabbasso), Jerry Douglas (dobro) e Tony Rice (chitarra e voce solista).
Il successo è ormai una routine per J.D. ed i suoi New South, tanto che al sopra citato New South Live, registrato in Giappone, ne segue subito uno l’anno successivo (1976), intitolato Holiday In Japan, con la medesima formazione e sempre dal vivo: anche questa volta il successo è meritatamente assicurato!
Nel 1977, però Tony Rice, Ricky Skaggs e Jerry Douglas lasciano i New South ed il gruppo viene ricostituito con gli altrettanto validi Glenn Lawson (chitarra e voce solista), Jimmy Gaudreau (mandolino e voce), Randy Best (basso elettrico), il ‘fido’ Bobby Slone (violino), Jim Murphy (dobro e steel-guitar), Jeff Tweel (piano), Charlie McCoy (harmonica), Jack Solomon (chitarra) e naturalmente J.D. Crowe (banjo e voce).
Il gioco è fatto, nuovo sound per i New South, molto vicino alla country music ed ecco subito un nuovo disco: You Can Share My Blanket, questa sarà la nuova tendenza musicale di Crowe, che però non disdegnerà, ogni tanto, di tornare al buon vecchio bluegrass tradizionale, come succederà subito dopo la pubblicazione di My Home Ain’t The Hall Of Fame, registrato insieme a Keith Whitley (chitarra e voce solista), Jimmy Gaudreau (mandolino e voce), Bobby Slone (violino), Steve Bryant (basso elettrico), Doug Jernigan (dobro e steel-guitar) e Jimmy Ashby (batteria), quando con una formazione ridotta di questo organico, e cioè Crowe, Gaudreau, Whitley e Bryant, tornerà in Giappone per un’ennesimo stupendo concerto, con annessa la registrazione del fiammante Live In Tokyo (1979). Superfluo ogni commento e bluegrass fans in visibilio, nonostante i continui cambiamenti di genere musicale del loro idolo preferito.
Nel 1980 e 1981 usciranno, rispettivamente, il 1º ed il 2º volume degli ormai celebratissimi Bluegrass Album, una sorta di super-gruppo che susciterà un successo spaventoso, sia di pubblico che di critica, tanto da essere considerato come uno dei fenomeni discografici più importanti degli anni ottanta.
Questa band è composta dai migliori musicisti del panorama musicale statunitense e ripropone vecchi successi del repertorio bluegrass, reinterpretati in chiave ‘moderna’.
Se il cast di questa band, J.D. Crowe (banjo e voce), Tony Rice (chitarra e voce solista), Doyle Lawson (mandolino e voce), Bobby Hicks (violino), Todd Phillips (contrabbasso) e poi anche Jerry Douglas (dobro), è quanto di meglio si possa desiderare, altrettanto è stato il successo riscosso ovunque.
Intanto J.D. torna sul mercato con dei nuovi New South e questa volta troviamo insieme a lui Paul Atkins (chitarra), Bobby Slone (violino), Wendy Miller (mandolino) e Randy Hayes (basso), con i quali incide (1982) Somewhere Between, un buon lavoro ma ben lungi dai precedenti, comunque sia la fortunata serie dei Bluegrass Album prosegue senza soste ed ecco il volume 3 (1983) ed il volume 4 (1985), con i risultati facilmente prevedibili: successo di critica e di vendite senza eguali.
Il resto è storia di oggi e Crowe, quasi cinquantenne ed affermato musicista continua la sua attività senza soste dividendo il suo tempo tra la produzione della sua immagine con i New South sempre più orientati verso il ‘country’ ed il lavoro di session-man di lusso. Good luck J.D.!
Discografia selezionata
con Jimmy Martin:
–Big ‘n’ Country Instrumentals – MCA 115/Decca DL 7-4891
con Kentucky Mt. Boys:
–Bluegrass Holiday, – Rebel 1598
–Ramblin’ Boy (rist. Black Jack) – Rebel SLP 1583
con New South:
–J.D. Crowe & The New South – Starday SLP 489
–You Can Share My Blanket – Rounder 0096
–Holiday in Japan – Towa TWA 106 S
–Live In Tokyo – Trio PA 6342
con Bluegrass Album:
–Bluegrass Album Volume 1 – Rounder 0140
–Bluegrass Album Volume 2 – Rounder 0164
–Bluegrass Album Volume 3 – Rounder 0180
–Bluegrass Album Volume 4 – Rounder 0210
Roldano Boeris, fonte Hi, Folks! n. 20, 1986