Michael Katon – Rip It Hard cover album

E’ sempre difficile stabilire il livello di popolarità di un chitarrista blues, soprattutto quando suddetto musicista non è supportato da un buon lancio pubblicitario e da un’etichetta di grande distribuzione.
Questo vale anche per Michael Katon, uno dei talenti migliori che il rock-blues abbia sfornato negli ultimi anni, un chitarrista che ha uno stile simile a quello di George Thorogood. Katon si rimette in luce con Rip It Hard, uno splendido lavoro in trio che si veste di pezzi tiratissimi, ostentando un’immediatezza che aveva il solo Stevie Ray Vaughan.
Se l’intero CD si merita un dieci per i suoi brani, non così però pare essere il livello tecnico della chitarra di Michael, a volte sin troppo in mostra di poca pulizia e precisione.
E’ l’unica colpa che gli attribuisco, soprattutto quando poi egli decide di lanciare assoli lunghissimi, privi di un fraseggio ben adeguato.

Fortunatamente la trascinante Rip It Hard che da il titolo all’album, Lucky, Lucky, Lucky, No More Whiskey e Burnt The Joint Down conferiscono al lavoro degli aspetti molto più belli. La sezione ritmica è di quelle abituate ad uno spirito decisamente combattivo, Gary Rasmussen al basso e Jon Eppinga alla batteria aiutano Katon a ‘spingere’ ancor di più con i suoi riffs di chitarra.
Anche come cantante il nostro si comporta benissimo, dimostrando davvero di essere uno dei musicisti blues più completi. A scanso di equivoci chiarisco che tale prodotto ha poche attinenze con il blues più canonico, avevo citato Thorogood come influenze, ma anche Jimi Hendrix, Rory Gallagher e ZZ Top paiono trasparire fra le note di una chitarra così robusta.

Provogue PRD 70642 (Blues Rock, 1994)

Roberto Guarnieri, fonte Out Of Time n. 5, 1994

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