La copertina (forse un po’ kitsch) di All American Bluegrass Girl colpisce e furbescamente attira: Rhonda Vincent ci ha troppo ben abituato per lasciarsi sfuggire questo suo nuovo lavoro. Artista tra le più amate, dimostra ancora una volta la sua grinta nell’offrirsi all’ascoltatore, sia si tratti di infuocati up-tempo sia di intensi e delicati pezzi lenti, una grinta che non è furia (nonostante il nome della sua band, The Rage), non è rabbia fine a se stessa, ma intensa e rovente partecipazione che parte direttamente dal suo cuore (per invadere il nostro).
Ed in questo la sua voce poderosa ed il suo mandolino sono scortati dai componenti della band: Josh Williams, chitarra e voce, sempre un grande, Hunter Berry al fiddle, pacioso ma determinato, Kenny Ingram al banjo, Mickey Harris al contrabbasso e voce, qui accompagnati da altri prestigiosi ospiti.
All American Bluegrass Girl è strapieno di cose belle. A cominciare dai tre nuovi pezzi che Rhonda ha scritto per questo disco: l’autobiografica title-track e God Bless The Soldier, espressiva e non retorica, che fanno leva sull’orgoglio americano e sul patriottismo, e lo strumentale Ashes Of Mt. Augustine, con il mandolino che sembra voglia fare tutto da solo. Rilevanti sono anche Forever Ain’t That Long Anymore, una grande canzone melodica, Rhythm Of The Wheels, con il fascino particolare dei pezzi che hanno per protagonista il treno, Midnight Angel, di e con la voce cristallina di Bobby Osborne, Jesus Built A Bridge To Heaven, nella quale esplora in modo inusuale il gospel, e per finire Precious Jewel, omaggio a Roy Acuff, un vero gioiellino con tre voci.
Rhonda Vincent non dà segni di cedimento o anche solo di rilassatezza, ed il disco non è assolutamente inferiore ai precedenti. Ma forse da lei ci si aspetta ancora sempre qualche cosa in più, proprio perché, come detto all’inizio, finora ci ha troppo ben abituato. O forse di più non è possibile?
Rounder 0580 (Bluegrass Moderno, 2006)
Claudio Pella, fonte TLJ, 2007
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