Johnny Cash

“Una delle più grandi voci della musica americana, fu una leggenda che rimase sempre un uomo comune’’ (da Rolling Stone, 16 ottobre 2003, forse la migliore sintetica definizione del personaggio).

(12 settembre 2003, il giorno in cui se ne è andato Johnny Cash.
Per una graziosa cameriera di un bar della periferia di Milwaukee,
per un giovane operaio di una catena di montaggio di Detroit,
per un robusto camionista che ogni settimana va da Philadelphia a Denver e ritorno,
per una vecchia signora dei monti Appalachi che ogni domenica mattina intona i cori gospel in chiesa,
per un piccolo ladro d’auto che deve scontare qualche anno dietro le mura della prigione di Folsom,
per un cowboy dell’Oklahoma,
per un aspirante cantante che sogna la gloria laggiù a Nashville,
per un impiegato in pensione di Stoccolma,
per una tranquilla casalinga di Southampton,
per uno con gli occhi a mandorla, o della terra dei canguri,
per un magazziniere di mezza età di Torino,
oggi è un giorno triste, è il giorno in cui se n’è andato Johnny Cash.
Attilio Arena)

Durante la prima metà degli anni ‘60 i miei interessi musicali ruotavano attorno al R’n’R dei vari Elvis, Jerry Lee Lewis, Little Richard e Gene Vincent, ma il fatto che due di loro avessero registrato per la Sun Records, cosi come anche Roy Orbison, in auge in quel periodo, mi faceva suscitare curiosità anche verso qualunque altro artista dell’etichetta di Memphis.
I rapporti col Fan Club internazionale di Jerry Lee Lewis mi avevano portato a contatto con fan di diversi paesi e nel maggio 1965 effettuai il mio primo viaggio in Inghilterra, andando anche a Worthing, sulla Manica, dove abitava il rappresentante inglese del club. E fu lì, su suo consiglio, che comprai il mio primo LP di Cash, usato ma quasi nuovo, Ring Of Fire su etichetta CBS. Un album per me alquanto ‘disorientante’ già dalla copertina di per sè particolare, con una foto di Cash, ‘duro e muscoloso’, offuscata da una serie di cerchi concentrici rossi che creano un atmosfera ipnotica e ‘misteriosa’. Il primo lato del disco inizia col brano che gli dà il titolo (n.1 country nell’estate 1963), scritto dalla poi moglie June Carter e da Merle Kilgore, altro artista country, nel quale irrompe l’inconsueto suono della caratteristica tromba ‘mariachi’ messicana.

Seguono alcune sue tipiche composizioni d’amore e di vita vissuta, I’d Still Be There (scritta con Johnny Horton), What Do I Care, I Still Miss Someone, Forty Shades Of Green e termina col brano sacro Where You There (When They Crucified My Lord). Nel secondo lato le prime quattro canzoni sono tutte a contenuto ‘western storico’, The Rebel Johnny Yuma (sigla originale della serie di telefilm The Rebel), Bonanza (cover della sigla del mitico serial TV), The Big Battle e Remember The Alamo, argomenti che hanno sempre appassionato Cash.
L’ultimo è ancora un bellissimo inno sacro, (There’ll Be) Peace In The Valley (For Me), che già conoscevo nella versione di Elvis, ma fu il quinto brano ad essere il più intrigante del disco. Scritto da Cash, Tennessee Flat-Top Box è la storia di un ragazzo bruno che arriva al successo nella hit parade suonando la sua piccola chitarra casalinga. Una semplice storia immersa in un ritmo veramente particolare che divenne una delle mie canzoni preferire e lo è ancora oggi.
Casualmente, o forse non tanto, il mio primo approccio a Johnny Cash mi fece subito conoscere le diverse sfaccettature musicali che costituiscono l’ossatura di tutta la sua produzione, e che poi lui stesso riassumerà in una antologia del 2000 con tre dischi dedicati ad ‘Amore’, ‘Dio’ e ‘Delitto’.

All’epoca la mia ricerca di altre sue registrazioni si scontrò con l’assoluta mancanza di suoi dischi sul nostro mercato, ma due anni dopo, tramite un certo Fernand Simonet di Losanna, rappresentante svizzero della riattivata ‘Johnny Cash Society’ americana, ebbi modo di recuperare i suoi sette album pubblicati dalla Sun Records. Nel contempo divenni socio di questa ‘Society’, diretta dalla sorella di Johnny, Reba Hancock, e per circa tre anni ricevetti periodicamente dei ciclostilati con notizie spicciole e alla fine di ogni anno una corposa rivista su carta patinata con foto e notizie che riassumevano gli eventi dell’anno stesso. Questi numeri speciali, dalla copertina completamente nera ed il titolo ‘The Legend’, furono realizzati durante un importante periodo di transizione della carriera del cantante. Un periodo durante il quale Cash chiuse con gli anni ‘bui’, sposò June Carter e si apprestò ad affrontare quella nuova fase che lo avrebbe reso un popolarissimo ‘Man in Black’, con grandi successi discografici e la lunga programmazione televisiva del ‘The Johnny Cash Show’.

Origini
Nato il 26 febbraio 1932 a Kingsland, Arkansas, il neonato viene registrato col nome J.R. (‘Geiar’) Cash. Come confermerà il padre Ray in una intervista, le due lettere non stavano a significare nulla e ‘Geiar’ continuerà ad essere chiamato così fino al servizio militare in Aviazione, dove lo costrinsero a scegliersi un nome, che fu John, mentre la ‘R’ rimase solamente una erre.
Quarto di sette fratelli e sorelle, con lontane ascendenze indiane Cherokee, Geiar cresce vicino a Dyess, Arkansas, nella fattoria dove la famiglia si trasferisce nel 1935 per coltivare il cotone.
Fin da piccolo si appassiona alla musica country, che ascolta alla radio, poi più grande canta i gospel in chiesa e a scuola e comincia a scrivere poesie, che poi diventeranno canzoni. I primi guadagni con la musica, 5 dollari, li ottiene quando vince il primo premio in un concorso scolastico cantando la canzone Lucky Old Sun. Verso i sedici anni la sua bella voce tenorile cambia e diventa quella baritonale che sarà poi uno dei suoi segni distintivi.

