old-time music

Nel 1975 la County Records, tanto cara agli appasssionati per i suoi sforzi nella diffusione della old time music, pubblicò una collezione di fiddle-tunes in due volumi dal titolo rispettivamente Mississippi Breakdown e Don’t You Remember The Time, su di un tema ancora poco trattato, la fiddle-music dello Stato del Mississippi.
Uno degli Stati del ‘deep South’, il sud nero, noto ai più per il blues del Delta, anche se poi il delta del fiume è un po’ più ad ovest in Louisiana, il Mississippi ha un’importante tradizione di musica rurale bianca e molta di essa fu fortunatamente preservata su disco durante l’età d’oro della old time music, gli anni Venti e Trenta.
E’ dai 78 giri registrati in quel periodo che la County Records, diretta da David Freeman, ha tratto due LP di fiddle-tunes eseguite da 9 stringbands tra le più significative di quell’epoca. I due dischi portano le sigle County 528 e County 529 e le copertine sono corredate di note interessantissime dello stesso Freeman e di bellissime fotografie di alcuni dei gruppi presenti.
L’incisione, opportunamente filtrata ed equalizzata, va da buona a mediocre ma questo dipende dallo stato dei 78 giri utilizzati, di alcuni dei quali esistono pochissime copie in circolazione. Comunque il fatto di poter ascoltare questa musica è talmente importante che i fruscii non contano.

Questa collezione, come già i tre volumi di musica dell’area dei monti Ozarks, Echoes Of The Ozarks Vol. 1,2 e 3 (County 518, 519 e 520), è immediatamente diventata un classico per gli appassionati ed una fonte di rare e singolari fiddle-tunes per i musicisti. Da ormai alcuni anni alle fiddler’s conventions e ai parties negli U.S.A. i brani provenienti da questi dischi sono sempre tra i più suonati.
La fiddle-music del Mississippi contenuta nei due dischi della County appare molto diversificata e non sembra esistere uno stile comune come in altre regioni del Sud. C’è un ‘Georgia-style’, un ‘Tennessee-style’, ma non si può dire esista un ‘Mississippi-style’, un denominatore comune tra gli artisti rappresentati nei due LP. Ovvero, il materiale inciso in quest’area negli anni Venti-Trenta è di quantità largamente inferiore di quello inciso per esempio in Geòrgia, per cui è ancora più difficile collegare tra di loro gli stili presenti nella raccolta, provenienti da zone diverse e distanti dello Stato.
Il fiddle è, come del resto in tutta la musica tradizionale del sud-est, lo strumento principale anche nelle bands del Mississippi, mentre il 5-string banjo appare assai raramente (più spesso il banjo tenore) e il principale accompagnatore è sempre la chitarra; le bands stesse sono costituite molto spesso di solo fiddle e chitarra e di rado sono big-bands come quelle di Atlanta o Galax.
Ma sempre per la scarsità di gruppi che incisero nel Mississippi non si può escludere che ne esistessero molti altri di forma diversa che non giunsero mai in uno studio di incisione, quasi sempre una occasionale sala d’albergo.
Il contenuto dei due dischi è quindi molto vario e va dall’arcaico wild-fiddling dei Carter Brothers al raffinato stile di W.T. Narmour o Shelton Nations.

Will Narmour  (1889-1961), originario della contea di Carroll, nella zona centrale dello Stato, può certo essere considerato un musicista importante se non per il suo stile di fiddle, peraltro assai preciso e raffinato, per le fiddle-tunes del suo repertorio, alcune delle quali originate per così dire da lui e ormai, anche se provenienti da chissà dove, considerate sue, ed interpretate sui dischi in maniera molto caratteristica.
Tunes come Carroll County Blues, Charleston No. 1, Mississippi Breakdown, che a suo tempo furono dei successi discografici, posseggono un fascino particolare dato a volte da irregolarità metriche (come in Charleston No. 1), e soprattutto dallo stile vibrante e pulito di Narmour a cui si oppone lo stile chitarristico di S.W. Smith (1895-1968), suo partner nelle 31 fiddle-tunes incise dal duo alla fine degli anni Venti: uno stile essenziale, asciutto ed ostinato, con la chitarra che fa quasi da bordone al fiddle (come in Sweet Milk & Peaches dove la chitarra suona lo stesso accordo per tutto il brano).
Altri capolavori del duo che appaiono nei due dischi sono Captain George Has Your Money Come e Avalon Quick Step. Sia Narmour che Smith provenivano dai dintorni di Avalon, luogo d’origine di Mississippi John Hurt, e pare che proprio Will Narmour segnalò agli agenti discografici il grande bluesman.
Una componente di blues è presente nella musica di Narmour & Smith e i due musicisti, come già molti altri bianchi, furono certamente influenzati dalla musica popolare dei neri: anche nel Sud razzista doveva esistere un certo mutuo rispetto tra musicisti bianchi e di colore.

