Premetto che secondo me Lurrie Bell è, fra i chitarristi blues delle ultime generazioni, il più geniale e dotato: purtroppo, questo suo talento è andato spesso sprecato a causa degli abusi con alcool e droghe, ed anche per via di una gestione poco oculata della sua carriera.
Eravamo perciò rimasti piacevolmente sorpresi quando Lurrie era tornato a registrare in studio in un disco in comproprietà con Phil Guy (suonavano un po’ di pezzi per ciascuno): lì Lurrie aveva impressionato per tecnica, buon gusto e classe.
In questo Mercurial Son, si presentava per la prima volta in sala come leader assoluto: era dunque legittimo una buona dose di curiosità da parte nostra. Purtroppo. il risultato è stato molto deludente. Indubbiamente questo ‘rampollo illustre’ (è infatti figlio di Carey Bell, uno dei migliori armonicisti di Chicago blues di tutti i tempi) non ha perso il suo tocco delicato e tagliente, e quando la sua chitarra si scalda fa sempre cose interessanti; il problema è che questo CD, per parlare chiaro. non si capisce bene né cosa sia. né dove voglia portare.
Mi spiego: l’unico vero blues presente è West Side Woman, un buon pezzo in classico chicago-style. Poi, a parte una versione discreta di un noto slow Blues All Around Me, dove la chitarra di Lurrie si fa molto apprezzare, troviamo tutta una serie di pezzi dominati da sonorità strane, tentativi di imboccare strade nuove (Lurrie Bell’s Hipshak, Your Daddy Done Tripped The Frigger, ad esempio) che però, lo ripetiamo, a nostro parere lasciano un po’ il tempo che trovano.
Lurrie Bell è senz’altro un grande musicista blues che finora, soprattutto su dischi e CD ha espresso non più del 40% del suo reale valore; ed allora, perché perdersi in esperimenti mediocri e (soprattutto) senza cuore, quando si ha ancora tanto da dire su un terreno più tradizionale?
Sì perché il problema principale di questo Mercurial Son è, a nostro parere, di essere freddino: un bell’esercizio di stile, ma poco più. Aspettiamo un lavoro diverso, più sentito e più Blues (con la maiuscola), da parte di un talentuoso chitarrista che non ho ancora trovato, se non a sprazzi, la sua vera dimensione.
Your Daddy Done Tripped The Frigger – Your Wild Thing Ain’t Wild Enough – Sweet Daddy Rest In Peace – Blues In The Year One-D-One – Just One Hour Behind The Sun – Lurrie’s Cool Groove – Tell Me About Your Love – Longwiev Texas Trainwreck – Voo-Doo Whammy #2 – Lurrie Bell’s Hipshank – Blues All Around Me – West Side Woman – Voo-Doo Whammy #1 – Lurrie Bell’s Hipshank (instr.) – Your Wild Thing Ain’t Wild Enough (instr.)
Delmark DE-679 (Blues, 1995)
Paolo Cagnoni, fonte Jamboree n. 2, 1996
Ascolta l’album ora