Nel luglio 1950, terminata la scuola e dopo un breve periodo come operaio in una fabbrica d’auto di Pontiac, Michigan, si arruola in Aviazione. Specializzatosi come radio operatore, buona parte del servizio lo effettua in Germania, dove si perfeziona alla chitarra e suona in un complesso di commilitoni denominato The Landsberg Barbarians. Qui inizia a sviluppare le sue prime canzoni componendo i testi di Hey Porter, I Walk The Line e Folsom Prison Blues, quest’ultima ispirata al titolo del film del 1951 Inside The Walls Of Folsom Prison.
Nel luglio 1954 termina il servizio militare e il 7 agosto sposa Vivian Liberto, conosciuta nel 1951 a San Antonio, Texas, ai tempi dell’addestramento. Trasferitosi a Memphis, dove già il fratello Roy lavora in un garage, tenta la strada di venditore di apparecchiature elettriche. Qui entra anche in contatto con la musica nera, fino ad allora a lui praticamente sconosciuta, degli innumerevoli artisti blues che frequentano la città. Tramite il fratello conosce poi due meccanici chitarristi, Luther Perkins e Marshall Grant, con i quali inizia a suonare nel tempo libero.
Sebbene alquanto inesperti, i tre riescono a realizzare un sound reso particolare dalla caratteristica voce di Cash, dal semplice ma originale modo di suonare la chitarra elettrica di Perkins, e dal funzionale apporto del contrabbasso di Grant.
Il logico passo successivo è quello di tentare di registrare la loro musica e l’unico posto possibile è lo studio della Sun Records, già popolare per il lancio del giovane Elvis Presley.

Primi successi
Verso la fine del 1954 i primi approcci col proprietario Sam Phillips non sono felici in quanto i tre gli propongono un repertorio di musica gospel poco commerciale. Ma Phillips li incoraggia e alla fine Cash, ora battezzato Johnny, e i due musicisti, battezzati ‘Tennessee Two’, nel giugno 1955 pubblicano il singolo Cry! Cry! Cry!/Hey! Porter, primo passo di una grandissima carriera quasi cinquantennale.
Nel novembre 1955 il passaggio di Elvis alla RCA permette a Sam Phillips di dedicarsi maggiormente ai due migliori artisti legati a lui in quel momento, Cash e Carl Perkins, sebbene quest’ultimo, dopo la mitica Blue Suede Shoes, si vedrà troncata la carriera da un incidente d’auto nella primavera del 1956.
Johnny Cash resta alla Sun fino al luglio 1958, quando passa alla major Columbia, e nei tre anni con l’etichetta di Memphis pubblica nove 45 giri, quasi tutti di grande successo nella classifica country nazionale ma anche in quella pop e Folsom Prison Blues, I Walk The Line (n.1, 1956), There You Go (n.1, 1956), Next In Line, Home Of The Blues, Ballad Of A Teenage Queen (n.1, 1958), Guess Things Happen That Way (n.1, 1958), The Ways Of A Woman In Love, sono i titoli che lastricano la sua strada verso la notorietà.

Alla Columbia Cash gode di maggiore libertà decisionale e, mentre qui la produzione si dedica anche al 33 giri, formato che alla Sun Sam Phillips detestava, il cantante può finalmente registrare anche del materiale gospel.
L’attività sulle scene, già notevole in precedenza con l’inconsueto ‘The Johnny Cash Show’, è sempre più intensa nel corso degli anni ‘60. Però è questo il suo periodo ‘buio’ durante il quale, quasi continuamente ‘on the road’, diventa dipendente da alcool e droghe, amfetamine per tirarsi su e tranquillanti per poter dormire, trascura sempre più la famiglia che vede di rado, diventa violento e, soprattutto, debilitato fisicamente, tanto che spesso si ritrova davanti al pubblico senza un filo di voce.
Discograficamente i risultati ci sono ma non sono molti, e fra la vecchia produzione Sun inedita e le nuove registrazioni Columbia spiccano i 45 giri con Don’t Take Your Guns To Town (n.1, 1959), Katy Too, I Got Stripes, Straight As In Love, Tennessee Flat-top Box, Ring Of Fire (n 1. 1963), Understand Your Man (n.1, 1964), Orange Blossom Special e gli album Ring Of Fire (n.1, 1964), I Walk The Line (n.1, 1964), Greatest Hits (n.1, 1967). Di questo periodo sono anche diversi album definiti ‘concept’ per l’argomento guida del contenuto, meno commerciali ma comunque interessanti per il materiale trattato, Ride This Train (i viaggi in treno attraverso il ‘grande paese’), Blood Sweat And Tears (canti tradizionali di lavoro), Bitter Tears (dedicato agli Indiani americani), Orange Blossom Special (canti folk, ed anche tre belle cover di Bob Dylan), The Ballads Of True West (la storia del ‘vero west’).

Dall’estate del 1960 i Tennessee Two diventano i ‘Tennessee Three’, con l’aggiunta di W.S. ‘Fluke’ Holland alla batteria, poi il Johnny Cash Show man mano si arricchisce di altri preziosi interpreti, June Carter e la Carter Family, gli Statler Brothers e Carl Perkins.
All’inizio del 1967 appare con successo il singolo Jackson, cantato in duetto con June Carter, che procura a Cash il suo primo ‘Grammy’ per il ‘Miglior duetto Country & Western dell’anno’, ma il 1967 vede anche i momenti peggiori di Cash, con la moglie Vivian che ottiene il divorzio, esasperata dal suo comportamento, ed un grave collasso da overdose durante un tour, dal quale viene fortunosamente salvato dal suo bassista Marshall Grant. Questo evento però spingerà Cash, con l’aiuto soprattutto di June Carter, a imboccare la via della disintossicazione.