Molto simile come composizione e anche come suono a Narmour & Smith è un altro duo ospite in questa collezione: i Nations Brothers, Shelton e Marshall, rispettivamente fiddle e chitarra, originari di Brookhaven nella contea di Lincoln, nel sud dello Stato.
Di essi appaiono tre brani nel secondo volume: la stupenda Bankhead Blues in cui il gruppo assomiglia moltissimo ai citati Narmour & Smith (la si paragoni alla Carroll County Blues di questi ultimi), la singolare Sales Tax Toddle dal tempo e dalle pause strane, con la chitarra di Marshall Nations che segue fedelmente il pulsante fiddle del fratello Shelton (probabilmente la chitarra è suonata con un capotasto che le conferisce un suono molto acuto e che rende il brano ancor più interessante), e la regolare Magnolia One-Step, imparata dal padre anch’egli fiddler come pure la madre (il Mississippi è chiamato ‘The Magnolia State’ per la grande abbondanza di quest’albero in quella zona degli U.S.A.).
I Nations Brothers incisero per la ARC/ Brunswick/Vocalion nel 1935, alcuni anni dopo le prime incisioni di Narmour & Smith, e probabilmente data la grande popolarità del duo, ne subirono l’influenza. Lo stile di Shelton Nations è comunque più articolato di quello di Narmour, specialmente in Sales Tax Toddle, e Marshall Nations usa più bassi e più accordi di Smith.
I Nations furono insieme a Narmour & Smith il gruppo più popolare nel Mississippi, godendo di una certa fama anche nel vicino Texas.

I Carter Brothers, Andrew e George, entrambi fiddlers, incisero solo 12 o 13 brani nel 1928 accompagnati alla chitarra dal figlio di George, Jimmie (che al momento della realizzazione di quésti dischi viveva ancora ad Aberdeen, Mississippi, e che ha fornito la fotografia di sé e suo padre che appare sulla copertina del primo) e per lungo tempo furono considerati una band del vicino Arkansas finché non furono identificati come provenienti appunto dall’area di Aberdeen.
Quattro fiddle-tunes dei Carter Bros, appaiono nella collection: Jenny On The Rail-road, una variante della più diffusa Paddy On The Turnpike, Nancy Rowland, Cotton Eyed Joe e Miss Brown.
Lo stile di Andrew e George Carter è molto più arcaico e ritmico di quello di Narmour o Nations, e le loro esuberanti esecuzioni sono spesso accompagnate da altrettanto esuberanti vocalizzi di George in una specie di primitivo ‘lilting’ (o ‘mouth music’, assai usato in Irlanda), che rendono questa band così particolare.
Si è anche detto che i Carter Brothers fossero invece in grado di cantare benissimo ma che i discografici imposero l’uso di un ‘cantante’ di studio, uno specialista in vocalizzi dato che in quei giorni Riley Puckett era il cantante che tirava di più e non doveva avere concorrenti.
Qualunque sia la storia i Carter Brothers rappresentano uno dei gruppi più affascinanti ad incidere negli anni Venti e le loro fiddle-tunes sono ancora tra le più suonate in ogni jam-session.

Un’altra formazione dal sound inconfondibile è Floyd Ming & His Pep-Steppers provenienti dalla parte nord-ovest del Mississippi.
Il gruppo era costituito da Hoyt Ming (il suo nome fu cambiato in Floyd sui dischi), dalla moglie Rozelle alla chitarra e dal fratello Troy al mandolino.
Hoyt Ming era un fiddler dallo stile grezzo e pervaso di accenni blues e i due brani che appaiono nel primo disco, Tupelo Blues e Indian War Whoop, sono classici nel suo stile. Il primo pezzo si chiama originariamente Florida Blues (niente a che vedere con la fiddle-tune dallo stesso titolo suonata da Arthur Smith), ma Ralph Peer, il tecnico di registrazione, cambiò il titolo in Tupelo Blues (questo veniva fatto molto liberamente a quel tempo sia con i nomi dei brani che con quelli delle stesse bands).
Indian War Whoop è un pezzo dall’andamento molto strano, dal tempo poco adatto per ballare e si può definire il cavallo di battaglia del gruppo; nelle note al disco si narra che quando Ming suonava questo motivo nel quale il grido di guerra indiano è reso prima con una lunga nota suonata sul fiddle poi continuato con la voce, spesso riponeva il violino nella custodia continuando a gridare ed una volta uno spettatore incuriosito prese il violino dalla custodia nel pieno dell’esibizione e lo portò in un angolo per esaminarlo da vicino, interrompendo così l’esecuzione.
Floyd Ming e i Pep-Steppers incisero solo 4 pezzi nel 1928, ma Ming e sua moglie hanno di recente realizzato un LP intitolato New Hot Times! (Homestead 103, distribuito dalla County).

