La sua storia non è diversa da quella di molti altri musicisti country. Ricky Skaggs nasce infatti in una famiglia dove la musica è di casa, poiché sia il padre Hobert (chitarra e voce) che la mamma (voce), si esibivano con una certa frequenza nelle varie scuole, chiese e feste che si tenevano nella loro zona, suonando musica tradizionale.
Non poca è stata quindi l’influenza dei genitori sulla formazione musicale del piccolo Ricky che, già alla tenera età di cinque anni aveva i primi approcci con il mandolino regalatogli dal padre. Soltanto poco tempo dopo, vista la sua predisposizione, Ricky era pronto per suonare con loro, riuscendo anche ad ottenere un ‘passaggio televisivo’ con una TV del Tennessee, dove la sua famiglia si era momentaneamente trasferita, continuando l’attività musicale semi-professionistica ed incoraggiando il piccolo Ricky, che progrediva con incredibile rapidità, ottenendo buoni risultati con mandolino, chitarra, banjo clawhammer, violino e voce.
Le sue non indifferenti doti cominciarono ad aprirgli la strada per il professionismo. Bisognava soltanto aspettare l’occasione giusta per inserirsi nel ‘giro’ e l’attesa non fu molto lunga, infatti il caso volle che una volta fatto ritorno nel Kentucky, suo Stato natio, all’età di sedici anni, durante una sua esibizione con i genitori venne notato niente meno che da Ralph Stanley, che qualche tempo dopo lo inserì nei suoi Clinch Mountain Boys.
Skaggs militò nel gruppo di Stanley dal 1970 al 1972, imparando tutti i segreti ed i trucchi del mestiere, sia per quel che riguarda la dura vita del musicista ‘on the road’, che dal punto di vista strettamente tecnico, e credo che ‘convivere’ a sedici anni con musicisti che mediamente ne avevano quaranta sia stato una ‘scuola di vita’ molto dura ma estremamente formativa per il giovanissimo Ricky che da questa esperienza uscì con il bagaglio necessario per continuare la sua carriera nel migliore dei modi.
Il caso però volle che una volta lasciati i Clinch Mountain Boys, Skaggs, trasferitosi a Washington, dove si sposò, non trovando subito da suonare, fu costretto ad accettare, fortunatamente per poco tempo, un lavoro presso una ditta che installava caldaie! Furono i sei mesi più brutti ed oscuri della vita di Ricky, che venne però fortunosamente ‘ripescato’ dai Country Gentlemen e reinserito nel mondo della musica: con loro rimase dal 1972 al 1974, ottenendo una discreta popolarità nel circuito del bluegrass.
A questo punto, ormai maturo, Skaggs decise d’incidere il suo primo album come solista. Intitolato That’s It!, questo lavoro gli permise di esprimere finalmente tutte le sue doti di polistrumentista e di vocalist d’eccezione; veramente un buon lavoro per l’epoca, in cui affioravano tutte le influenze musicali che lo avevano forgiato durante quegli anni: l’old-time insegnatogli dai genitori, naturalmente il bluegrass, e addirittura qualche accenno di swing, dovuto allo studio del violino, impostato stilisticamente in quella direzione. Durante la lavorazione di questo LP, Ricky Skaggs venne ingaggiato da J.D. Crowe nei New South per sostituire Larry Rice, fratello del bravo e famoso Tony, che militava allora nella band insieme a Jerry Douglas.
Con i New South, Skaggs ebbe il lancio definitivo e divenne popolare in tutta la nazione come uno dei migliori musicisti bluegrass, ed a testimonianza di ciò vale la pena ricordare lo storico tour di questo gruppo in Giappone, dal quale venne tratto uno dei migliori dischi incisi dal vivo della storia del bluegrass.
A questo punto della sua brillante carriera Ricky decise di formare un nuovo gruppo insieme al suo amico Jerry Douglas (dobro), Terry Baucom (banjo) e Wes Golding (chitarra). Nacquero così i Boone Creek (1975) che incisero due apprezzabilissimi albums, rispettivamente intitolati Boone Creek e One Way Track, ambedue veramente interessanti e personali, che riscossero subito un discreto successo di critica e di pubblico.
