Montreux, ridente cittadina svizzera da anni associata al più prestigioso Jazz Festival europeo, sale nuovamente alla ribalta della cronaca musicale grazie a una delle più interessanti novità della musica acustica contemporanea: il quartetto californiano formato da Barbara Higbie, Darol Anger, Mike Marshall e Michael Manring, la Montreux Band appunto.
“Ci è parso abbastanza naturale” spiega Barbara Higbie “rendere omaggio al luogo che in un certo senso ci ha consacrati come gruppo e che per primo ci ha fatto prendere in considerazione l’ipotesi di suonare insieme su base regolare”. Era dal 1983, dall’uscita cioè dal gruppo di David Grisman, che Mike Marshall e Darol Anger ricercavano avidamente una loro identità musicale.
Darol dice: “Suonare con David significava suonare la musica di David, e ad un certo punto sia io che Mike volevamo suonare la nostra musica. L’esperienza con Grisman è stata fondamentale per la nostra carriera e per la nostra maturazione artistica. Per questo credo saremo eternamente riconoscenti a ‘Dawg’ per tutto ciò che abbiamo potuto imparare da lui”.
Il dopo Grisman per Anger & Marshall ha soprattutto voluto dire The Duo, una gemma luminosa della New Acoustic Music, due esuberanti giovani talenti finalmente liberi di esprimere appieno tutta la loro enorme potenzialità. Jazz, bluegrass, musica classica e rock si mischiavano, alternavano e rincorrevano sulle corde dei loro fantastici strumenti.
La proposta musicale era accattivante, dinamica e molto divertente ma riproponeva comunque schemi musicali noti. Forse, come loro stessi hanno ammesso, Mike e Darol continuavano a sentirsi ‘ex-David Grisman Quintet’.
Il costante desiderio di produrre qualcosa di veramente originale, di creare una ‘loro’ band, li portava nuovamente in contatto con Barbara Higbie, da sempre vicina, musicalmente e caratterialmente, al ‘pazzo Duo’.
In California e in tutti gli Stati Uniti esplodeva in quel periodo il fenomeno Windham Hill. L’interesse della casa discografica convinse Mike, Darol e Barbara a mettere in piedi un gruppo di cui avrebbero fatto parte Todd Phillips (rinomato contrabbassista già con David Grisman, Tony Rice e la Bluegrass Album Band) e lo steel-drummer Andy Narell, destinato a percorrere una brillante carriera solista.
Con questa formazione viene inciso l’album Live At Montreux, primo importante passo verso la creazione dell’attuale ‘Montreux sound’. Il disco è recepito benissimo dalla critica, da tutti i fans della Windham e anche da molti jazzisti della nuova generazione. Gli unici a rimanere, diciamo, perplessi erano i fans di Anger & Marshall, cioè coloro che seguono il bluegrass contemporaneo e la New Acoustic Music.
Per loro la musica di Live At Montreux è moscia, priva della grinta e della spumeggiale vitalità che si riscontravano nei precedenti lavori del Duo.
In effetti l’album riflette le caratteristiche tipiche della miscela Windham Hill: atmosfere rarefatte, sonorità filtrate, ‘colori’ tenui, e tutto ciò spesso non è sufficiente al ‘bluegrassaro’ medio.
Il gruppo, in effetti, in quel momento non era ancora una band stabile e la sensazione della mancanza di un suono ben definito, di una compattezza solida è a nostro avviso una costante del Live At Montreux, che già comunque contiene alcune trovate geniali e che nel complesso è un lavoro di prim’ordine.
Alla fine del 1985, ormai è storia d’oggi, giungeva la decisione di creare la Montreux Band. “Ho cominciato ad avere la sensazione che poteva funzionare” ci confida Mike Marshall “dopo aver suonato con Michael (Manring)”. Il giovane bassista è infatti una delle chiavi di volta della nuova sonorità del gruppo.
Allievo di Jaco Pastorius, 25 anni da Washington, D.C., Michael ha appreso dal maestro l’enorme bagaglio tecnico e l’ha posto al servizio di una musicalità piuttosto originale che naviga sulle stesse frequenze di Mike, Darol e Barbara.
Influenzato più da chitarristi come Michael Hedges che non da altri colleghi delle quattro corde, Manring contribuisce a dare alla band un suono personalissimo e un preciso e dinamico ‘drive’.
Mike e Darol, dal canto loro, sono ormai perfettamente calati nella nuova realtà ed hanno trasferito tutta la loro carica e la loro brillantezza nel gruppo.
Barbara Higbie è forse quella che meno ha faticato a inserirsi in un ensemble che comunque, per tipo di musica, è più consono alle sue stesse inclinazioni. Ma anche Barbara ha dinnanzi a sé nuove ed allettanti prospettive quali un maggiore uso del synth e soprattutto una più ampia esplorazione delle sue qualità vocali che sono veramente notevoli.
Visto in concerto a Milano, il gruppo è stato veramente sbalorditivo. Insieme ai New Grass Revival è, forse, una delle punte più avanzate della musica acustica mondiale. Tono, potenza, dinamismo sono costantemente presenti a puntellare una architettura sonora unica che può essere la via alla musica acustica del 2000.
Qualcuno in America ha già definito questa musica ‘New Age’, il suono di una nuova epoca. L’etichetta è azzeccata per una formula musicale che per la prima volta può vivere indipendente dal jazz, dal bluegrass e dalla musica classica, costanti ispiratrici della New Acoustic Music degli anni settanta.
Per la prima volta il fenomeno è originale, definibile, abbordabile al di là delle passioni settoriali che rischiano di ghettizzare il già ghettizzato mondo della musica acustica.
Forse davvero una ‘New Age’ per la musica acustica è cominciata.
Ezio Guaitamacchi, fonte Hi, Folks! n. 18, 1986