Man In Black
Sebbene offuscato in agosto dall’improvvisa morte del suo chitarrista Luther Perkins, causata da un incendio della sua casa (gli subentrerà poi Bob Wootton), il 1968 è l’anno della grande ripresa di Johnny. A gennaio effettua uno dei suoi ricorrenti concerti per i carcerati, alla Folsom Prison, che viene registrato.
Il 1° marzo Johnny e June si sposano, mentre le registrazioni del concerto a Folsom appaiono ad aprile, un singolo con Folsom Prison Blues, e a giugno, l’album Johnny Cash At Folsom Prison. Fra giugno ed agosto i due dischi sono al n.1 delle rispettive classifiche country e l’album resterà oltre 120 settimane nella classifica degli LP pop, guadagnandosi un Grammy come ‘Miglior album dell’anno’. Da questo momento Johnny Cash non è più ‘solo’ un cantante country ma un sempre più apprezzato artista pop-rock internazionale.

La tendenza continua nel 1969 quando Cash registra anche diverso materiale con l’amico Bob Dylan, che conosce fin dal 1964. Di questo, solo il duetto Girl From The North Country apparirà ufficialmente, sull’album Nashville Skyline di Dylan, le cui ‘Note di copertina’ procureranno a Cash un nuovo Grammy. A giugno, mentre parte il suo ‘The Johnny Cash Show’ per la ABC-TV, che durerà fino al marzo del 1971, esce un secondo album registrato in un carcere, Johnny Cash At San Quentin. Il disco ha ancor più successo del precedente, è n.1 nelle classifiche country e pop, è un million seller ed è votato ‘Miglior disco dell’anno’ dalla Country Music Association. Il singolo che ne viene tratto, la spiritosa A Boy Named Sue (dedicata ad un ragazzo col nome da ragazza), è un altro n.1 country, tre milioni di copie vendute, ‘Miglior interpretazione country maschile dell’anno’ e ‘Singolo dell’anno’. Per il 1969 Johnny è anche l’unico artista ad ottenere, nello stesso anno, ben cinque diversi premi della Country Music Association.

In questo periodo la vecchia Sun Records viene riattivata alla grande col marchio Sun International e cosi, in contemporanea col materiale Columbia, appaiono sul mercato, e nelle classifiche, numerosi album e singoli che ripropongono le classiche registrazioni di Cash degli anni ‘50. I primi anni ‘70 vedono Johnny sempre cavalcare saldamente l’onda del successo con una frenetica attività nel settore discografico, in quello cinematografico/televisivo e in quello concertistico. I migliori successi del periodo sono If I Were A Carpenter, cantata con la moglie June e ‘Miglior duetto country’ del 1970, Sunday Morning Coming Down (n.1 country) scritta da Kris Kristofferson, Flesh And Blood (n.1 country) tratta dalla colonna sonora del film Un Uomo Senza Scampo, The Man In Black (1971) e A Thing Called Love (1972).
In una forma di supporto a favore dei derelitti e diseredati dei quali cantava nelle sue composizioni, da diversi anni Cash tendeva ad usare abiti neri, ma dopo The Man In Black, nella quale espone le sue ragioni, questa definizione diventerà un vero e proprio sinonimo del cantante, il quale inizierà a vestirsi ‘completamente’ di nero.
Negli anni successivi Cash è sempre molto attivo su vari fronti ma senza più raggiungere i picchi precedenti. Di particolare interesse sono gli album America (1972), Any Old Wind That Blows (1973), The Gospel Road (1973), Ragged Old Flag (1974) e One Piece At A Time (1976), da cui viene tratto l’omonimo singolo, suo ultimo n.1 country come artista solista.

Declino
Pur continuando a produrre buone realizzazioni, per diversi anni fra il 1977 e la metà degli anni ‘80 la popolarità del cantante torna nei tradizionali confini country, sebbene egli non manchi di affrontare altri generi, come l’amata musica gospel. Di rilievo è comunque l’album Johnny 99 del 1983, nel quale rende anche delle ottime cover di due brani di Bruce Springsteen. Nel 1985 Cash torna al n.1 country con Highwayman, in versione 45 giri e LP, che interpreta assieme agli amici Willie Nelson, Waylon Jennings e Kris Kristofferson, un ‘supergruppo’ che produrrà ancora due album (1990 e 1995) e realizzerà diverse tournèes, anche in Europa.
Dopo 28 anni di collaborazione, nel luglio 1986 la Columbia rescinde il contratto con Cash, il quale subito dopo realizza lo storico Class Of ’55 su etichetta America Smash, a fianco degli altri grandi artisti ex-Sun Jerry Lee Lewis, Carl Perkins e Roy Orbison.
Dal 1987 al 1991 Johnny si lega alla Mercury, presso la quale realizza cinque album, sempre di grande levatura ma con poca presa commerciale, sebbene non manchino di farsi notare, qui e là, le collaborazioni di artisti rock come Don Everly, Paul McCartney ed Elvis Costello.

Oramai sembra che l’artista non abbia più molto da dire e che sopravviva grazie ai meriti ‘accumulati’. Tanto è vero che fioccano tutti quei ‘premi alla carriera’ che di solito vengono assegnati solo quando uno ‘è alla fine’ della propria carriera.
Nel 1977 viene ammesso alla Hall of Fame dei Cantanti-Autori, nel 1980 in quella della Musica Country e nel 1992 in quella del Rock’n’Roll (nel 2000 sarà ammesso anche a quella del Rockabilly, diventando l’unico artista nominato alle quattro Hall of Fame).
Del 1989 è il ‘Living Legend Award’ di Music City News; del 1990 è il ‘Pioneer Award’ della Academy of Country Music; del 1991 è un Grammy come ‘Living Legend’, senza contare innumerevoli altri premi ‘minori’.

Ripresa
All’inizio del 1993 Johnny registra The Wanderer, un brano incluso nell’album Zooropa degli U2, e questo avvicinamento ad un gruppo rock sembra essere la felice avvisaglia di quanto il cantante realizzerà successivamente.
Di febbraio dello stesso anno è anche il primo incontro di Johnny, nel backstage di un suo concerto a Los Angeles, con un certo Rick Rubin. Rubin, che con la sua etichetta Def-American si è già occupato con successo di artisti rap, metal e hard rock, espone a Cash, in quel momento alla ricerca di un contratto discografico, il progetto di produrre e gestire le sue registrazioni. Johnny resta scettico, ‘chi mai è questo hippy con barba e capelli lunghi che pensa di potersi occupare della mia carriera?’, e rigetta l’offerta.
Ma Rubin non desiste e poco tempo dopo torna alla carica riuscendo a convincere Johnny, il quale a giugno firma un contratto col produttore. Il cantante inizia quasi subito a registrare, da solo con la sua chitarra nella casa di Rubin a Los Angeles, una grande quantità di materiale dal quale poi scaturirà, nella primavera successiva, l’album acustico American Recordings, un disco eccellente che propone anche composizioni di Leonard Cohen, Loudon Wainwright III ed altri. Sebbene con poco impatto commerciale è invece osannato dalla critica, riporta in auge il cantante presso un nuovo e giovane pubblico ed ottiene un Grammy come ‘Miglior album folk’ del 1994.

