Keith Little - Distant Land To Roam cover album

Questo disco non è recentissimo, ma merita parlarne perché, come si usa dire, la buona musica non ha data di scadenza. Keith Little è un personaggio schivo e simpatico, che non ha mai voluto troppo apparire, anche se la sua carriera, iniziata alla fine degli anni ’60, è costellata di importanti collaborazioni: Vern Williams, Rose Maddox, Frank Wakefield, Country Gentlemen, Ricky Skaggs, Kathy Kallick, Dolly Parton…
La sua è musica tradizionale fortemente permeata di bluegrass, fatta alla sua maniera, una musica educata, che non urla e non spinge, rilassante: la sua parola d’ordine pare essere la semplicità. Suona la chitarra e canta in punta di dita (se mi è permesso l’eufemismo), con una voce venata di malinconia, sincera e vissuta.
Per questo atteso e ritardato esordio solista ha chiamato accanto a sé un valido gruppo: da Ronnie Stewart (banjo e fiddle) a Mike Compton (mandolino), da Dennis Crouch (basso) a Robert Bowlin (chitarra e fiddle), oltre a Claire Lynch che appare in alcuni cori.
I pezzi sono raffinati ed omogenei, cose originali insieme a cose poco note o dimenticate che vale la pena risentire. Merita segnalare i tre a firma dello stesso Little, l’iniziale Weary Ol’ Highway, un pezzo incisivo che rimane a lungo nella mente, la delicata e soave Where Dear Friends Will Never Part, e la maestosa Before The Praire Met The Plow, senza dimenticare l’orecchiabile Nightingale scritta dall’amico Robert Gateley che partecipa come harmony vocals e la frizzante versione di un bel pezzo di Granpa Jones.
Un disco ben fatto, fresco e pulito come una mattina di primavera appena spazzata dal vento.

Copper Creek 0189 (Bluegrass Tradizionale)

Claudio Pella, fonte Country Store n. 71, 2004

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