Giovanissimo e non americano, una vera e propria sfida quella di Jedd Hughes al mainstream del country di Nashville, una sfida sicuramente risoltasi a favore del giovanissimo australiano che ha già vinto e convinto guadagnandosi il rispetto di gran parte degli addetti ai lavori.
Dopo una brevissima parentesi alla corte di Patty Loveless, ecco il suo primo album da solista, un disco convincente e che lascerà sicuramente il segno nella carriera di Jedd Hughes.
Che sia ormai considerato una stella lo dimostra la lista degli artisti che hanno voluto partecipare alla registrazione del suo album d’esordio: Harry Stinson, Terry McBride, Ron Block, Dan Tyminski, Alison Krauss e Patty Loveless.
Un album tra il country e il rock senza altre insulse pseudo contaminazioni, un disco dalle sonorità chiare e forti, grandi schitarrate ispirate ai vari Vince Gill, Ricky Skaggs e Albert Lee.
Bellissima la sua voce, soprattutto nei brani lenti come Time To Say Goodbye, Soldier For The Lonely e The Only Girl In Town, la più bella ballata del disco con la splendida voce di Alison a farci venire la pelle d’oca.
Il disco vuole essere un cocktail dei suoni tanto cari a suo padre, suoni che riempivano le orecchie del piccolo Jedd, con i suoni più moderni dei grandi della chitarra country degli anni ’80 e ’90 che hanno influenzato la sua formazione come chitarrista.
C’è molto honky tonk e anche un po’ di southern rock in brani come Snake In The Grass, High Lonesome, I Don’t Have A Clue e Damn! You Feel Good.
La gemma però di tutta la raccolta è la conclusive Luxury Liner, un suo omaggio al grande Albert Lee, protagonista della celeberrima versione di Emmylou Harris.
Non riesco a trovare grandi difetti a questo disco. Altamente consigliato.
MCA Nashville 190302 (New Country, 2004)
Roberto Campovecchi, fonte TLJ, 2005
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