Due anni dopo Cash è nuovamente alla ribalta con il sorprendente Unchained, dove si avvale con grandi risultati del gruppo rock di Tom Petty e delle collaborazioni di Lindsay Buckingham, Mick Fleetwood e Marty Stuart. Anche questo non manca di ricevere un Grammy, per il ‘Miglior album country’ del 1997.
Problemi di salute piccoli e grandi (gli viene erroneamente diagnosticato il morbo di Parkinson, i cui sintomi risultano poi essere comunque gravi problemi al sistema nervoso collegati al diabete) influenzano sempre più la sua attività e le esibizioni sono sempre più limitate a qualche occasione commemorativa ufficiale.
L’attività con la American Records va comunque avanti e American III: Solitary Man (2000) e American IV: The Man Comes Around (2002) sono gli ulteriori grandi capitoli. La splendida cover di Solitary Man di Neil Diamond procura a Johnny il decimo Grammy, per la ‘Miglior interpretazione vocale maschile country’ del 2000, mentre da The Man Comes Around, grande successo commerciale con 200 mila copie vendute, proviene una nuova versione del suo classico Give My Love To Rose, anch’essa premiata come ‘Miglior interpretazione vocale maschile country’ del 2002.

Il 15 maggio 2003 l’artista perde la moglie June Carter, compagna nella vita e sulla scena per oltre 35 anni, deceduta a seguito di complicazioni per una operazione al cuore. Malgrado la volontà di continuare a lavorare con Rubin nella preparazione di un album American V, è forse questo il colpo che debilita maggiormente il fisico del grande artista, che poi cederà definitivamente il 12 settembre successivo per complicazioni respiratorie causate dal diabete.
Johnny Cash se n’è andato… e con la scomparsa dell’Uomo in Nero, una vera e propria ‘leggenda vivente’, scompare uno dei più grandi cantori della musica americana contemporanea.

Filmografia
Dopo il passaggio alla Columbia nel 1958 Johnny si stabilisce con la famiglia a Hollywood per alcuni anni, pensando ad una possibile carriera cinematografica. Dopo brevi apparizioni in alcune serie di telefilm western, la prima parte da protagonista, un assassino psicopatico, la ottiene nel 1960 in un film drammatico, all’epoca aspramente censurato ma poi diventato di culto negli anni. Questo film rimane un evento isolato fino al 1970, quando Johnny ritorna sul grande schermo per la seconda volta con un bel western a fianco del grande Kirk Douglas.
Negli anni successivi la sua attività sul piccolo schermo continua frequente con svariati film TV e molte partecipazioni a serial, molto spesso a carattere western o comunque storico. Di rilievo sono anche le presenze nel documentario biografico del 1970 e in quello del 1974 sulla storia della ferrovia americana.

1958 – Carovane verso il West (Wagon Train) (serial TV)
1958 – (Shotgun Slade) (serial TV)
1959 – (The Rebel) (serial TV)
1959 – (The Deputy) (serial TV)
1959 – (Five Minutes To Live/Door To Door Maniac)
Anni 60 – (Night Rider) (film TV)
1970 – (Johnny Cash – The Man, His World, His Music) (documentario)
1970 – (Trail Of Tears) (film TV)
1970 – Quattro tocchi di campana (A Gunfight)
1973 – (The Gospel Road) (documentario/solo voce)
1974 – Colombo: Il canto del cigno (Columbo: Swan Song) (serial TV)
1974 – (Ridin’ The Rails) (documentario)
1977 – La casa nella prateria (Little House On The Prairie) (serial TV)
1978 – (Thaddeus Rose And Eddie) (film TV)
Fine anni 70: (Where Have All The Children Gone) (film TV)
1981 – L’orgoglio di Jesse Hallam (The Pride Of Jesse Hallam) (film TV)
1983 – Omicidio in Coweta County (Murder In Coweta County) (film TV)
1983 (Adrift At Sea) (film giapponese, titolo originale: ‘Kairei’)
1984 – (The Baron And The Kid) (film TV)
1985 – Nord e Sud (North And South) (film TV)
1985 (The Last Days Of Frank And Jesse James) (film TV)
1986 – (Stagecoach) (film TV)
1988 – (Davy Crockett: Rainbow in the thunder, Guardian spirit, A naturai man) (serial TV, tre episodi)
Fine anni 80: (All My Friends Are Cowboys) (film TV)
1993 – La signora del West (Dr. Quinn, Medicine Woman: Law of the land, Saving souls) (serial TV, due episodi)
1994 – La signora del West (Dr. Quinn, Medicine Woman: Thanksgiving) (serial TV, un episodio)
1996 – Renegade (Renegade: The road not taken) (serial TV)
1997 – La signora del West (Dr. Quinn, Medicine Woman: The most fatal disease) (serial TV, un episodio)

Discografia Sintetica (LP/CD)

