Mike Blakely

Mike Blakely è un vero cowboy texano, cresciuto nel ranch di famiglia sulle colline di Marble Falls lavorando con il bestiame e addestrando cavalli, vive in completa simbiosi con la natura. Mike, nell’oltreoceano, è un noto e rispettato autore di romanzi western con alle spalle una produzione che conta ben dieci libri editi dalla newyorchese Forge Books, l’ultimo dei quali intitolato Dead Reckoning.
Il Nostro è anche un affermato musicista specializzato in autentiche ‘cowboy songs’. Mike ci racconta che mentre stava lavorando ad un suo libro, Shortgrass Song che narra la storia di un musicista vagabondo, ha cominciato ad imparare molte autentiche canzoni dell’epopea western, dai classici come I Ride An Old Paint, o Red River Valley, oppure Rambler Gambler fino a scriverne proprie nello stesso stile.

Questa appassionata ricerca lo ha portato a diventare un importante musicista e di conseguenza ad esibirsi in numerosi concerti e festivals tra cui ricordiamo l’importantissimo ‘Cowboy Poet Festival’ di Elko, nel Nevada. Molte delle sue canzoni sono state registrate da famosi artisti fra i quali è doveroso ricordare Flaco Jimenez e Raul Maio (leader dei Mavericks) che nel 1995 con la canzone co-firmata da Mike Blakely Seguro Que Hell Yes hanno vinto un Grammy Award. Inoltre Mike collabora attivamente con Alex Harvey, prestigioso autore di canzoni che ha composto brani per artisti del calibro di Chris Ledoux, Tanya Tucker, T. Graham Brown, Billy Ray Cyrus e Lee Roy Parnell. Mike Blakely come solista ha all’attivo un CD dal titolo Ride The River, nel quale suonano alcuni noti musicisti dell’area texana, quali: Scott Boland (chitarrista dell’artista blues Debbi Walton), Ron Knut (violino e accordeon), Champ Hood (chitarra), nonché il chitarrista, session man e produttore di questo dischetto Larrye Nye.

Ride The River è un dischetto che si ascolta tutto d’un fiato, perché suonato con semplicità e onestà, le canzoni di Mike sono sincere come un buon whiskey, trasudano di buoni sentimenti, affetto, amicizia e rispetto per l’uomo e per la natura che lo circonda. Tutte le canzoni del CD sono bozzetti di vita texana a metà tra antico e moderno; i momenti migliori del disco sono a mio avviso il brano di apertura Charlie Siringo in cui racconta la storia di un vecchio cowboy detective del secolo scorso, la bella e dolce Paisano, la suggestiva The Border Country ballata malinconica e senza tempo, cantata da vero storyteller, che ci racconta la storia di un duello per un amore forse non corrisposto, e la bella e trascinante tittle track Ride The River.

Un’altra grande canzone del CD è la dolcissima ed evocativa Mira Las Palomas, il cui ritornello viene cantato in spagnolo, nella quale un vecchio cowboy arrivato alla fine del proprio sentiero guarda al cielo pregando di “volare via nel cielo con i colombi, come fossero angeli…”
Il Nostro è comunque già all’opera per il suo secondo CD che verrà pubblicato dall’etichetta Cold Spring Record, in contemporanea con l’uscita del suo undicesimo libro Comanche Dawn, nella primavera del prossimo anno.
Mike Blakely è stato impegnato in un breve tour in Italia nel mese di aprile accompagnato da validi musicisti quali Larry Nye alla chitarra (ricordiamo le sue collaborazioni con autentici ‘monumenti’ della musica americana come Willie Nelson, Jerry Jeff Walker e Michael Martin Murphey), il simpatico Donnie Price al basso, già conosciuto dal nostro pubblico per un tour con la Don McCalister Band lo scorso anno, grande amico di Merle Haggard e Willie Nelson vanta prestigiose collaborazioni con famosi musicisti tra i quali Flaco Jimenez, Chris Wall e Don Walser e, infine, ad accompagnare Mike il bravissimo Fabrizio Poggi, cantante armonicista e fisarmonicista dei Chicken Mambo.