Un altro duo fiddle-chitarra, fratelli come i Nations, sono i Ray Brothers, W.E. Will e Vardman, di Chester, Mississippi. Essi incisero 10 brani nel 1930. Due appaiono nella collezione: Mississippi Echoes e la graziosa Jake Leg Wobble, dove il fiddle ha dei toni quasi spagnoleggianti.
Lo stile di Will Ray è molto pulito, con un gustoso uso del vibrato in alcuni punti, tecnicamente affine a quello di Nations e del solito Narmour, del quale i Ray Brothers erano vicini di casa, anche se il repertorio sembra abbastanza differente, meno bluesistico, di quello di questi ultimi.

Un altro gruppo piuttosto oscuro, di cui rimangono poche e rare incisioni realizzate nel 1930, è la Freeny’s Barn Dance Band, costituita da Leslie, Hendrix e Carlton Freeny, tre cugini e dal loro vicino Fonzo Cannon alla chitarra; Leslie era il lead fiddler, Hendrix suonava ‘second’ fiddle e Carlton il banjo tenore: un gruppo abbastanza nutrito rispetto agli altri raccolti nei due dischi.
Sullivan’s Hollow dal nome di un luogo nella Bienville National Forest, apre il secondo dei due LP di questa collezione, e il fluido fiddling di Leslie e Hendrix Freeny è fedelmente seguito dal solido back-up di chitarra e banjo. Stesso sound in Mississippi Square Dance (Sally Anne) completa di ‘calls’.
Croquet Habit cantata da Fonzo Cannon parla della cattiva abitudine al ‘croquet’ (pseudonimo di ‘cocaine’, una parola impronunciabile sui dischi dell’epoca) ed è un rilassato rag in Do.
L’ultimo brano presente nella collezione è uno struggente valzer dal titolo Don’t You Remember The Time, con i due fiddles in perfetta armonia. La Freeny’s Barn Dance Band ebbe uno dei suoi momenti di maggiore successo quando nel Marzo 1930 accompagnò in un paio di esibizioni il grande Jimmie Rodgers.

Dal Mississippi centrale, non lontano da Narmour & Smith e dai Ray Bros, provenivano i Mississippi Possum Hunters, che registrarono alcune fiddle-tunes lo stesso giorno e luogo dei Ray Bros, a Memphis, Tennessee, il 28 Maggio 1930.
Di quella session appaiono sul primo volume della raccolta il classico Rufus Rastus, The Last Shot Got Him, e l’oscura Possum On A Rail. I componenti del gruppo erano John Holloway, che suona il fiddle nei primi due brani, Lonnie Ellis al mandolino negli stessi ed al fiddle in Possum On A Rail dove Holloway suona il cello; completa l’organico Pete Herring alla chitarra. I Possum Hunters presentano nel complesso un suono piacevole e simile a quello dei Ray Brothers con qualche grazioso accenno di vibrato nel fiddling di Holloway.

L’ultimo gruppo ad apparire in Traditional Fiddle Music Of Mississippi e forse il più importante, comunque il più famoso ai suoi tempi per la grande quantità di dischi venduti (il 78 giri contenente Wednesday Night Waltz e Goodnight Waltz vendette circa 195.000 copie in quattro anni), è i Leake County Revelers.
Il gruppo si avvaleva del grande Will Gilmer al fiddle, dotato di uno stile pulito e raffinato, di Jim Wolverton al 5-string banjo (strumento che, come ho già detto, si trova raramente nel Mississippi), R.O. Mosley al mandolino e ultimo Dallas Jones alla chitarra.
I Revelers possedevano un enorme repertorio di fiddle-tunes, canzoni, valzer, rags, blues, che ne faceva una band più versatile della media delle altre formazioni di quell’area.
Will Gilmer imparò molti dei suoi brani viaggiando per gli Stati Uniti, specialmente nel vicino Texas dove probabilmente imparò molti dei valzer che costituivano la sua specialità. Purtroppo nemmeno uno di questi appare nella raccolta anche se esiste un intero LP che ne contiene alcuni, Saturday Night Breakdown (County 532).
Sono inclusi invece Johnson Gal, Molly Put The Kettle On e Been To The East Been To The West, che ancor oggi sono tra i motivi favoriti di tutti i fiddlers.

Raffaello Stefanini, fonte Hi, Folks! n. 2, 1983

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