Jerry Jeff Walker - Gypsy Songman - A Life In Song cover album

E’ difficile per me scrivere di Jerry Jeff Walker senza rischiare di sconfinare pesantemente nell’esaltazione del personaggio, poiché lo ammiro moltissimo. Di lui apprezzo particolarmente il positivismo che trasuda dalla voce, una tonalità calda ed amichevole che è sempre stata la sua caratteristica principale, un messaggio che mi/ti arriva direttamente al cuore e sembra dirti: “Non preoccuparti in questo modo. Vedrai che si può trovare un modo per risolvere il tuo problema…”.
Il suono della sua voce può risultare davvero terapeutico, ma stiamo sconfinando nel personale, quindi rientro velocemente nei panni del recensore critico. L’album in questione dovrebbe essere il numero venticinque, senza calcolare le antologie (senza inediti).
L’uscita del CD in questione coincide con la pubblicazione della sua autobiografia intitolata come il dischetto, in quanto le parole Gypsy Songman “…sono quelle che speravo potessero descrivere la mia vita per il titolo di un libro. Probabilmente descriverebbero anche la mia vita di musicista. Le canzoni di questa raccolta sono state registrate quest’anno nel periodo del compleanno di Susan (la moglie, nda) che ha anche coinciso con il momento in cui mio figlio Django è andato al college a Liverpool, iniziando così il suo viaggio nella vita…”.

Brani nuovi e perle del passato, rivisitati in chiave attuale, che seppure fornisce una veste strumentale piacevolmente diversa dagli originali a noi cari, nulla toglie – addirittura qualche volta riesce a migliorare il risultato finale – al significato che brani epocali quali Mr. Bojangles rivestono. Il brano in questione, dall’omonimo album di esordio classe 1968, esce rivitalizzato da questa operazione, con un gioco di chitarra acustica, voce e batteria davvero azzeccato.
Il title-track, originariamente compreso nella doppia omonima raccolta semi-antologica della tedesca Line (1987), rappresenta in maniera estremamente concisa il tratto essenziale del personaggio Jerry Jeff. Morning Song To Sally, tratta dal passato remoto della Vanguard fine anni ’60 (Driftin’ Way Of Life) riappare come per miracolo dopo il passaggio sull’album Reunion del 1981 e di lei tutto si può dire, eccetto che risulti datata all’ascolto di fine millennio.
E la passerella prosegue, con rari cali di tono (I Makes Money (Money Don’t Makes Me)), subito compensati di brillanti quadretti up-tempo, quali Viva Luckenbach, tratta dal recente passato in veste di omonimo CD del 1994. L’affettuoso omaggio alla moglie Susan è racchiuso nel tenero testo di I Promise To Love You, composta appositamente dal nostro come regalo di compleanno, ‘privilegiando’ un dono che non può essere acquistato per denaro o per altri merci preziose/incartato nella promessa di amarti per il resto della vita.
Non da meno risulta comunque il ripescaggio di Woman In Texas, sempre dedicata alla moglie e che Jerry Jeff aveva originariamente compreso nel suo primo album in CD, quel Live At Gruene Hall datato 1989, dove era da notare anche l’apparizione fugace di Willie Nelson in duetto nell’irripetibile Man With The Big Hat, ma questa è un’altra storia.

Quasi per dimostrare la sua figura di convinto ‘family-man’, ecco She Knows Her Daddy Sings un’altra canzone (già apparsa sul già citato Reunion) e dedicata alla famiglia, nella persona della secondogenita Jessi, con un affetto così delicato da fare intenerire anche il cuore più arido.
Forse per non fare torto al figlio maggiore Django, ecco un paio di songs dedicate a lui, Little Man e May Music Be Your Wings, entrambe profondamente intrise di quell’orgoglio preoccupato di un padre che si rivolge al figlio che sta per intraprendere la sua stessa carriera artistica, essendo il primo ben consapevole di quanto aleatoria possa essere una simile scelta.
Quasi quasi varrebbe la pena di fare un pensierino circa uno studio dei testi tradotti di Jerry Jeff; chissà per il futuro… My Old Man e Little Bird provengono ancora dalla fine degli anni ’60 e da quell’incredibile esordio intitolato Mr. Bojangles: ballate acustiche e molto dolci e tenere, allora come ora.
Stoney è un altro quadretto originariamente datato 1970 (dall’album Bein’ Free) che ritrae un personaggio caratteristico: il classico vecchietto che passa da un bar all’altro scroccando da bere agli avventori in cambio di una storia della sua vita avventurosa.
Molto suggestivo l’uso dell’organo in sottofondo e la voce che duetta con una grande acustica solista.

L’ultimo dei cinque inediti della raccolta è dedicato alla vecchia e fida chitarra. That Old Beat-Up Guitar è l’omaggio che Jerry Jeff paga alla fida compagna di tanti anni ‘on the road’.
Immagini e flashes sparsi nell’arco di più di tre decadi, durante i quali la chitarra ed il suo proprietario erano rimasti separati, fino a quando Jerry Jeff la ritrova casualmente in un bar del New Mexico e i due si riuniscono.
Destino che, a conti fatti, accomuna Walker al compianto John Denver, testimone di un analogo episodio narrato nella sua This Old Guitar.
David And Me è dedicata all’amico David Bromberg, fido compagno dei difficili esordi in quel di New York City, quando uscì Five Years Gone datato 1969.
Railroad Lady è l’unica testimonianza di collaborazione a livello compositivo fra Jerry Jeff Walker e Jimmy Buffett (ed una bottiglia di (Wild Turkey) durante l’ultima corsa della Pan American sulla tratta New Orleans-Nashville). Entrambi l’hanno incisa e fra le covers va citata quella di Willie Nelson.
Questo prezioso CD si chiude con una versione quasi ‘dixieland’ di quella Driftin’ Way Of Life tratta dall’omonimo LP del 1969, l’unico inciso per l’etichetta Vanguard, che aveva dato fiducia al combo psichedelico-folk-rock dei Circus Maximus, compagine nella quale aveva militato anche un imberbe Jerry Jeff Walker nel lontano 1967, ma questa è davvero un’altra storia…

Tried & True Music CD-2007 (Traditional Country, Outlaw, Singer Songwriter, 1999)

Dino Della Casa, fonte Country Store n. 56, 2001

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