Gli anni ’90. per quanto riguarda la musica bluegrass, verranno in futuro ricordati per essere stati molto generosi nell’offrire finalmente una grande quantità di nuovi talenti femminili. Il nome di Alison Krauss è solo parzialmente responsabile dello svilupparsi di tale tendenza. Certo, il suo successo ha incoraggiato non poco le etichette discografiche a produrre materiale femminile, tuttavia non è solo qui che va ricercata la ragione di questo nuovo fenomeno.
E’ piuttosto nella emancipazione femminile, e quindi nella acquisita indipendenza delle donne da certi aspetti della cultura e valori tradizionali ancora pesantemente conservatori che si può individuare il motivo per cui oggi vi siano molte bands formate anche da donne o da queste spesso addirittura condotte.
Una condizione fondamentale, al fine di farsi produrre un disco da una label, piccola o grande che sia, è che la band o l’artista abbia un consolidato status di touring band o, per lo meno, l’intenzione di volerlo diventare. Infatti, nel piccolo mondo della musica bluegrass la promozione di una formazione musicale da parte della casa discografica è molto limitata; nella maggior parte dei casi l’etichetta si limita appunto a produrre il disco, a inviarlo ai canali promozionali ufficiali, cioè quelli più importanti, e nient’altro. Il resto lo deve fare la band con il suo duro lavoro live.
Tutto ciò è facilmente comprensibile, in quanto la tiratura di un nuovo prodotto discografico si conta in alcune migliaia di copie – davvero pochi sono infatti i dischi che vendono più di ventimila unità – e l’etichetta, di fronte ad una potenziale vendita, ad esempio di 5.000 copie, non è in grado di investirne molte inviandole a tutte le riviste, newsletter e radio poiché questa spesa andrebbe a ridurre ulteriormente i previsti introiti.
In altre parole, la band deve di fatto rivelarsi, soprattutto nella fase iniziale della carriera, il più importante veicolo promozionale di se stessa.
Per far fronte ad un tale impegno il gruppo deve essere libero da ogni tipo di condizionamento e quindi molto determinato nel voler raggiungere l’obiettivo di band professionale. Le donne fino a qualche tempo fa non potevano godere delle condizioni che permettavo una tale libertà d’azione.
I rari casi in cui questo avveniva, è perché vi era una family band alle spalle della ragazza, o almeno il marito a garantirne l’integrità morale.
La cosa non riguarda la sola musica bluegrass in particolare. Basti osservare come anche nel più ricco mondo della musica country made in Nashville le donne abbiano aumentato la loro presenza in termini di vendite discografiche negli ultimi vent’anni in proporzione ai loro colleghi uomini.
Questi sono argomenti che ho avuto modo di trattare in maniera più approfondita anni fa in un articolo intitolato ‘Kentucky Roses’ scritto per la rivista Out Of Time. Rispetto a cinque anni or sono il numero delle presenze femminili nella musica bluegrass è ulteriormente aumentato. Una delle nuove presenze che gli appassionati di questa musica si stanno godendo negli Stati Uniti è quella di due sorelle gemelle giovani giovani e di gran talento, Dana e Lauren, le Schankman Twins. Il loro unico disco disponibile, Duality, risale al 1996 e continua ad essere ancora inserito nell’elenco dei ‘Best Sellers’, i prodotti più venduti da County Sales, il più importante negozio di bluegrass e old time music del mondo.
Si sono già esibite nei più importanti festival d’America, hanno già avuto numerose esperienze televisive, di loro hanno già ampiamente parlato le più importanti testate dedicate alla musica di Bill Monroe. Anche noi di Country Store vogliamo dedicare loro un po’ di spazio, e non solo perché è dovere di una rivista indicare ai propri lettori i nuovi artisti sulla piazza, ma perché sono assolutamente convinto che le Schankman possano presto guadagnarsi notorietà internazionale, oltre che un meritato contratto con la Rounder, Rebel, Pinecastle o Sugar Hill Records…
Sono nate in California il 6 marzo 1979, nella grande Los Angeles. una città che non ha mai dimostrato grande interesse verso la musica bluegrass, tanto è vero che le due bambine, a differenza di molte loro coetanee che vivono nel Sud Est, non hanno potuto contare su una formazione diretta, non hanno passato week-ends nei campgrounds che ospitano d’estate i festival di bluegrass, non sono andate dal vicino di casa a farsi spiegare tabs del banjo e del fiddle, non hanno scoperto questa musica nemmeno accendendo la radio… proprio come noi, da questa parte dell’Oceano, la musica bluegrass l’hanno scoperta casualmente.
Dana stava facendo pulizie nel garage di casa in compagnia di sua mamma quando da un oscuro angolo, tutto impolverato, venne fuori un banjo che papa acquistò al college per una ventina di dollari molti anni prima. Anche Dana fu immediatamente colpita dal suono dello strumento, magia del banjo e del suo tipico twang che tanti ha fatto avvicinare al bluegrass. Il primo passo fu quello di individuare un buon insegnante, poi di spendere ore su ore, giorni su giorni in attività pratica, infine quello di provarsi nei banjo contest della zona.
Pare che di questi la giovane Dana ne abbia vinti una gran quantità dentro e fuori il suo Home State, fino addirittura nello stato di New York, e che tali risultati siano contemporaneamente stati significativi nell’indurre la più ‘giovane’ sorella Lauren a impugnare il fiddle.
