Non fatevi trarre in inganno dalle foto di copertina che ritraggono il texano R.C. Banks con una bella fisarmonica italiana: questo non è propriamente un disco zydeco o cajun e nonostante la fisa sia frequentemente in azione, Chanky Chank Man è, in effetti, una sorta di caleidoscopio roots che annovera anche elementi blues, gospel e cantautorali.
Già, il disco è ricco di ballads che hanno il sapore del border e l’impressione che se ne ricava è quella di un songwriter (tutti i brani sono infatti originali) che vuole esprimersi attraverso svariate forme di tradizione, usandole più che subendole.
Ma c’è ancora un elemento di riflessione a proposito del fraintendimento che la copertina può generare: R.C. Banks è infatti e soprattutto uno splendido chitarrista dotato di gran gusto, misura e sensibilità; in estrema scioltezza percuote le corde delle sue Fender (o Epiphone) alla ricerca di un suono liquido e melodico che mette al servizio di riff tanto semplici quanto ammalianti.
Suona anche l’acustica, il piano, l’organo, ovviamente la fisa, e pure il basso elettrico. Insomma, qui c’è tanta di quella sostanza che forse a prima vista (la copertina, appunto) non traspare… a meno che non conosciate già l’uomo per il tramite del suo precedente disco, quel My Time edito nel 1987 su etichetta Amazing. Già, sono trascorsi quasi dieci anni da quell’oscuro e prezioso esordio… un silenzio per nostra fortuna interrotto dall’entusiasmo della coppia Angelini-Maggiori (animatori della Club De Musique) che non hanno potuto resistere al fascino del master ricevuto dal Texas.
Freddy Kre – drums, Wes Mings – bass, Lanny Fiel – multiinstruments ed un paio di ospiti noti hanno aiutato il leader a confezionare un bel disco: ascoltatelo!
Club De Musique MR 0595 (Blues, Singer Songwriters, 1997)
Renato Bottani, fonte Out Of Time n. 20, 1997