Periodo SUN (1955-1958)
J. C. with his hot and blue guitar (1957 LP/CD SUN USA)
J. C. sings the songs that made him famous (1958 LP/CD SUN USA)
Greatest! (1959 LP/CD SUN USA)
J. C. sings Hank Williams (1960 LP/CD SUN USA)
Now here’s J. C. (1961 LP/CD SUN USA)
All aboard the blue train with J. C. (1962 LP/CD SUN USA)
Original Sun sound of J. C. (1964 LP SUN USA)
Original golden hits vol. I (1969 LP Sun Intern. USA)
Original golden hits vol. II (1969 LP Sun Intern. USA)
Story songs of the train and the rivers (1969 LP Sun Intern. USA)
Get rhythm (1969 LP Sun Intern. USA)
Showtime (1969 LP Sun Intern. USA)
The singing story teller (1970 LP Sun Intern. USA)
The living legend (2LP) (1970 LP Sun Intern. USA)
Sunday down South (& Jerry Lee Lewis) (1970 LP Sun Intern. USA)
The rough cut king of country music (1971 LP Sun Intern. USA)
Sing Hank Williams (& Jerry Lee Lewis) (1971 LP Sun Intern. USA)
J. C.: the man, the world, his music (2LP) (1971 LP Sun Intern. USA)
Original golden hits vol. III (1971 LP Sun Intern. USA)
Superbilly (1955-1958) (1978 LP Sun Intern. USA)
The original J. C. (1978 LP Sun Intern. USA)
I walk the line (1979 LP Sun Intern. USA)
Folsom Prison blues (1979 LP Sun Intern. USA)
The blue train (1979 LP Sun Intern. USA)
J. C. sings the greatest hits (1979 LP Sun Intern. USA)
Original Rockabilly (1982 LP Sun Intern. USA)
The Sun years (5LP) (1984 LP/CD Charly GB)
Up through the years 1955-57 (1987 CD Bear Family GER)
The man in black 1954-1958 (5CD) (1990 CD Bear Family GER)
J. C. sings the country classics (1997 CD Eagle EU)
The complete original Sun singles (1999 CD Varese USA)
I walk the line-16 original recordings (1999 CD Prism GB)
Country greatest (2000 CD EMI Plus OLA)
The Sun years vol. 1 (2000 CD Sun/Saar ITA)
The Sun years vol.2 (2001 CD Sun/Saar ITA)
His Sun years (3CD) (2001 CD Charly GB)
The essential Sun singles (2002 CD Varese USA)

Periodo Columbia (1958-1986)
The fabulous J. C. (1958 LP/CD Columbia USA)
Hymns by J. C. (1959 LP/CD Columbia USA)
Songs of our soil (1959 LP/CD Columbia USA)
Now, there was a song! (1960 LP/CD Columbia USA)
Ride this train (1960 LP/CD Columbia USA)
Lure of the Grand Canyon (parlato) (1961 LP Columbia USA)
Hymns of the heart (1962 LP Columbia USA)
The sound of J. C. (1962 LP Columbia USA)
Blood sweat and tears (1963 LP/CD Columbia USA)
Ring of fire (1963 LP/CD Columbia USA)
The Christmas spirit (1963 LP Columbia USA)
Keep on the sunny side (Carter Family) (1964 LP Columbia USA)
I walk the line (1964 LP Columbia USA)
Bitter tears (1964 LP/CD Columbia USA)
Orange Blossom Special (1965 LP/CD Columbia USA)
Sings the ballads of the true west (2LP) (1965 LP/CD Columbia USA)
Mean as hell! (1966 LP Columbia USA)
Everybody loves a nut (1966 LP Columbia USA)
Happiness is you (1966 LP Columbia USA)
From sea to shining sea (1967 LP Columbia USA)
Greatest hits vol. 1 (1967 LP Columbia USA)
Carryin’ on with J. C. and June Carter (1967 LP/CD Columbia USA)
J. C. at Folsom Prison (1968 LP/CD Columbia USA)
Old golden throat (1968 LP CBS GB)
The Holy Land (1969 LP/CD Columbia USA)
This is J.C. (1969 LP Harmony USA)
More of the old golden throat (1969 LP CBS GB)
J. C. at San Quentin (1969 LP/CD Columbia USA)
Hello, I’m Johnny Cash (1970 LP Columbia USA)
The world of J. C. (2LP) (1970 LP Columbia USA)
The Johnny Cash Show (1970 LP Columbia USA)
The walls of a prison (1970 LP Harmony USA)
Little Fauss and Big Halsy (col. son.) (1970 LP Columbia USA)
I walk the line (col. son.) (1970 LP Columbia USA)
I walk the line/Little Fauss (col. son.) (1999 CD Bear Family GER)
Man in black (1971 LP Columbia USA)
His greatest hits vol. II (1971 LP Columbia USA)
Understand your man (1971 LP Harmony USA)
A thing called love (1972 LP Columbia USA)
The J. C. Songbook (1972 LP Harmony USA)
America (1972 LP/CD Columbia USA)
Family Christmas (1972 LP Columbia USA)
Any old wind that blows (1973 LP Columbia USA)
Sunday morning coming down (1973 LP Columbia USA)
The Gospel road (2LP) (1973 LP Columbia USA)
Ballads of American Indian (1973 LP Harmony USA)
J.C. and his woman (con June Carter) (1973 LP Columbia USA)
The J.C Children’s album (1974 LP Columbia USA)
Ragged old flag (1974 LP/CD Columbia USA)
Five feet high and rising (1974 LP Columbia USA)
The junkie and the juicehead (minus me) (1974 LP Columbia USA)
J.C. Pa Osteraker (1974 LP CBS OLA)
J.C. Sings precious memories (1975 LP Columbia USA)
Destination Victoria Station (1975 LP Columbia CSP USA)
John R. Cash (1975 LP Columbia USA)
Welcome to Europe (1975 LP CBS OLA)
At Folsom Prison and San Quentin (2LP) (1975 LP/CD Columbia USA)
Look at them beans (1975 LP Columbia USA)
Strawberry cake (1976 LP Columbia USA)
One piece at a time (1976 LP Columbia USA)
The last gunfight ballad (1977 LP Columbia USA)
The Rambler (1977 LP Columbia USA)
Hello, I’m Johnny Cash (1977 LP Columbia USA)
I would like to see you again (1978 LP Columbia USA)
Greatest hits vol.3 (1978 LP Columbia USA)
Gone girl (1978 LP Columbia USA)
The unissued J. C. (1978 LP Bear Family GER)
Johnny and June (1979 LP Bear Family OLA)
Tall man (1979 LP Bear Family OLA)
Silver (1979 LP/CD Columbia USA)
Rockabilly blues (1980 LP/CD Columbia USA)
Classic Christmas (1980 LP Columbia USA)
The Baron (1981 LP Columbia USA)
Encore (1981 LP Columbia USA)
A free man (1981 LP CBS OLA)
The survivors (con altri) (1982 LP/CD Columbia USA)
The adventures of J. C. (1982 LP Columbia USA)
Biggest hits (1982 LP Columbia USA)
Johnny 99 (1983 LP/CD Columbia USA)
Rainbow (1985 LP Columbia USA)
Highwayman 2 (con altri) (1985 LP/CD Columbia USA)
Heroes (con W. Jennings) (1986 LP Columbia USA)
Columbia records 1958/1986 (2LP) (1987 LP/CD Columbia USA)
The best of J.C. (1988 CD CBS OLA)
Highwayman 2 (con altri) (1990 LP/CD Columbia USA)
Patriot (1990 CD Columbia USA)
The Man In Black 1959-1962 (5CD) (1991 CD Bear Family GER)
Come along and ride this train (4CD) (1991 CD Bear Family GER)
The man in black-His greatest hits (2CD) (1992 CD Columbia USA)
The gospel collection (1992 CD Columbia OLA)
The essential J.C. 1955-1983 (3CD) (1992 CD Columbia USA)
Personal Christmas Collection (1994 CD Columbia USA)
The best of J.C. (1995 CD Columbia GER)
Greatest hits (1995 CD Columbia OLA)
The man in black 1963-1969 (6CD) (1995 CD Bear Family GER)
It’s all in the family (con J.Carter) (1999 CD Bear Family GER)
16 biggest hits (1999 CD Columbia USA)
Love God and murder (3CD) (2000 CD Columbia USA)
Wanted Man – The very best of J.C. (2000 CD Columbia USA)
16 biggest hits vol.2 (2001 CD Columbia USA)
Man in black-The very best of (2CD) (2002 CD Columbia EU)
The essential J.C. (2CD) (2002 CD Columbia USA)
J. C. at Madison Square Garden 1969 (2002 CD Columbia EU)
Platinum-Best of the best (2002 CD Columbia GER)
Christmas with J.C. (2003 CD Columbia USA)

