Dopo il primo ascolto di questo Blue Heat, ero convinto che Kim Lembo fosse l’ennesimo centro messo a segno dalla Antone’s nella scoperta di talenti vocali femminili, al pari di Lou Ann Barton, Toni Price, Marcia Ball, quindi complimenti alla Blue Wave, alla quale invece spetta la paternità di questo magnifico esordio.
Un esordio vibrante, prorompente, giocato sulle caratteristiche vocali ed interpretative di questa giovane cantante che con la sua grinta da veterana del blues trascina anche la band di vecchi marpioni quali Mark Doyle e l’entourage della Doyle-Whiting Band e dei confratelli Backbone Slip.
Le note di copertina parlano di influenze e di revival dei grandi guppi di rock-blues degli anni ’60, ma mi sembra un’etichetta banale, visto che Kim Lembo ha scelto i brani da interpretare sì dal repertorio di autori che hanno vissuto la loro carriera a cavallo dei ’60’s, ma certo non ne hanno influenzato la storia, fatta eccezione per So Swell… di Aretha Franklin, un omaggio ad una delle più grandi ed a un gran pezzo che Kim interpreta con grinta e senza alcun imbarazzo.
Le altre firme sono quelle di Nick Gravenites, Peter Green, Geoff Muldaur, Keith Sykes, Lonnie Mack, Duke Robillard tutti bei nomi che sembrano rivivere nella timbrica potente di questa giovane cantante che passa con la massima disinvoltura dal blues al soul al r&b ed al rock, offrendo sempre interpretazioni estremamente originali ed accattivanti.
Al risultato contribuisce Mark Doyle — uno dei più creativi dell’ultimo decennio — la cui chitarra tagliente è capace di disegnare atmosfere di grande effetto e tutta la band con un suono corposo, ruvido, a volte fin troppo elegante, in cui la voce di Kim graffia con ritmi più decisi e trascinanti. Accostiamoci a questo Blue Heat con il dovuto rispetto!
Blue Wave CD 125 (Blues, Blues Rock, 1994)
Claudio Garbari, fonte Out Of Time n. 6, 1994