Il gruppo si sciolse nel 1978 e subito Skaggs passò con la Emmylou Harris Hot Band, che si apprestava a partire per un tour europeo. Con la bellissima e brava Emmylou Skaggs collaborò alla realizzazione di alcuni LPs ma contemporaneamente, visto che la formula della cantante funzionava, cominciò a meditare di imporre una sua nuova immagine, meno tradizionale e più protesa verso il sound di Nashville. Questo suo ambizioso progetto cominciò a concretizzarsi con la realizzazione del suo secondo album come solista: Sweet Temptation (1979) a cui parteciparono tra gli altri Tony Rice, Emmylou Harris, Jerry Douglas, Buck White, Buddy Emmons e Albert Lee.
Contemporaneamente, Skaggs continuò a collaborare con la Harris, con Buck White e con Tony Rice con il quale incise in duo lo stupendo Skaggs & Rice, LP di chiara matrice old time e pre-bluegrass, in cui i due musicisti espressero tutte le loro capacità vocali e strumentali: un vero capolavoro!
Da questo momento Ricky Skaggs invertì decisamente tendenza musicale e, creatosi una sua band ed un nuovo ‘look’, passò alla conquista di Nashville e della sua musica, raggiungendo finalmente il successo inseguito con caparbietà per tanti anni. Siamo ormai nel 1982 e da qui in avanti fu un susseguirsi di premi, riconoscimenti e successi sia di critica che di vendite; sembrava fosse nata una nuova star della musica country.
Gli anni seguenti confermarono decisamente questa teoria, tanto che nel 1983 e nel 1984 si continuarono a susseguire albums, successi di vendita ed addirittura la conquista di due dischi di platino con Waitin’ For Sun To Shine e con Highways & Heartaches, ma anche Don’t Cheat In Our Own Town ed il più recente Country Boy andarono decisamente nella stessa direzione, confermandolo star di primo piano. Tutto il resto è storia di oggi.
Cerchiamo ora di capire cosa differenzia nettamente Skaggs dalla stragrande maggioranza delle country-stars.
In primo luogo la sua voce, ma di belle voci nella musica country ce ne sono anche troppe; la carta vincente è invece lo Skaggs musicista completo e versatile, forse l’unico in grado di suonare tanti strumenti ad un livello così alto. Perché allora non ricordare gli stupendi mandolini Gibson A-0 model (1920) e Gibson F-5 Loyd Loar (1924), le chitarre Martin 000-21 (1942) e D-28 (1959), il banjo Stelling Staghorn ed i meravigliosi violini 4 e 5 corde che lo hanno accompagnato in tutti questi anni, determinandone il meritato successo, da bambino prodigio a country-star.
Siamo così giunti al 1985 con l’uscita del suo ultimo disco: Live In London, registrato durante un tour europeo la scorsa primavera, che consolida definitivamente il suo sound, sempre più elettrificato, verso il country-rock.
Discografia consigliata:
-Rebel 1549, That’s It!
-Sugar Hill 3706, Sweet Temptation
-Rounder 0151, Family & Friends
-Epic FE-37193, Waitin’ For The Sun To Shine
-Epic FE-37996, Highways & Heartaches
-Epic FE-38954, Don’t Cheat In Our Hometown
-Epic FE-49410, Country Boy
-Epic FE-40103, Live in London
Con J.D. Crowe & thè New South:
-Towa 106-S, Live Holiday in Japan
-Rounder 044, The New South
Con Tony Rice:
-Sugar Hill 3711, Skaggs & Rice
Con i Boone Creek:
-Rounder 0081, Boone Creek
-Sugar Hill 3701, One Way Track
Con Emmylou Harris:
-Reprise 2284, Pieces Of The Sky
-Warner Bros. 3318, Blue Kentucky Girl
Con Bill Monroe:
-MCA 5435, Bill Monroe & Friends
Roldano Boeris, fonte Hi, Folks! n. 17, 1986