Nitty Gritty Dirt Band – The Circle Forever cover album

A distanza di 18 anni la storia si ripete: Will The Circle Be Unbroken, la bibbia della country music, ha oggi un volume 2. E sembra proprio che il cerchio sia destinato a non rompersi.

Agosto 1971: William Mc Euen, giovane e rampante manager del Colorado, ha un’idea folgorante: la produzione di un disco che possa mettere insieme, per la prima volta, i grandi maestri della country music americana e i loro giovani epigoni.
Mc Euen agisce nell’ambiente musicale come produttore della Nitty Gritty Dirt Band, lo straordinario gruppo che ha popolarizzato, se non addirittura creato, il country-rock, originale miscela che unisce ai suoni e alle melodie della tradizione americana i ritmi e l’efficacia del rock’n’roll. Della Nitty Gritty fa parte John Mc Euen, fratello di William, e polistrumentista di grande talento.

I Mc Euens si recano dunque a Nashville e mettono a punto l’affascinante progetto che culminerà nella produzione di un album triplo dall’intrigante titolo: Will The Circle Be Unbroken. Personaggi storici come Mother Maybelle Carter, Earl Scruggs, Doc Watspn, Roy Acuff, Merle Travis e Jimmy Martin uniscono il loro carisma alle straordinarie abilità di giovani talenti quali Norman Blake o Vassar Clements nonché a quelle dei 5 Nitty Gritters originali: Jeff Hanna, Jimmie Fadden, Jim Ibbotson, John Mc Euen e Les Thompson.
In totale vengono incisi ben 37 pezzi che, oltre a rappresentare il più vitale e completo manifesto della storia della country music, incorporano il principio di continuità fra tradizione ed innovazione, caratteristica questa che, più di ogni altra cosa, conferisce un’importanza unica a questo lavoro.

Gennaio 1989: a diciotto anni di distanza si compie il secondo atto: stesso scenario (Nashville), stessi attori (Nitty Gritty): cambia il regista.
Bill Me Euen è ormai un affermato produttore cinematografico hollywoodiano: gestisce star dell’importanza di Robin Williams o Steve Martin e produce pellicole multimiliardarie: il country è rimasto solo un vecchio hobby.

Suo fratello John, dopo le celebrazioni del ventennale della band, nel 1986, ha inoltre lasciato la Nitty Gritty, ufficialmente per motivi famigliari (stanchezza di un’intensa attività ‘on thè road’ e maggior desiderio di privacy) ma più probabilmente per dissapori o per altri motivi: chissà.
Il gruppo, che aveva perso Les Thompson ma guadagnato Bob Carpenter, ottimo tastierista, dopo un periodo di crisi si è ripreso alla grande con il rinato interesse per la musica country grazie ai nuovi tradizionalisti e al filone del ‘New Country’.

Come altre volte abbiamo avuto modo di affermare il ‘New Country’ non è altro che la versione riveduta e corretta del buon vecchio country rock di cui i Nitty Gritters sono stati indiscussi maestri.
Facile dunque per loro aggiustare il tiro e proporre nuovamente, in modo adeguato ai tempi, una produzione assolutamente di qualità con tutte le caratteristiche per il successo.
E così è stato.

Il gruppo è nuovamente balzato agli onori delle cronache, ha sfondato le classifiche country, interessato i mezzi di comunicazione.Ma il successo non ha fatto perdere alla band l’attenzione verso un progetto importante e tutto sommato ancora incompiuto.
Se è vero che il ‘cerchio non doveva interrompersi’ tra i maestri della tradizione e i loro successori degli anni ’70, a maggior ragione il ‘cerchio doveva continuare’ in un periodo di grande vitalità e rinascita di questo mondo musicale.
Gli anni ’80 hanno sfornato talenti in diversi segmenti della country music: c’è stata l’esplosione musicale e tecnica della New Acoustic Music, il ritorno della tradizione, la commistione con il rock più genuino.

Stesso scenario, dicevamo, e stessi attori. Questa volta non si saprà mai come nacque l’idea di dare un seguito alla saga di Will The Circle Be Unbroken, anche se alcuni malignano che la nuova casa discografica della Nitty Gritty (la Universal Records) abbia avuto un peso, preponderante in que­sta decisione.
A noi tutto sommato questi pasticci poco importano: il gruppo, con l’aiuto di Randy Scruggs, ha comunque le idee chiare. E, di nuovo, ‘il cerchio’ riprende a danzare.
A Nashville, l’inverno 1989 verrà ricordato come uno dei più miti. Negli Scruggs Sound Studios, Chuck Morris, attuale promoter della NGDB e patron di altri giovani talenti country, funge da regista, insieme al giovane Scruggs e a tutti i Nitty Gritters.

