Le emozioni degli anni ’70, quando di dischi come questo ne uscivano tanti ma, purtroppo, da noi ne arrivavano pochi, sono anche le emozioni del nuovo millennio. Parliamo di questo gioiellino di musica cantautorale tra rock e folk, con le giuste dosi di blues, old time, e roots sound. Il protagonista è un musicista che ha un esordio tardivo ma decisamente al di sopra della media. Lo abbiamo recentemente ascoltato nel disco della moglie Stacey Earle (presente qui come corista), Simply Gearle, con buona parte dei presenti in Songs From A Corner Stage.
Mark Stuart, cognato di Steve Earle, suona armonica, chitarre, piano e mandolino, e si autoproduce in un duttile quartetto che comprende anche Danny Mayo, basso, Bobby Tipton, batteria, Michael Webb, tastiere ed accordion (ascoltato anche con i Neal Coty e con i Brooklyn Cowboys). E’ dotato di una buona vena compositiva e sicuri punti di riferimento, nell’ordine citerei John Hiatt in chiave rootsy e Dylan. Ha un magico senso per la soul-music con ballate di grande spessore eseguite in modo semplice e diretto, Small Photographs (con un centrato Bo Ramsey alla slide) e Gonna Love Someday su tutte.
Stupefacente è il suo feeling per le ballads, dalle più semi-acustiche ed intimiste folk songs, Ragged Suitcase, Lorraine, per voce ed armonica, la lunga e struggente When Katey Sings, dove la sua triste voce contrasta in modo perfetto con l’accompagnamento di chitarra e mandolino. Non da meno sono le più corpose costruzioni sonore, che evidenziano melodie di prim’ordine realizzate in modo semplice ed essenziale con i pochi strumenti citati. Boss Is Watchin’ pare uscita dalla penna di Fogerty ed interpretata dai Creedence, e brani come Old Money e Girl From Louisiana non sembrano certo parto della fantasia di un esordiente.
Gearle 2802 (Roots Rock, Singer Songwriter, 1999)
Tommaso Demuro, fonte Out Of Time n. 35, 2000)
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