“Uscito originariamente nel 1972, Morning Bugle mette in luce il virtuoso di banjo (e arguto songwriter) John Hartford in ottima forma. Con lui abbiamo il fenomenale chitarrista Norman Blake e il bassista Dave Holland per un set di pezzi spontaneo, energico e altamente godibile”.
Così le note di copertina, a cui sarei tentato di non aggiungere altro. Ritengo però doverosi due consigli: se conoscete solo il John Hartford recente, diciamo da Aeroplain in poi, restate ben fermi su questa conoscenza e se amate il John Hartford contemporaneo quanto lo amo io continuate a ricordarlo com’è e non com’era….
Nel ’72 Hartford era, se mi si consente, molto ma molto noioso, musicalmente anche un po’ limitatino, logorroico, forse presuntuoso, o magari solo troppo fumato per avere un saldo contatto con la realtà. Certo era già dotato della sua tipica incredibile voce ma, attenzione, assolutamente non era in grado di usarla come fa ora per tenerci imbambolati ad ascoltarlo.
Le sue canzoni erano inutilmente, sterilmente e dolorosamente prolisse, belle solo se ravvivate dai New Grass Revival, e l’aiuto dato dagli strumenti (buoni, senza discussione) poco serviva a ravvivare l’atmosfera. Sto esponendo mie opinioni, naturalmente, e va da se che qualcuno deve averla pensata diversamente se ha dato ad Hartford modo e maniera di diventare l’Hartford di oggi. Ma pur con questa taratura di fondo il mio parere resta invariato: Morning Bugle, signori, mi annoia.
Sarò poco tecnico, ma tento di essere chiaro: lasciatevi tentare dalla reissue, e 9 su 10 ve ne pentirete. E poi non dite che non vi avevo avvertito…
Rounder CD 0356 (Country Acustico, Old Time Music, 1995)
Silvio Ferretti, fonte Out Of Time n. 12, 1995
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