Nome non molto noto in Italia, Jean-Marie Redon è uno degli artefici della diffusione della musica bluegrass in Francia. Oltre ad aver fatto parte di diversi gruppi, quali i Long Distance, ed a essere un musicista attivo ormai da molti anni, è coautore di quel Bluegrass Banjo-Methode De Bill Keith Et Jean-Marie Redon sul quale una schiera di banjoisti melodici ha compiuto i primi passi.
In questo Banjo ’82 Jean-Marie spazia attraverso una serie di brani tutti strumentai, alcuni dei quali, secondo suo costume, di propria composizione. Attraverso un alternarsi di ‘Reno style’, passaggi melodici e cromatici ‘alla Trischka’, citazioni da Bill Keith, il nostro percorre una strada che stilisticamente lo accosta alla ‘nuova musica acustica americana’, a Grisman, al cosiddetto ‘newgrass’. E così potrete ascoltare soluzioni ritmiche insolite, uso di effetti elettronici su strumenti acustici (il phasing sul banjo), armonie elaborate.
Chi cercasse tracce del bluegrass classico si troverebbe a scavare sotto mucchi di ‘erba nuova’ prima di essere soddisfatto da Train 45 o Limehouse Blues, gli unici due brani non originali dell’album. Senza preoccuparci troppo di etichettare ulteriormente la musica di Redon, diciamo che il disco si presenta ben curato ed abbastanza vario, e vanta l’apporto di Jean-Luc Leroux (mandolino), Olivier Pont (violino), Thierry Massoubre, Patrick Lequidcoq e Larry Martin (chitarra), Patrick Segarel (contrabbasso).
Il disco si apre con una Bluegrass ’82 dai validi stacchi di banjo ‘alla Trischka’; sorprende con una imprevista citazione da Sailor’s Hornpipe/Devil’s Dream inserita nei soli di banjo di Perspective; si colora di mediterraneo in Flair Session Breakdown‘, dalla curiosa melodia ‘napoletana’.
Dopo una Magie Grise con libere improvvisazioni in una atmosfera eterea ed un riff ossessivo, da citare Phosphéne, che si apre con un solo banjo suonato alla maniera ‘classical’ e senza accompagnamento, ed Equipe De Papier, un brano dichiaratamente grismaniano nell’impostazione e nelle frasi ritmiche, con alcuni strumenti ‘effettati’.
I musicisti che hanno accompagnato Redon si dimostrano tutti abbastanza validi, avendo anche contribuito alla realizzazione dell’album con brani di propria composizione (Segarel, Leroux e Massoubre).
Un disco che, pur senza esaltarci (ma come è difficile di questi tempi!) ci può fare apprezzare uno dei più validi rappresentanti europei della musica bluegrass … scusate, newgrass … anzi … boh!
Album PLB 2-2852 (Bluegrass Tradizionale, Bluegrass Progressivo, 1982)
Mariano De Simone, fonte Hi, Folks! n. 6, 1984