Snooky Pryor picture

Prologo (Goin’ To Chicago): Destinazione Chicago

“I  don’t want to see Snook’
Not even Homesick James
The way my baby left me
I really believe he’s to blame
she got me walkin’
all up and down the street
She left me for another man
‘Cause she wanted to be free”.
(She got me walkin’/ Lazy Bill Lucas) (1)

Nell’alba malata, Chicago era già in via di autodistruzione. La cintura di miseri caseggiati che potevo osservare dalla finestra della stanza, mi faceva sentire come un condannato che viene lentamente soffocato dalla pena che deve scontare. Nell’uniformità degli ‘slurbs si rispecchiava la mia stessa miseria, e la sbiadita fotografia dell’angoscia mostrava un solitario letto di ottone. Qualsiasi strada o parte di questa città in decadenza e in rovina portava il fardello di uno strisciante blues in minore. Ero completamente in balia di un vecchio ‘incubo dell’aria condizionata’; ma questa forzata permanenza nella città del vento aveva uno scopo: dovevo scovare un uomo chiamato James Edward Pryor, detto Snooky, l’autore di Boogie/Telephone Blues.
Snooky Pryor é l’armonicista che per primo amplificò l’armonica nel blues postbellico, e il sottoscritto era ossessionato da queste nuove sonorità applicate al piccolo Mississippi Saxophone. Sapevo solo che il mio uomo bazzicava il mercato di Maxwell Street insieme ai chitarristi Floyd  e Moddy  Jones, ma finora le mie ricerche erano state vane. In uno dei tanti locali del South Side avevo fatto amicizia con un pianista chiamato Lazy Bill Lucas, che occasionalmente suonava la chitarra lungo le strade di Chicago dal lontano 1946 e spesso accompagnava il grande John Lee Williamson a.k.a. Sonny Boy n. 1, quando l’armonicista non trovava nessuno che suonasse con lui. Lazy Bill Lucas suonava ogni tanto anche con Johnny Young, Jo Jo Williams, Homesick James, Little Hudson, Little Walter ed anche con Snooky Pryor, e fu proprio lui che mi consigliò di insistere nel cercare l’armonicista nell’area adiacente al mercato di Maxwell Street dove probabilmente avrei incontrato il mio uomo.

Maxwell Street Delta Fish Market
Quando ero un ragazzo arrivai a Memphis, Tennessee, e ricordo che mi catapultai a Beale Street, la strada del blues per antonomasia. Alla fine del diciannovesimo secolo e precisamente attorno al 1880, Beale Street poteva essere divisa in tre sezioni distinte: la parte ovest ai margini del fiume, dominata da magazzini e fabbriche di cotone; la sezione mercantile da Main a Turley ed il tratto est, Manassas, punteggiato da residenze lussuose occupate dai cittadini più facoltosi. Sulle tre comunque non c’era nessun dubbio su quale fosse la vera Beale. Infatti l’effervescente mezzo miglio da Main a Turley era diventata la capitale non ufficiale dell’America nera, dove si suonava una musica eccitante chiamata Blues (2). Ma ora a Chicago, Illinois, l’espressione più vera e genuina dello stilema blues lo si poteva ascoltare al Maxwell Street Market: un area che si estendeva tra Peoria, Newberry, St.Halsted St., con il punto focale che si trovava a Maxwell Street. Attorno agli anni ‘20 Maxwell Street era il luogo di incontro ed il palcoscenico per molti bluesmen e cantanti gospel. Ben pochi si ricordano di un vecchio brano di Papa Charlie  Jackson intitolato Maxwell Street Blues, che il cantante incise per la Paramount nel lontano 1925. Musicisti come Blind Arvella Gray, Robert Nighthawk, Floyd Jones, Johnny Young, Walter Horton, Jimmy Rogers, Moody Jones, Maxwell Street Jimmy Davis, Blind Jim Brewer e Snooky Pryor, si esibivano costantemente in quest’area chiamata anche Jew Town per il fatto di essere frequentata assiduamente da immigrati russi ex polacchi di origine ebrea.

