John Denver

La figura di John Denver è sempre stata, musicalmente parlando, controversa; in particolar modo nel nostro paese i media hanno contribuito non poco a confondere le idee inserendolo stabilmente nella categoria country, indicando in lui la ‘quintessenza’ del genere. Questo breve ricordo non vuole assolutamente essere esaustivo in quanto è impossibile trattare in poche righe un trentennio musicale, tuttavia ci sono aspetti della figura di JD che meritano di essere ricordati.

La carriera musicale di John Denver affonda le proprie radici nella canzone folk, partendo dalla grande stagione del folk revival negli anni sessanta. La tradizione folk rimarrá comunque spesso presente nella musica di JD con l’esclusione del periodo che coincide con gli anni ’80, una visione della canzone folk vicina, al tempo dei suoi esordi, a quella di un musicista che ha profondamente influenzato il suo modo di fare musica: Tom Paxton.

Per parecchi anni, a partire dal 1969, anno di esordio come solista, John Denver è stato essenzialmente un folk singer i cui orizzonti si sono via via ampliati e modificati, incorporando influenze pop e rock, con arrangiamenti che talvolta hanno fatto storcere il naso ai ‘puristi’.
La discografia di John Denver, o quantomeno la parte che puó interessare maggiormente i lettori di Country Store, puó essere considerata da un duplice punto di vista: quello dell’interprete e quello dell’autore.

Balza subito agli occhi quanto sia stato influenzato dalla musica dei cantautori di estrazione folk degli anni ’60/’70 scorrendo i nomi dei compositori interpretati. Eric Andersen, Tom Rush, John Prine, Steve Gillette, Jerry Jeff Walker, James Taylor, Mike Williams, Mickey Newbury, Dave Mallett, Guy Clark e molti altri sono stati riproposti nel corso degli anni da JD che non ha mai trascurato nemmeno grandi della musica rock come Beatles, Chuck Berry e The Band.

Dal punto di vista compositivo, JD ha sfornato brani che sono diventati dei piccoli classici di certa musica americana: Take Me Home Country Roads, Leaving On A Jet Plane, Rocky Mountain High, Rhymes And Reasons sono noti anche a chi non è particolarmente addentro alla musica country/folk.

Il mondo della musica country, o quantomeno la facciata ufficiale, quello del business di Nashville e JD hanno raramente incrociato i loro cammini. L’unico periodo in cui Music City si è ‘accorta’ del musicista di Roswell, New Mexico, accasatosi definitivamente tra le montagne del Colorado, è stato a metá degli anni ’70, quando JD vinse due CMA Awards, uno come ‘Enterteiner of the year’ e uno per la ‘song of the year’ con Back Home Again, la title-track del suo album del 1974.
Molti anni dopo, nel 1989, JD sará uno dei musicisti coinvolti nel progetto Will The Circle Be Unbroken 2 con una canzone molto bella dal titolo And So It Goes (Paul Overstreet e Don Schlitz).

Fondamentale, a mio avviso, è stata l’importanza propedeutica della figura di JD. Pochi musicisti sono riusciti prima di lui ad esibirsi in nazioni assolutamente digiune di musica ‘occidentale’ come Unione Sovietica, Cina, Vietnam. Grazie a lui moltissimi si sono avvicinati negli anni ’70 e ’80 alla country music e questo assieme ad una particolare sensibilitá verso le problematiche ambientali (in tempi non sospetti!) hanno fatto di lui un personaggio importante, anche se non sempre bene accetto ad una parte della critica del nostro paese. Ma non succede anche ora con Garth Brooks?

L’amore per la natura e per l’ambiente che ci circonda (molto prima di Sting!) ha sempre ispirato la vena creativa di JD e lo ha portato ad impegnarsi sempre piú per raccogliere fondi in favore di svariate organizzazioni e poi direttamente con l’associazione che co-fondó nel 1976 con Tom Crum, la Windstar.

Ritornando all’aspetto musicale, JD negli ultimi tempi, prima di essere vittima dell’incidente aereo che gli costó la vita, si è riavvicinato alla tradizione piú genuina in maniera mai tentata prima. Il risultato è il disco All Aboard, un sapido viaggio nella ricca tradizione delle train songs americane. Da Waiting For A Train di Jimmy Rodgers a City Of New Orleans di Steve Goodman, da Old Train di Herb Pedersen a Jenny Dreamed Of Trains della coppia Vince Gill e Guy Clark, è tutto un susseguirsi di brani acustici interpretati con gusto e sinceritá che possono stupire chi conosce superficialmente JD, ma che fanno parte del bagaglio culturale del cantante di Roswell.

In conclusione credo sia giusto soffermarsi anche brevemente sul personaggio JD, cercando di non farsi condizionare troppo da preconcetti.
Si scoprirá cosí un musicista dalle indubbie qualitá vocali e umane che in molti momenti della sua carriera ha scritto pagine interessanti di musica americana.

Remo Ricaldone, fonte Country Store n. 48, 1999

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