Registrato in due celebri locali californiani (il McCabe’s di Santa Monica e il Freight And Salvage di Berkeley), Tap The Red Cane Whirlwind è il primo live di Kelly Joe Phelps, artista cult per gli appassionati di musica acustica. L’album è una fedele documentazione, nel format e nel repertorio, di un concerto tipo del musicista di Portland, Oregon. Accompagnato esclusivamente dalla sua preziosa, raffinatissima sei corde, Phelps propone sette brani di sua composizione e un paio di blues classici, retaggio mai dimenticato degli esordi.
Anzi, il disco inizia proprio con una lunga, intensa versione di Hard Time Killin’ Floor Blues di Skip James e propone, successivamente, un grandioso gospel (I Am The Light Of The World), tratto dal repertorio del reverendo Gary Davis ed eseguito con impeccabile finger picking. Nel mezzo, una manciata di brani (come l’incantevole Tommy) tratti dai suoi album più recenti.
Il suo chitarrismo acustico, completo, elegante ed efficacissimo, è l’elemento attorno al quale Phelps costruisce la sua proposta artistica, classicamente intimista. Tecnicamente inappuntabile, Kelly Joe è anche discreto compositore, ma il format minimalista finisce inevitabilmente per limitarne le scelte timbriche e, conseguentemente, la fruibilità.
In più, il tono morbido, le atmosfere delicate e la (forse) eccessiva lunghezza di ciascun brano scelto, non aiutano a creare quella varietà necessaria per un ascolto gratificante. Tanto che la sincopata Gold Tooth, pur non essendo la canzone con la miglior melodia, risulta (alla fine) il pezzo più efficace del disco.
Ryko 10801 (Singer Songwriter, 2005)
Ezio Guaitamacchi, fonte JAM n. 112, 2005