Periodo Mercury (1987-1991)
J. C. is coming to town (1987 LP/CD Mercury USA)
Classic Cash (1988 LP/CD Mercury USA)
Water from the wells of home (1988 LP/CD Mercury USA)
Boom chicka boom (1990 LP/CD Mercury USA)
The mistery of life (1991 LP/CD Mercury USA)
Wanted man (1994 CD Mercury USA)
The best of J. C. (1998 CD Spectrum GB)
The Mercury years (2000 CD Spectrum EU)
]. C. and friends (2002 CD Spectrum GB)
The millennium collection (2002 CD Spectrum EU)

Periodo American (1994-2003)
American recordings (1994 LP/CD American USA)
Unchained (1996 LP/CD American USA)
VH1 Storytellers (con W. Nelson) (1998 CD American USA)
American III: Solitary man (2000 LP/CD American USA)
American IV: The man comes around (2002 LP/CD American USA)
Unearthed (5 CD) (2003 CD American USA)

Altre Etichette
A believer sings the truth (2LP) (1979 LP Cachet USA)
J. C. sings with B. C. Goodpasture Christian School (1979 LP Asheville USA)
The legend of Jesse James (con altri) (1980 LP A&M USA)
Everlasting (1982 LP Outoftime USA)
Koncert V Praze (In Prague live) (1983 LP Supraphon USA)
Gospel singer (1983 LP Prioriy USA)
I believe (1983 LP Arrival USA)
Believe in him (1986 LP Word/A&M USA)
Class of ‘55 (con altri) (1986 LP/CD American USA)
Country Christmas (1991 CD Laserlight USA)
Highwaymen: the road goes on forever (1995 CD Liberty USA)
Ring of fire-His greatest hits live (1995 CD Class. Country GB)
J. C. Live (1995 CD Hallmark GB)
The concert collection (live) (1996 CD Prism GB)
A boy named Sue (live) (1999 CD Life-Time OLA)
Return to the Promised Land (2000 CD Reinessance USA)
Famous country music makers (live) (2000 CD Pulse GB)
Town Hall Party live 1958 (2003 CD Sundazed USA)
Live recording from Louisiana Hayride (2003 CD L.H. USA)
A concert behind prison walls (ed altri) (2003 CD Eagle GER)

Discografia Italiana

Periodo SUN
45 Giri, EP
Johnny Cash – London 45 EP-RES 1120 (1958)
LP
Ol’ Golden Throat – Oxford/Ariston OX 3155 (1980)
Johnny Cash-I Walk The Line – Joker LP 3988 (1982)
Johnny Cash-Folsom Prison Blues, Vol.2 – Joker LP 4049 (1984)
20 Greatest Hits – Lotus LP 14053 (1984)
The Johnny Cash Collection – Dejà Vu DVLP 2103 (1987)
LP Artisti Vari
The Country Music Hall Of Fame Vol. 1 (1p.) – London 33-HAB 8076 (1963)
Don’t You Step On My Blue Suede Shoes (2p.) – Oxford/Ariston OX 3208 (1981)
Country Compilation n. 1 (3 p.) – Joker LP 4002 (1982)
Country Compilation n.2 (2 p.) – Joker LP 4003 (1982)
Country Compilation (2LP, 5 p.) – Joker LP 4004/2 (1982)
Country Originals (3LP, 5 p.) – Joker C 81/3 (1983)
Country Compilation n.3 (4 p.) Joker LP 4005 (1984)
20 Golden Country Songs (2 p.) – Lotus LP 14046 (1984)
20 Country Legends (4 p.) – Lotus LP 14047 (1984)
Country Roads (2 p.) – Green Line GLP 405 (1986)
Country Style (2 p.) – Green Line GRP 3304 (1987)