«Maxweell  Street, vicino al Delta Fish Market: vera e propria terra di nessuno; questo polveroso sterrato era l’unico ed il solo palcoscenico dove vecchi bluesmen come Blind Jim Brewer riuscivano a racimolare qualche dollaro che li aiutasse a tirare avanti, mentre intorno a loro si potevano osservare portoricani dallo sguardo triste e una moltitudine di neri persi ed affamati che si raccoglievano fuori dal reticolato a sentire l’odore stuzzicante della carne alla brace, magari sognando il giorno in cui avrebbero abbandonato questo squallore affascinante (per i turisti) in cerca di qualcosa di meglio. Anche molti bluesmen che si esibivano in questa area disastrata, come l’armonicista James Edward Pryor detto Snooky, e  sognavano ad occhi aperti di poter trovare qualcuno che li registrasse per fare un salto di qualità verso orizzonti più prestigiosi come i locali del West Side o del South Side dove regolarmente si esibivano le star del Blues come Big Bill Broonzy, Memphis Minnie, Muddy Waters o  Howlin’ Wolf con le rispettive blues band».

Se Little Walter e il chitarrista Jimmy Rogers riuscirono ad incidere nel 1947 i loro primi brani per la piccola etichetta Ora Nelle dei fratelli Bernie e Rod Abrahams, proprietari del leggendario Maxwell Radio & Records Store, anche il bluesman Snooky Pryor, con Floyd e Moody Jones, trovò l’occasione di diventare qualcuno nel panorama musicale di Chicago. Infatti nel 1947 il bluesman si esibiva regolarmente con Johnny Young e con i fratelli Jones a Maxwell Street dove, un giorno, vennero avvicinati da un tale chiamato Mr. Bernard che aveva un negozio nella zona. In giornata Snooky Pryor e Moody Jones incisero Stockyard Blues e Keep What You Got, con l’ausilio di Floyd in qualità di cantante (Chicago Blues / The Early 1950’s,  Blues Classics BC 8) (3).

«Sono arrivato a Chicago nel 1929. Era tutta la vita che andavo in giro per il mondo. Sono sempre stato in giro Tutti mi dicevano che Chicago era l’unico posto dove andare se cercavo il Blues» (Homesick James).

Epilogo di una breve storia tra fantasia e realtà: l’incontro con i Blues di James Edward Pryor detto Snooky.
Insieme al pianista Lazy Bill Lucas arrivai a Maxwell Street verso mezzogiorno. Passeggiammo per una decina di minuti, quando notai una piccola folla di curiosi che stava seguendo l’esibizione del mio uomo che, accompagnato dai fratelli Jones, eseguiva un suo cavallo di battaglia: l’inconfondibile Boogie Twist, che non era nient’altro che la ripresa di un vecchio brano degli anni Trenta precedentemente inciso da artisti come Marlene Johnson, Lee Brown e Bumble Bee Slim (Artisti Varî: Black Cat Trail, Mamlish 3800) ed in cui 1e sonorità amplificate mantenevano quel ruspante ed aggressivo sapore downhome che rendeva la armonica di Pryor unica ed inconfondibile. Finalmente avrei incontrato il mio uomo, grazie anche ai buoni auspici del vecchio Lazy Bill Lucas, e forse Snooky Pryor mi avrebbe raccontato la sua storia e tutto ciò che leggerete in seguito é il frutto di questo fugace, ma fondamentale, incontro con colui che per primo amplificò il piccolo Mississippi Saxophone.

Lambert, Mississippi
Edward James Pryor nacque a Lambert, Mississippi, il 15 settembre 1921, in un ambiente familiare in cui l’educazione del giovane era basata su ferrei ed intransigenti principi religiosi scanditi dalle prediche quotidiane del padre, pastore protestante di una delle tante chiese  evangeliche disseminate nel profondo Sud. In questi sermoni la musica del diavolo era considerata deplorevole e sintomo di una futura dannazione eterna, ma il giovane cominciò con ostinazione a suonare l’armonica ed a cimentarsi alla batteria nei primi anni ‘30, all’età di 14 anni.

«Infatti per un predicatore il Blues era antitetico ai modelli che ci si aspettava di vedere in senso strettamente religioso. Sgomentava profondamente vedere il blues singer rappresentare tutti i peggiori aspetti della vita dei neri, non solo nel suo modo di vivere ma proprio nelle parole delle sue canzoni» (4).

