Alcuni anni fa, Tony Rice e Ricky Skaggs diedero vita ad uno dei più bei dischi di country music di tutti i tempi: una collezione di duetti tradizionali eseguiti con gusto, abilità e feeling da due artisti grandissimi.
Prendendo in mano questo album il ricordo di Skaggs & Rice (e l’inevitabile paragone) sorgono spontanei. Blake & Rice ne esce, a mio avviso, abbastanza nettamente sconfitto. Penso che i motivi siano essenzialmente due: primo, non c’è un progetto musicale definito dietro a questo LP mentre Skaggs & Rice aveva un preciso punto di riferimento nei ‘brother duets’; secondo, Norman Blake (musicista e chitarrista per altro stimatissimo) risulta qui piuttosto appannato.
Lo avevo già notato una delle ultime volte che avevo avuto occasione di vederlo. Ricordo che pensai che Norman (con la moglie Nancy e l’eccellente Peter Ostruschko a mandolino e fiddle) fosse fuori luogo in un grosso festival poiché la sua musica necessitava di una atmosfera particolare. Forse mi sbagliavo: potrebbe anche essere che il musicista non stia attraversando un grande periodo. Il tocco e la grazia sono quelli di sempre ma una ‘tristezza’ di fondo pervade questo album e credo sia quasi interamente imputabile a Blake.
Peccato perché Tony Rice è ai soliti livelli stellari (ascoltate l’ennesimo tributo a Gordon Lightfoot in l’m Not Saying e ve ne convincerete) e sarebbe bastato un po’ di entusiasmo in più e magari una maggiore concentrazione sul progetto. Alcuni pezzi sembrano ‘buttati un po’ lì’, altri sono veramente triti e ritriti. Alludo a Stoney Point o Texas Gales, fiddletunes sentite un po’ in tutte le salse. Abbastanza inutili anche New River Train o Last Train From Poor Valley, già fatte milioni di volte. Molto carina invece la dolce ballata Ridge Road Gravel di Norman Blake cantata da Tony Rice. Così pure il medley Fiddler’s Dram/Whiskey Before Breakfast dove ritroviamo per un attimo il Norman dei giorni migliori.
Tra i due, dal punto di vista chitarristico, è Tony il più dotato e il più versatile ed è naturalmente quello che si adatta allo stile altrui. D’altronde già avevamo visto con il magnifico LP Church Street Blues che Tony Rice era in grado di replicare a meraviglia lo stile e la sensibilità chitarristica di Norman Blake. Qui ne abbiamo nuova conferma.
Va comunque da sé che l’album è in grado di mandare in sollucchero tutti gli aficionados della sei corde o dei due mattatori: il che, spesso coincide. Ma purtroppo non tocca quelle vette che forse avrebbe potuto raggiungere con un po’ di impegno in più.
In attesa spasmodica del prossimo singolo di Tony e nella speranza di una improbabile resurrezione di Norman, accontentiamoci di questo duetto destinato comunque ad entrare nella storia della ‘guitar music’.
Rounder 0233 (Traditional Country, Old Time Music, Singer Songwriter, Bluegrass Tradizionale, 1987)
Ezio Guaitamacchi, fonte Hi, Folks! n. 29, 1988