Siamo alla fine degli anni ’80, nel giro di pochissimi anni, tre o quattro, le due gemelle cominciano a ricevere l’invito da parte di festival locali ad esibirsi in duo.
Comincia inesorabilmente a girar voce che le due offrano un gran spettacolo, e presto gli ingaggi, gestiti da mamma Vicki, un tempo pianista e compositrice per conto di CBS e Warner Bros., cominciano a farsi pressanti e numerosi, tanto da costringere l’intera famiglia a trasferirsi nei periodi estivi negli Stati del Sud Est.
La loro celebrità riceve un’ulteriore spinta grazie all’invito di importanti nomi come quello di Doyle Lawson a dividere parte dello show con le sorelline. Altro determinante contributo viene da Ralph Stanley in persona, il quale chiama Dana e Lauren a far parte, per un buon numero di date, del suo show dopo aver vissuto l’esperienza di vedersi ‘rubare’ il palco un pomeriggio dell’estate del ’93, al Thomas Point Bluegrass Festival, quando l’organizzatore ebbe la sana idea di fargli conoscere le due ragazzine e di proporgli di dividere parte del suo set con una nuova sicura promessa della musica bluegrass, le Schankman Twins per l’appunto.
Da allora, giusto per citarne qualcuno, le ragazze si sono esibite tutti gli anni al ‘Winterhawk BG Festival’ nell’Ohio, un raduno che vede la partecipazione dei più importanti nomi del bluegrass tradizionale e progressivo, poi al ‘Gettysburg BG Camporee’ in Pennsylvania, all’edizione 1997 del ‘RockyGrass Mountain Festival’ nel Colorado con gente del calibro di David Grisman, Tim O’Brien, Herb Pedersen, Peter Rowan, Lynn Morris Band, Dan Crary e Richard Greene, all’interminabile ‘Music In The Mountains’ a Summersville in West Virginia, poi ai festival di ‘Wind Gap’, ‘Kissimmee’, ‘Mohican’, ‘Wintergrass’, ‘Mid-Winter’, infine, all’importantissimo ‘Live Oak Music Festival’.
In ognuna di queste occasioni il duo ha lasciato un ottimo ricordo ai partecipanti, sicuri di aver ascoltato parte del futuro di questa musica. La partecipazione con successo a questi show ha permesso alle due sorelle di vendere un enorme quantità di Duality, il loro primo disco registrato, come già detto, nel 1996. Alle registrazioni dell’album hanno partecipato alcuni dei più grandi nomi del bluegrass e country californiano, Kenny Blackwell (Laurel Canyon Ramblers) al mandolino e chitarra, Bill Bryson (Desert Rose Band e Laurel Canyon Ramblers) al contrabbasso e l’indimenticabile Greg Harris alla chitarra.
I brani, ben 15, sono quanto di meglio possa essere utilizzato come biglietto da visita, anche se questo per molti appassionati può voler dire ascoltare l’ennesima versione di brani arcinoti come Montana Cowboy, Shuckin’ The Corn, Waterbound, Sally Ann, How Mountain Girls Can Love, When The Roses Bloom In Dixieland.
A fianco di questi titoli vi sono per fortuna brani meno scontati come Apple Jack di Dolly Parton non ascoltatissima in versione bluegrass, la sempre bella Grandpa Get Your Guitar di Jim Rushing, una fiddle tune dell’old timer Jay Ungar Ashoken Farewell, la poco cantata Blue Kentucky Girl di Johnny Mullins che fu anche di Emmylou Harris, una inedita versione bluegrass di Livin On Love della country star Alan Jackson e Back To Dixie che con piacere ricordo proposta dai McPeak Brothers.
Il livello tecnico che le due riescono a esibire su banjo e fiddle è sorprendente considerando che al momento delle incisioni la loro età era di 16 anni. Tra le due quella che stupisce particolarmente è la violinista Lauren, padrona di uno stile estremamente dinamico e con un tono profondo, anche se più a proprio agio nei pezzi veloci o medi rispetto a quelli lenti.
Dana che è la lead singer della coppia, si fa apprezzare tanto in questo ruolo, per il quale si dimostra inevitabilmente ancora troppo poco matura, che in quello di banjoista, grazie ad un tocco pulito, preciso e veloce e con un timbro che ancora si deve fare ma che lascia intendere di essere dietro l’angolo.
Il disco è di buona qualità, e a confermarcelo oltre al sottoscritto vi sono Bluegrass Now, Bluegrass Unlimited e una lista sufficientemente lunga di giornalisti e DJ.
Per quanto invece riguarda il loro futuro lascio che sia Ralph Stanley a convincervi con le sue parole: “We’ll be hearing a lot from these girls in years to come. They’ve got it!”
Il loro prossimo lavoro discografico spero possa essere registrato per una delle case importate e distribuite anche da noi in Italia. Per ora vi invito a contattare County Sales o le Schankman Twins direttamente, affinchè un giorno possiate dire “questo raro disco è il primo compact autoprodotto di Dana e Lauren Shankman… L’ho acquistato quando eravamo in pochissimi a conoscerle”. E che tutto ciò suoni di buon augurio per le sorelline: credo si meritino già di avere fans anche da questa parte del pianeta. Sono pronto a scommettere che alle ragazze farà un gran piacere scoprirlo…
Maurizio Faulisi, fonte Country Store n. 43, 1998