Ecco come il futuro bluesman Snooky Pryor racconta il suo incontro fatidico con la musica del diavolo: «Da ragazzo ascoltavo brani come Coal Black Mare di Charley Patton e Mama Dont’ Tear My Clothes di Tampa Red. Non incontrai mai Charley Patton, ma una volta vidi Robert Johnson a Vance, Mississippi. Per quanto riguarda l’armonica, la mia ispirazione principale proviene dai dischi di Rice Miller a.k.a. Sonny Boy n. 2.  Secondo me é stato uno dei più grandi armonicisti di tutti i tempi, ma devo dirti una cosa: da ragazzo ascoltavo anche le big band di Tommy Dorsey, Jimmy Dorsey e mi affascinava il sound della sezione fiati, al punto che in seguito provai a riprodurre quelle sonorità con la mia armonica».
L’interesse sempre maggiore che Snooky  Pryor provava per questa musica profana a lungo andare creò una frattura insanabile con i genitori, ed il ragazzo decise di trasferirsi nella casa del fratello maggiore dove finalmente era possibile ascoltare, in religioso silenzio, i dischi di Blind Lemon Jefferson, Ma Rainey, Bessie Smith, Blind Blake o dell’armonicista John Lee Williamson ovvero Sonny Boy Williamson n. 1. Snooky Pryor nel 1940 si trasferì a Chicago, dove trovò un day job come operaio presso una acciaieria. Quando iniziò il secondo conflitto mondiale venne arruolato, e fu proprio quando era di stanza nel Sud Pacifico che cominciò a ipotizzare la amplificazione dell’armonica. Infatti: «Mi affidarono una tromba che suonavo usando questo big p.a.s. (public address system), e così mi venne l’idea che questa nuova sonorità amplificata la si potesse ottenere anche con la mia armonica e così ricavare un suono simile al sassofono. Sotto le armi vinsi anche un premio di 25 dollari suonando Flyn’ Home di Woody Hermann. Quando venni congedato tornai a Chicago e andai al 5 di South State dove, in un negozio, comprai un amplificatore con due speaker e un piccolo microfono e tornai a Maxwell Street con tutta la mia apparecchiatura».

Il suo ritorno alla vita civile comincia con l’assidua frequentazione di tutta l’area di Maxwell Street, con puntate anche nei molteplici club e nelle taverne disseminate lungo la Black Belt. Per un giovane musicista, non ancora trentenne, il palcoscenico naturale dove esibirsi e farsi notare in  quegli anni di grande fermento a Chicago era indubbiamente il mercato di Maxwell Street, dove l’armonicista cominciò ad esibirsi con i più esperti e rodati Homesick James, Eddie Taylor e Johnny Young, anche se i suoi partners naturali furono il chitarrista Floyd Jones (Marianna, Arkansas, 21 luglio 1917 – Chicago 19 dicembre 1989) autore di brani come Dark Roads, una sorta di reinterpretazione del famoso Big Road Blues di Tommy Johnson, ma anche di Stockyard Blues e Hard Times (vedi Floyd Jones/Eddie Taylor, Master Of Modern  Blues n. 3,  Testament 2214) e il fratello Moody Jones.

«Suonavo a Maxwell Street in completa solitudine, e circa sei mesi dopo arrivò Floyd e mi chiese se poteva suonare la chitarra con me; ed in seguito si unì a noi anche suo fratello Moody. Riuscivamo a tirare sù un bel pò di dollari».

In un’intervista rilasciata al critico musicale Dick Shurman, l’armonicista ricordava con nostalgia i vecchi tempi passati a Maxwell Street con queste parole: «A quei tempi potevi trovare un sacco di roba a Maxwell Street ed i prezzi erano buoni, specialmente al venerdì ma anche di sabato e domenica, e per me ogni giorno passato da quelle parti era come la domenica. Facevamo quattrini a palate. Facevamo più soldi a Maxwell Street che nei piccoli club dove ogni tanto suonavamo quando tornavo a casa avevo le tasche piene di dollari».
L’elettrificazione massiccia dello stilema blues si afferma solo negli anni ’40, e naturalmente questa tendenza evolutiva verso l’amplificazione investì l’intero mondo musicale e risultò fondamentale per lo sviluppo del nuovo blues urbano. La storiografia, più o meno ufficiale, attribuisce a James Edward Pryor con il suo hit Telephone Blues, la paternità discografica di questo mutamento radicale (5).

