Mark David Manders - Highs & Lows cover album

Cinque albums in otto anni non rappresentano esattamente una produzione inflazionata, ma è proprio di questo che stiamo parlando. Mark è attivo dal 1994, quando esordì con quel gioiellino intitolato Headin’ Out West, seguito a breve da People & Places (il CD che ce lo fece conoscere), Tales From The Couch Circuit e Chili Pepper Twist.
Questo Highs & Lows è dunque il suo quinto prodotto e conferma in pieno quanto di buono avevamo scritto su di lui. Oltre quarantasette minuti di sano country texano, spruzzato abbondantemente di grinta rockettara e di tanta voglia di suonare quello che piace a lui (e a noi). Prodotto dall’ormai onnipresente Lloyd Maines (non credo che quest’uomo abbia il tempo di dormire), Mark si circonda di nomi noti (lo stesso Lloyd, Billy Joe Shaver, John Inmon, Bob Livingston, Riley Osbourn, Max Stalling e Rodney Pyeatt) e non (Lance Smith, Jeromy Yager, Steve Cargill, Heather Woodruff, Matt Slusher, Andy Kay Joyner, Terry Gaddis, Adam Odor e Jeff Luna).
Già con l’iniziale Clovis Highway si percepisce il respiro del deserto texano e delle sue atmosfere infuocate. Il ritornello della canzone è di presa immediata e siamo già lanciati sulla highway diretta a sud.

Drive ne rappresenta il logico proseguimento, con il fiddle di Heather Woodruff che ci accompagna piacevolmente. Si parla di Amarillo ed Abilene, ma poco importa la direzione, l’importante che la strada sia ancora lunga e la musica non si fermi.
Just Me è introdotta dalle chitarre acustiche, ma il pezzo decolla con l’attacco della voce di Mark, calda e confidenziale: grande musica. Halloween Costumes è una spigliata ballata mid-tempo sulla caducità delle cose (“…i costumi di Halloween e la pizza durano solo fino al giorno dopo…”), mentre Suicidal Pigeon è una curiosa canzone recitata, più che cantata, una sorta di talking-blues sui generis.
Dal testo di Sam Houston arriva il titolo del CD ed il brano è una tosta ballata elettroacustica che ci spinge a proseguire l’ascolto interessato – ed interessante – di questo disco con Hell’s Half Acre, introdotta dalla voce di Billy Joe Shaver, che assume, per l’occasione, toni satanici. Ballata desertica e minimalista, è eseguita da Mark con trasporto e partecipazione, quasi narrasse della sua stessa vita, anziché una storia del vecchio West.
Follow Me è tipicamente country & western, Oxford, Mississippi ha un’introduzione quasi classicheggiante e prosegue nella narrazione di un sogno denso di luoghi comuni, tipici del paesaggio del sud degli States. Ward’s Song ha un’andatura squisitamente western, la conclusiva Leavin’ San Angelo chiude davvero alla grande, con l’immancabile omaggio alle sonorità swingate che rappresentano una caratteristica imprescindibile di certa musica texana: il fiddle si scatena ed è un tripudio finale. Grande disco, Mark: procedi così e saremo sempre tutti con te.

Blind Nello 1104 (Traditional Country, Singer Songwriter, 2002)

Dino Della Casa, fonte Country Store n. 65, 2002

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