Chi conosce il sorprendente senso della melodia di Russ Barenberg, le spaziali doti tecniche di Jerry Douglas e la perfezione e creatività di Edgar Meyer ha apprezzato quello che i tre hanno fatto nei più diversi settori della musica acustica, bluegrass, dawg, jazz new-acoustic e quant’altro, di discutibile qui può trovare soltanto le note di copertina di Barenberg.
Non fraintendete, sono ben scritte e di sicuro aiuto a quanti si accosteranno per la prima volta alla musica del trio, per gli altri, quelle note a tratti risulteranno inutili in quanto sanno già cosa può scaturire da un simile accostamento. Una musica che si pone tra bluegrass, new-acoustic, new-age, jazz e rock. Dobro, chitarra e contrabbasso, nient’altro, grazie al cielo. E il suono è pieno, la ritmica perfetta, il timbro degli strumenti quasi innaturale, la musica solare nata da stati d’animo, emotiva, e su tutto una registrazione esemplare. Una musica che lascia viaggiare l’ascoltatore dove meglio crede, fino ai confini della sua immaginazione.
Alcuni brani nascono da una base, o ispirazione, traditional, come nel caso del primo Big Bug Shuttle, una semplice melodia che Barenberg, in parte, fonde con una fiddle tune originaria del New Hampshire. Altri brani sono stati originariamente scritti separatamente dai singoli musicisti ma poi accostati perché aventi simili caratteristiche, come The Hymn Of Ordinary Motion. E’ musica che dà forti sensazioni, vi può far volare tra vallate e montagne, può darvi pace, ansia, gioire, rattristarvi, rasserenarvi. E’ difficile spiegare questo disco, perché ciò che si prova ascoltandolo è più che mai soggettivo. Lasciatevi coinvolgere e sicuramente ne trarrete grande piacere, almeno quanto, ne sono certo, ne hanno provato i tre che l’hanno creato.
Sugar Hill SH 3817 (New Acoustic Music, 1993)
Maurizio Faulisi, fonte Out Of Time n. 2, 1994