Snooky Pryor incise nel lontano 1948 Boogie/Telephone Blues (Planet 101/2) per Mr. Bernard Abrahams, proprietario del negozio Radio & Records Shop situato nell’area di Maxwell Street e con Floyd e Moody Jones registrò anche brani come Stockyard Blues e Keep What You Got che vennero però accreditati a Floyd. Nel 1948 l’armonicista incise anche con il veterano  Johnny Young brani come l’arcinoto Let Me Ride Your Mule e My Baby Walked Out On Me, ma non possiamo dimenticare le session con il cantante/batterista Willie Nix (Memphis, 1923) per etichette come Chance e Sabre (album di riferimento: Chicago Slickers 1948/1953 vol. 1 & 2, Nighthawk 102/107). Snooky Pryor con il prodigioso vibrato che riusciva ad ottenere con la sua armonica amplificata si era creato una buona reputazione nell’ambiente musicale che ruotava non solo attorno all’area di Maxwell Street, ma anche in tutti i piccoli club della Black Belt e il brano dell’armonicista di Lambert intitolato Boogie, registrato nel 1948 rivela nota per nota l’opening motif del celebre Juke di Little Walter che venne registrato da Marion Jacobs nel 1952 (Living Blues n. 167). In realtà non sapremo mai come andarono le cose, ma in seguito Snooky Pryor sarà profondamente caustico quando, in un intervista, affermerà quanto segue:

«Little Walter prese il mio ‘Snookie & Moody’s Boogie’ e ci tirò fuori ‘Juke’. Dicono che lo compose Walter ma non é così. Quando facevo quel pezzo, Little Walter era ancora in Louisiana … Trying to chase his dog to the cemetery» (Album di riferimento Magpie PY 1813).

Chicago 1948/1963: quelli sì che erano tempi!
Il periodo artisticamente più creativo e fecondo per il bluesman di Lambert é sicuramente situato temporalmente dalla seconda metà degli anni ‘40 e si prolungherà fino alla fine degli anni ’50 – primi anni ’60. Dal 1947 al 1963 (anno del suo ritiro temporaneo dalla scena musicale) Snooky Pryor registrerà 14 titoli per diverse piccole compagnie discografiche quali: Planet, Marvel,  Job, Parrot, Vee Jay, ma non ebbe nessun riscontro commerciale significativo;  mentre dal punto di vista artistico questo lasso di tempo fu sicuramente il più interessante per questo sottovalutato artista. A titolo esemplificativo, rileviamo che nel disco intitolato World Of Trouble vol. 7/Job Series, accreditato a Memphis Minnie, troviamo eccellenti esempi di Chicago Blues Postwar come Cryin’ Shame (J.O.B. 1014) oppure Walkin’ Boogie e Stop The Train Conductor risalenti alla metà degli anni ’50 in cui, accompagnato da sconosciuti sidemen, dimostra la sua incredibile capacità nello sviluppare con il suo strumento amplificato, un martellante tappeto sonoro fatto di note ancora legate al downhome del Mississippi ma che con l’uso calibrato del vibrato e suonando spesso in terza posizione diventeranno l’emblema sonoro delle nuove tensioni drammatiche che il tessuto urbano di Chicago esprimeva anche nel contesto strettamente musicale; infatti, “attraverso il fumo, il volume degli amplificatori e i problemi di una città, si può ancora individuare una linea di continuazione della musica di Charley Patton, Son House e Robert Johnson. Fu il culmine drammatico di una tradizione portata all’estremo da numerose piccole band, i cui leader erano Snooky Pryor, J.B. Hutto, Walter Horton e J.B. Lenoir” (6).