Periodo COLUMBIA
45 Giri
Flesh And Blood/This Side Of The Law – CBS 5364 (1971)
Folsom Prison Blues/San Quentin (allegato al n.35 del periodico ‘Peace & Love’) – Senza numero (1999)
45 Giri, EP e Artisti Vari
Country And Western Hit Parade (1 p.) – Philips 429592 BR (1960)
Country And Western Hit Parade n.3 (1 p.) – Philips 429697 BR (1960)
LP
Hello, I’m Johnny Cash – CBS S 63796 (1970)
Un Uomo Senza Scampo
(col. sonora) – CBS S 70083 (1971)
Johnny Cash At San Quentin (musicassetta) – CBS S 40S63629 (1971)
Greatest Hits (disco importato) – CBS S 63063 (1971)
The Johnny Cash Show (disco importato) – CBS S 64089 (1971)
The World Of Johnny Cash (2LP) (disco importato) – CBS S 66237 (1971)
16 Original Hits! – Everest LP 16-23 (1983)
LP Artisti Vari
Western Songs (1 p.) – Philips B 47160 L (1961)
20 Stars Per 20 Successi (2LP, 1 p.) – CBS S 66240 (1970)

LA SCOMPARSA DI JOHNNY CASH (Diamo a Cesare quel che è di Cesare)
La veramente esigua consistenza della discografia italiana di Cash, praticamente inesistenti i 45 giri e ben pochi gli LP, è indicativa della scarsa considerazione in cui è stato tenuto il cantante da parte dei nostri discografici e, anche, da parte dei media italiani in generale, esclusa qualche pubblicazione specializzata. La sua scomparsa però è servita ai quotidiani nostrani per riempire qualche mezza pagina di articoli e commenti spesso inesatti, annunciati anche con ‘fantasiosi’ titoli e sottotitoli. Questa è una rassegna di alcuni articoli pubblicati per l’occasione, con la puntualizzazione e la verifica delle castronerie più o meno rilevanti che sono state tranquillamente propinate.

USA, ADDIO A JOHNNY CASH ‘UOMO IN NERO’ DEL COUNTRY (Corriere della Sera, 13.9.2003)
Un articolo decente, ma dove non mancano numerosi svarioni.
I – “… influenza di un uomo che ha ispirato, tra gli altri, ElvisPresley… ”. Johnny si avvicinò alla Sun di Memphis verso la fine del 1954, quando Elvis aveva già pubblicato i suoi primi due dischi. E quando nel giugno 1955 apparve il primo singolo di Cash, Elvis aveva già praticamente realizzato il suo meglio per la Sun. Come ha potuto Johnny ispirare la musica di Elvis?
II – “Quattro generazioni sono cresciute ascoltando la musica di Cash…”. Se non vado errato mi sembra di ricordare che, quando ero giovane, era di circa 25 anni la durata di una generazione, per cui se ‘quattro generazioni sono cresciute…’ significherebbe che dal 1955 sono passati cento anni! Oppure qualcuno ora si è inventato che si debba passare da una generazione all’altra ogni 12 anni? Mi sembrerebbe corretto dire invece che ‘tre generazioni hanno ascoltato’ la sua musica, cioè la stessa di Cash e le due successive.
III – “Dopo un esordio deludente con Hey Porter, nel 1955 sfondò con Cry Cry Cry… ”. Per la verità questi due titoli sono i lati A e B dello stesso disco (!), pubblicato nel giugno 1955 con buon successo di classifica.
IV – “Negli anni ‘60 i problemi di alcool e droga, sette arresti…”. A quanto risulta gli arresti subiti furono solo due (vedi più avanti). Eventualmente sarebbe interessante sapere le storie degli altri cinque…

UN ‘MALEDETTO’ CHE CANTAVA I PERDENTI. (Corriere della Sera, 13-9.2003)
Il commento sul ‘Personaggio’ di Mario Luzzato Fegiz fa notare ‘…i suoi soggiorni in ospedale per overdose e in prigione (dove fu il galeotto più festeggiato per i concerti a San Quintino e a Folsom City)…‘ (sic!). Tanto per la precisione Folsom si chiama ‘Folsom Prison’ e non si vede che c’entri ‘City’. Poi, a sfatare quella che sembra essere diventata una ricorrente ‘leggenda metropolitana’, Johnny Cash NON è mai stato un galeotto. Il suo rapporto con la ‘droga’ si sviluppò negli anni ’60 con amfetamine, pillole eccitanti e sonniferi usati, assieme all’alcool, per affrontare e sopportare lo stress delle dure e lunghe tournèes. Nell’ottobre del 1965, passando il confine dal Messico agli Stati Uniti Johnny fu arrestato a El Paso per possesso di centinaia di pillole nascoste dentro la chitarra. E per ciò passò la notte in guardina e poi venne condannato a trenta giorni di carcere che, comunque, non scontò. Un altro breve arresto senza conseguenze avvenne nel novembre 1967 a LaFayette, Georgia, quando Johnny in stato confusionale fu fermato mentre voleva entrare a forza nella casa di una sconosciuta, che lui credeva invece essere la casa di amici, e passò una notte nella cella dello sceriffo locale.
Peraltro è vero che il cantante ha frequentato spesso le carceri, ma solo per esibirvisi! La prima volta risale al 1° gennaio 1960 con un concerto tenuto alla San Quentin Prison in California, al quale è presente anche il carcerato Merle Haggard, poi anche lui futura stella del country. Alcune altre esibizioni di rilievo per i carcerati saranno poi quelle del 1° gennaio 1963 ancora a San Quentin e del novembre 1966 alla Folsom. Per giungere poi a quella del 13 gennaio 1968 ancora alla Folsom la cui registrazione produrrà uno degli album di maggior successo di Cash (122 settimane di presenza nella classifica LP di Billboard!). Da un nuovo concerto del 24 gennaio 1969 a San Quentin scaturirà un altro omonimo album di grande successo.

