Sfogliando alcune delle piú autorevoli riviste americane ed europee specializzate in country music ho notato, con estrema soddisfazione, che vi sono sempre piú articoli dedicati ad artisti australiani.
Nel numero di maggio di Country Music International, per esempio, si parla di Lee Kernaghan e del Foster Tamworth Music Festival, mentre su Country Music People di giugno, vi è una recensione molto positiva dell’ultimo album di Tania Kernaghan Dancing On The Water.
Non sono quindi il solo (per fortuna) a sostenere che la musica country ‘Down Under’ da un pó di tempo a questa parte, ha prodotto artisti di caratura internazionale.
Con il debutto di Neville Anderson con l’album True To Country su Salidu Records, il panorama country di quest’isola si è arricchito di un nuovo personaggio dalle grandissime possibilitá.
Autore di tutti i 15 brani del CD, Neville interpreta una country music molto tradizionale, fatta di steel e fiddle, di outback e di Heartbreak Highways venata peró da una buona dose di quella triste e feroce ironia cosí tipicamente australiana.
Ne sono la prova titoli come Call Me Country o Country In My Blood dove l’autore difende con orgoglio le sue origini di ragazzo di campagna e la sua vita nell’outback, dove gli stivali si indossano perchè sono indispensabili per andare a cavallo, dove i cappelli a falde larghe si portano per difendersi dal sole cocente o dalla pioggia scrosciante e dove nessuno si sognerebbe di indossare camicie sgargianti molto costose per condurre un trattore.
Cresciuto alla scuola di Lee kernaghan come quasi tutti i new traditionalists australiani, Neville riesce tuttavia a mantenere uno stile estremamente personale certamente aiutato dal fatto di essere l’autore di tutte le canzoni dell’album.
Incisiva la voce, molto baritonale,, e puntuale l’apporto dei musicisti, fra i quali spicca il dobro di Laurie Minson, per un album davvero grande.
Non ditelo a nessuno, ma i canguri stanno pian piano conquistando la country music.
Salidu (Traditional Country, 1999)
Gianluca Sitta, fonte Country Store n. 50, 1999
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