Jimmy Martin picture

Hancock, nelle Cumberland Mountain dell’East Tennessee, e cresce attratto dal bluegrass, la nuova musica suonata da Bill Monroe. Ha le prime esperienze musicali esibendosi in una delle solite radio locali fino a quando, a ventidue anni, lascia il suo lavoro di imbianchino per tentare la carriera musicale a Nashville. Lì riesce ad ottenere un’audizione da Bill Monroe e questi, impressionato dalle sue capacità vocali, lo inserisce nei suoi Blue Grass Boys.

Per quattro anni suona ed incide con loro quarantasei brani per la casa discografica Decca (tra cui Uncle Pen), nei quali la sua alta voce tenore è il perfetto complemento di quella lead di Monroe. Nel frattempo, tra il 1951 ed il 1952, collabora brevemente con Bobby Osborne incidendo per la King Records e con i Shenandoah Valley Trio, un altro gruppo creato sempre dallo stesso Monroe.

Nel 1954, abbandonati i Blue Grass Boys, forma un sodalizio con gli Osborne Brothers che dura circa un anno. Dopo che i due fratelli lasciano per continuare la loro carriera da soli, Jimmy chiama il suo gruppo Sunny Mountain Boys e negli anni seguenti raggiunge il successo incidendo pezzi che scalano le classifiche e diventano classici della sua discografia: Hit Parade Of Love, Ocean Of Diamond, Rock Hearts e Sophronie.

La sua voce ricalca il più puro stile high lonesome bluegrass, altissima, cristallina ma mai irritante o fastidiosa, una voce che gli ha meritato il soprannome di King Of Bluegrass che lo accompagnerà per tutta la vita, una voce capace di toni appassionati e dello jodel più vibrante. La sua chitarra ritmica è impetuosa e con lui suonano ottimi musicisti come un giovane ma già perfetto ed ineccepibile J.D. Crowe al banjo e Paul Williams al mandolino, a proporre una tra le migliori, spumeggianti e incandescenti performance dell’ormai affermato bluegrass sound.

Nel corso degli anni si alternano nei Sunny Mountain Boys altri personaggi che diverranno poi famosi quali i banjoisti Bill Emerson e Alan Munde, i mandolinisti Herschel Sizemore e Doyle Lawson, il fiddler Clarence ‘Tater’ Tate, a mantenere un livello qualitativo molto alto ed a diventare uno tra i più importanti gruppi di bluegrass. Molto significative sono anche in questo periodo le sue apparizioni ad uno degli show radiofonici più importanti del momento, Hayride, trasmesso dalla Louisiana.

Negli anni ’60 i successi, anche di classifica, continuano: di questo decennio sono Widow Maker, Tennessee e la riproposta di vecchi pezzi quali Sunny Side Of The Mountain e Free Born Man. Nel 1973 è da ricordare la sua apparizione in Will The Circle Be Unbroken della Nitty Gritty che lo fa conoscere ad un pubblico diverso e più ampio. L’anno seguente lascia la Decca/MCA che era stata la sua casa discografica per quasi vent’anni e continua ad esibirsi nei festival ed alla Grand Ole Opry incidendo sei album per la Gusto.

Una diecina di anni più tardi fonda una propria etichetta, che chiama ovviamente King Of Bluegrass, con la quale ristampa i suoi classici album usciti a suo tempo per la Decca. Fin quasi ai giorni nostri Jimmy Martin continua ad esibirsi seppure saltuariamente nei festival bluegrass, entrando nel 1995 nella Hall Of Honor della International Bluegrass Music Association.

Recentemente è stato realizzato un film documentario intitolato The King Of Bluegrass dedicato alla sua vita, la cui colonna sonora è divenuta il disco Don’t Cry To Me. Tra le varie tracce che coprono tutta la sua carriera, alcune mai pubblicate, troviamo un pezzo degli inizi con Bill Monroe, altre tratte da concerti degli ultimi anni ’50 fino ad arrivare a registrazioni recentissime nelle quali la sua voce, pur se matura, è ancora piena e inconfondibile ed il suo talento immutato.

10.8.1927

Bluegrass Tradizionale

Claudio Pella, fonte TLJ, 2003

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