Country Store l’ha incontrato prima di un suo concerto, ecco a voi l’intervista.

-D. Mike tu sei un noto e affermato scrittore con ben undici libri al tuo attivo, ma come è nato Mike Blakely musicista e autore di cowboy songs?
-R. Mio Padre suona il flddle e la chitarra e a diciotto anni mi ha insegato a suonare la chitarra e le prime cowboy songs tra cui Red River Valley (ne canta il ritornello).
-D. Credi che il tuo lavoro di scrittore ti abbia aiutato nella composizione musi­cale, oppure hai incontrato difficoltà nel raccontare una storia in pochi minuti?
-R. E’ molto differente perché quando scrivo un libro mi metto la sera alla scrivania a raccogliere le idee, mentre le canzoni nascono più spontanee, quando guido il mio pick-up truck o faccio altro, mi viene in mente un motivo e ci scrivo una canzone.
-D. Come e da cosa nascono le storie che Mike Blakely ci racconta nelle sue canzoni?
-R. Le storie che racconto nei miei libri nascono dalle vecchie leggende del mondo dei cowboy e da storie vere, mentre le canzoni che io scrivo sono tratte dalla vita di tutti i giorni, del cow-boy moderno e della sua situazione, ma anche di città, la vita, l’amore. Stilisticamente prendo spunto da diversi generi come il blues, il rock’n’roll etc.
-D. Ho ascoltato il tuo CD Ride The River e mi è piaciuto molto. Com’è nata la collaborazione con Larry Nye?
-R. Io e Larry abitiamo vicino, a una ventina di minuti. Larry aveva letto di me su un giornale, sul fatto che scrivessi libri e canzoni, così un giorno mi ha chiamato ci siamo visti al suo studio di registrazione e da li è nato tutto. Io conoscevo già Larry di fama perché collaborava con Willie Nelson, Jerry Jeff Walker ed altri e quindi abbiamo deciso di collaborare.
-D. Quali sono le tue influenze musicali? Mi pare che nella tua musica ci siano diversi richiami a certe cose di Micheal Martin Murphy.
-R. Io e Michael abbiamo fatto qualche spettacolo insieme, siamo molto in contatto, abbiamo suonato in rassegne sulla musica western insieme anche al grande Don Edwards. Michael aveva letto di me sui giornali, così quando è venuto dalle mie parti per suonare ci siamo incontrati e mi ha detto “ci potremmo trovare nel pomeriggio a fare un giro coi cavalli”, anche con Larry Nye. Oltre a Michael Martin Murphey le mie influenze sono Hank Will­iams, Eagles, Floyd Tillman etc…
-D. Qual è la situazione della Western Music negli Usa? Mi pare che non abbia mai avuto una popolarità così alta dagli anni ’30, quando però era forse più legata ad un discorso cinematografìco.
-R. Si è vero. E’ cominciato tutto con la poesia, con i poeti western, e negli USA accade spesso che la letteratura trascini poi la musica. Quindi sono tornati prima i poeti e poi i musicisti.
-D. Musicisti come Don Edwards, Sons Of San Joachin e anche te stesso Mike, che pubblico trovate durante i vostri shows, e esistono differenze tra un pubblico texano e uno newyorchese?
-R. In Texas piace la western music ma questo è ovvio, mentre per un pubblico della East Coast è qualcosa di nuovo, una sorta di evasione dal mondo in cui vivono, perché a loro piace sentire parlare di cowboy, di natura di campagna e di cavalli, in Texas tutto questo rientra nella norma. Le migliori critiche infatti, mi provengono da questi posti.
-D. Come ha trovato il pubblico in Italia durante l tuoi shows?
-R. Ho trovato un pubblico molto caloroso, ascoltava, applaudiva e chiedeva bis. Sono molto contento.
PS: un speciale ringraziamento a Fabrizio Poggi e Angela Megassini per la collaborazione e l’amicizia dimostrata.

Claudio Romani, fonte Country Store n. 43, 1998

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