Come parte stabile del gruppo vengono aggiunti 3 enfant prodige dell’ondata New Acoustic Music: Mark O’Connor (fiddle e mandolino), Jerry Dougras (dobro) e Roy Huskey Jr. (contrabbasso).
A tutelare l’eredità’ del passato, il re del banjo Earl Scruggs, Roy Acuff (The King Of Country Music), Johnny Cash, The Carter Family, Chet Atkins e Jimmy Martin.
Tra i nuovi eroi, New Grass Revival, Michael Martin Murphy, Paulette Carlson (la affascinante leader degli Highway 101), John Hiatt, Bruce Hornsby, Rosanne Cash, Ricky Skaggs.

In più, e questa è la grande novità, una serie di nomi importanti per la country music che, per diverse ragioni, sono sempre stati considerati fenomeni paralleli al Nashville sound. Si tratta di Emmylou Harris, Chris Hillman e Roger Mc Guinn, John Denver, Levon Helm (della Band), John Prine.
Will The Circle Be Unbroken -volume 2 – presenta in totale 20 brani per complessivamente oltre un’ora di grande musica.

Molti e di natura diversa gli spunti di interesse. Come nel progetto originale, la Nitty Gritty Dirt Band accompagna i vari musicisti in tutti i brani creando un’omogeneità di suono eccezionale sulla quale si innestano i vari talenti con le loro peculiarità.
Tre i brani interamente gestiti dalla Nitty Gritty e sono tutti di grandissimo valore. Si tratta di When It’s Gone, pezzo frizzante nello stile asciutto elettro-acustico caratteristico del gruppo, Turn Of The Century, una stupenda ballata moderna e soprattutto la rivisitazione di Bayou Jubilee, grande classico della band, in quell’originale cajun-rock che la NGDB/ ha saputo rendere così bene.
Bayou Jubilee (con l’apporto di un grande Bruce Hornsby al piano) è uno dei momenti più felici dell’album, forse il più trascinante.
Ma ci sono tanti altri episodi che meritano la citazione.

Innanzitutto uno straordinario duetto John Hiatt – Rosanne Cash su One Step Over The Line, grande brano firmato dallo stesso Hiatt dotato di un’intensità e una corposità che non hanno eguali.
Anche in questo pezzo sono efficacissimi l’arrangiamento e i suoni: una saggia ed equilibrata commistione dello strumento acustico con il beat preciso e secco della batteria di Jimmie Fadden.
Stupisce per dinamismo anche The Valley Road hit firmato ed interpretato (qui in una inusuale versione bluegrass) da uno scatenato Bruce Hornsby.
Tiratissimo ed impeccabile l’attacco vocale che lancia The Valley Road in una incontenibile corsa al ritmo di banjo e mandolino.

Benissimo anche l’incantevole Paulette Carlson (sarà lei, non abbiamo dubbi, la regina della country music degli anni ’90): Lovin’ On The Side è un pezzo alla Highway 101, con un perfetto Jerry Douglas al dobro e un aleggiante spirito honky-tonk.
Per i nostalgici dei Byrds, una vera e propria chicca; Mc Guinn & Hillman alle prese con uno dei loro cavalli di battaglia, You Ain’t Going Nowhere di Dylan, con suoni ed atmosfere west-coastiane da brivido. E’ sufficiente l’attacco vocale di Mc Guinn nel primo verso della canzone per vivere di rendita per un mese. Davvero imperdibile.
Se i finora citati sono i momenti più magici del lavoro, almeno altri 4 o 5 pezzi meritano note positive. Innanzitutto Michael Martin Murphy e la sua Lost River.

Poi il grande John Prine con una magnifica Grandpa Was A Carpenter e gli stupefacenti New Grass Revival (che avrebbero potuto essere un po’ più incisivi) con la rielaborazione del gospel tradizionale Don’t You Hear Jerusalem Moan.
Una gradita sorpresa è la eccellente performance di John Denver, artista alla camomilla, che qui si riabilita con un bellissimo pezzo di Don Schlitz And So It Goes.
Meno bene, a causa di una non felice scelta dei brani, due purosangue del country: Ricky Skaggs con una Little Mountain Churchouse un po’ moscia e la magnifica Emmylou Harris che non emerge più di tanto sia nel brano da lei interamente gestito Mary Danced With Soldiers (una cupa ballata di Paul Kennerley) sia nel duetto con Bob Carpenter Riding Alone.

Da non dimenticare infine l’eccellente traditional Life’s Railway To Heaven, interpretato dall’inossidabile Johnny Cash e famiglia e l’ennesima versione di Will The Circle Be Unbroken, cantata in coro – come nel progetto originale – da tutti i partecipanti.
Il primo volume ha venduto più di un milione di copie e ha scritto una pagina indelebile della storia della musica, non solo country, del nostro secolo.
L’augurio è che anche il secondo segua le stesse fortune commerciali: che sia un disco storico, come valore artistico e come operazione in generale, mi sembra lo abbiate già capito.

Universal 12500 (Country Acustico, Bluegrass Tradizionale, Traditional Country, Country Blues, 1989)

Ezio Guaitamacchi, fonte Hi, Folks! n. 36, 1989

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