JOHNNY CASH – ADDIO AL ROBIN HOOD DEL COUNTRY (Il Giornale, 13.9.2003)
Un titolo che lascia alquanto perplessi e un articolo con diverse inesattezze sparse qui e là.
I – “E’ partito dalla mitica Sun Records, al fianco di Elvis, di Jerry Lee Lewis, di Carl Perkins (Billion Dollar Quartet, l’album che i quattro incisero insieme, è un pezzo di storia del rock)…
Quando Cash inizia ufficialmente a registrare per la Sun (maggio 1955) Elvis aveva già quasi finito il suo tempo con l’etichetta, che lascerà a novembre per passare alla RCA Victor. Perkins era in effetti ancora attivo presso la Sun mentre Lewis non si era nemmeno affacciato alla porta dello studio di 706 Union. Vi arriverà quasi un anno e mezzo dopo, nel novembre 1956, ed il ‘Million Dollar Quartet’ (e non “Billion”, che in inglese significa ‘miliardo’) si formò per caso il 4 dicembre 1956, quando Perkins e Lewis erano impegnati in una session ed Elvis entrò nello studio per salutare, reduce dai grandissimi successi di quell’anno. Cash fu casualmente presente nel momento in cui vennero scattate le foto che diedero origine alla definizione del ‘quartetto da un milione di dollari’ ma nella registrazione della session improvvisata che seguì, pubblicata 25 anni dopo, non v’è traccia di lui. Interrogato in proposito Cash ha sempre glissato sull’argomento, giungendo però a dire che era troppo lontano dal microfono perchè si potesse sentire la sua voce…
II – “Il suo secondo successo internazionale, Folsom Prison Blues, del 1955… ”. Folsom Prison Blues è sì del 1955 (esce a dicembre) ma all’epoca non è per niente un successo internazionale, ma solo un buon successo country. Sarà la nuova versione registrata nel 1968 in occasione del concerto tenuto nel carcere a diventare un grande successo internazionale.
III – “Cry Cry Cry/Hey Porter (1955) primo singolo dopo l’esperienza alla Sun Records con Elvis e Jerry Lee Lewis”. Mah… il singolo è del giugno 1955 (sempre per la Sun) mentre il Million Dollar Quartet è del dicembre 1956, mi sembra inutile perdere ancora tempo in ulteriori precisazioni.
IV – “Ha continuato a cantare con successo anche dopo l’ottobre 1977 quando, durante un concerto in Michigan, ebbe un capogiro, cadde a terra e ricevette il terribile responso: sindrome di Shy-Drager”. L’evento è vero ma distorto. Già in precedenza gli era stato diagnosticato il ‘morbo di Parkinson’, tanto che lo stesso Cash lo comunica al pubblico durante il citato concerto, mentre un paio di settimane dopo la diagnosi venne modificata in sindrome di Shy-Drag, comunque collegata al Parkinson. Solo che tutto ciò avvenne vent’anni dopo la data segnalata, e cioè nell’ottobre 1997! Comunque nel 2000 fu accertato che in realtà si trattava di una serie di sintomi causati da danni al sistema nervoso, una neuropatia spesso associata al diabete.

JOHNNY CASH, L’UOMO IN NERO CHE CANTAVA L’AMERICA COUNTRY (Il Giorno, 13.9.2003)
Articolo sostanzialmente corretto ma con qualche errore.
I – “ …nel 1960 il passaggio alla Columbia…” In realtà il passaggio avvenne nel luglio 1958.
III live al Madison Square Garden del 2002… e quello ‘At Folsom Prison’ del ‘68, nato da un periodo di detenzione… sono le chiavi di volta… ”
La registrazione del concerto al Madison Square Garden è sì apparsa nel 2002 ma venne effettuata nel 1969 e non fu mai pubblicata prima. Il disco come fece ad essere una delle chiavi di volta della carriera? Per l’album del ‘68 a Folsom rimando a quanto già detto in relazione al trafiletto del Corriere della Sera.

ADDIO AL GRANDE JOHNNY CASH (La Repubblica, 13.9.2003)
Articolo abbastanza preciso salvo alcuni errori.
I – “… la sua voce… che ha segnato più di cinquantanni di musica americana…” Avendo avuto i primi risultati positivi di carriera nell’estate del ‘55 sarebbe stato più corretto dire ‘quasi cinquantanni’.
II- A metà degli anni cinquanta… riuscì ad incidere con la Sun… che in quei tempi aveva sotto contratto… Elvis Presley, Jerry Lee Lewis e Carl Perkins… con i quali formò il leggendario ‘Quartetto da un milione di dollari’…’”
Per gli errori qui presenti vedere alla notazione già effettuata per Il Giornale.
III – Un trafiletto a parte riporta “non gli fu risparmiata la galera… ” e “In fondo aveva tenuto sulle ginocchia Elvis… ”. Sono affermazioni gratuite ed infondate alle quali già rispondono notazioni precedenti.

JOHNNY GUITAR (l’Unità, 13.9.2003)
Titolo insulso, che richiama l’omonimo film del 1954, per un ottimo e corretto articolo al quale non si può imputare alcunché di errato. Buono anche il trafiletto dedicato agli ‘eredi’ di Cash.

JOHNNY CASH, SIGNORE DELLE TENEBRE (il Manifesto, 13.9.2003)
Titolo discutibile per un articolo abbastanza interessante che si concentra sul suo ‘lato oscuro’, ma con il solito errore: la partecipazione al Million Dollar Quartet, del quale in realtà fece parte solo ‘fotograficamente’ e non su nastro.

ADDIO A CASH, UOMO IN NERO (La Stampa, Torino 13.9.2003)
Sostanzialmente corretto, l’articolo riporta alcune inesattezze ‘veniali’ e il solito fatto che sarebbe stato incarcerato nella Folsom Prison (vedi quanto già detto in precedenza).

ADDIO A CASH, L’ULTIMO COWBOY (Il Secolo XIX, Genova 13.9.2003)
Breve e corretto articolo che preferisce ricordare più il suo lato ‘western’ piuttosto che l’abusato ritratto del ‘Man in Black’.

CASH, IL COUNTRY PERDE LA SUA LEGGENDA (Il Messaggero, Roma 13.9.2003)
Articolo tutto sommato corretto, a parte il solito discorso della sua presenza nel Million Dollar Quartet (vedi quanto già detto), e il fatto che ‘... vestiva sempre di nero perchè non voleva sembrare un cowboy‘. In realtà una versione plausibile di questa storia potrebbe essere che Cash iniziò ad usare abiti neri per differenziarsi dai classici country singers del Gran Ole Opry che vestivano in uno stile ‘western’, con abiti sgargianti e pieni di ricami.
Da notare inoltre che mentre nel testo si segnala semplicemente che ‘... nel 68 incise dal carcere l’album… ‘, nei sottotitoli qualcuno ha pensato bene di modificare il fatto in ‘Nel 68 incise in carcere, dove era recluso per droga…

Augusto Morini, fonte Jamboree n. 41, 2004

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