Queste incisioni evidenziato la complementarità e la vicinanza stilistica di quotati armonicisti come Snooky Pryor a sconosciuti bluesmen come John Lee Henley, originario di Canton, Mississippi, il cui canto e sonorità possono a prima vista essere uguali allo stile del più famoso Pryor. Il brano Rythm Rockin Boogie di Henley, accompagnato tra l’altro da Robert Jr. Lockwood e Moody Jones (1958), sembra uscito di sana pianta dal repertorio del bluesman di Lambert. Se stilisticamente i due armonicisti pagano il loro tributo sia allo stile di Sonny Boy Williamson n. 1 e di  Rice Miller, indubbiamente le note amplificate delle loro armoniche sono l’espressione più vera e sincera della nuova musica che usciva prepotentemente dalla Black Belt di Chicago. In questo periodo, nei blues di James Edward Pryor, fu fondamentale l’apporto di Floyd Jones e di suo fratello Moody con i quali Pryor era solito esibirsi a Maxwell Street. È sufficiente ascoltare Stockyard Blues dove l’armonica di Pryor e il chitarrismo di Moody Jones sono un tutt’uno con il canto sofferto di Floyd Jones, mentre il suono si fà duro, cattivo e martellante, rispecchiando magistralmente le nevrosi e l’alienazione degli afroamericani urbanizzati (Chicago Slickers vol. 2 1948/55, Nighthawk 107). L’espressione del disagio dei neri, costretti a vivere nei maleodoranti e cadenti slums della Black Belt di Chicago, è testimoniata efficacemente da altri blues come Tough Times del chitarrista John Brim, senza dimenticare la celebre Five Long Years del pianista Eddie Boyd oppure la nervosa Dim Lights di J.B. Hutto (Chicago Blues, The Early 1950’s, Blues Classic n. 8). Questi blues erano,  sono e rimarranno, il simbolo e il manifesto sonoro più rilevante di un epoca storica e musicale irripetibile.

Tough Times a Chicago, Illinois
«In fondo esiste solo un unico Blues. È costituito dallo schema armonico di 12 battute. Devi interpretarlo. Basta semplicemente scrivere nuove parole e improvvisare qualcosa e hai un nuovo Blues» (T-Bone Walker).

Snooky Pryor, nel 1963, nonostante le sue indubbie qualità musicali e compositive ed un piccolo successo locale con il suo Telephone Blues, non riuscì a sfondare nella competitiva scena musicale della Chicago del dopoguerra e quasi 20 anni di dura gavetta, senza vedersi pagato un dollaro in royalties, lo portarono a prendere la sofferta decisione di abbandonare l’ambiente musicale per dedicarsi al mantenimento della sua numerosa famiglia con il suo lavoro di carpentiere. Nonostante il blues revival degli anni ‘60, per molti bluesmen questo decennio fu veramente arduo e difficile, ed anche i grandi nomi come Muddy Waters, B.B. King o Howlin’ Wolf non avevano una vita facile e le occasioni di ingaggio ben remunerate si facevano sempre più rare. Il bluesman Snooky Pryor sparì nel nulla fino al 1971, quando grazie ad una fortuita telefonata con l’ex partner Homesick James, Amy O’Neal riuscì a ritrovare le tracce dell’armonicista di Lambert, Mississippi. In seguito si concretizzò il ritorno musicale di questo sfortunato artista.

«Mi  incontrai con Homesick per pochi minuti. Mi parlò della possibilità di un tour in luglio, e cercava di riportarmi nel giro prima di allora anche se non l’avevo più visto per 6 anni. Tutti mi conoscevano, solo che non sapevano dove ero andato».

Il ritorno sulle scene avvenne in un locale di Chicago chiamato Brown Shoe, e tutto ciò accadde nel settembre del 1972. Nel febbraio dell’anno dopo, Snooky Pryor e il chitarrista Homesick James sbarcarono in Europa con il carrozzone dell’American Blues Legends che nel corso degli anni porterà in Europa artisti di valore quali Doctor Ross, Big John Wrencher, Cousin Joe, Piano Red, Eddie Playboy Taylor, Eddie Guitar Burns, Whispering Smith, Lightnin’ Slim, ecc. La riscoperta di questo bluesman era in atto, e dopo i lusinghieri successi di critica e pubblico nel vecchio continente, al suo ritorno a Chicago Pryor venne contattato dal produttore Al Smith e l’armonicista registrerà uno dei suoi dischi migliori su etichetta Today. L’album, intitolato Snooky Pryor And The Country Blues (Today TLP 1012), si avvale del contributo fondamentale di grandi musicisti come Homesick James, Mighty Joe Young, Dave Myers al basso e il grande Fred Below alla batteria. Questo lavoro é l’esempio discografico di come si suona un autentico Chicago Blues senza fronzoli ed orpelli, ed ha, in brani come Mr. Charlie Mule, Stop Teasing Me o Mighty Love Time, l’espressione definitiva di come si suonava il vero Blues a Chicago; tracce sonore ormai dimenticate e sepolte nel panorama odierno del Blues della Windy City.

Nel 1973, sempre sotto la supervisione di Al Smith, venne registrato a New Orleans il disco Do It If You Want To che uscì sul mercato per i tipi della Bluesway Records con il numero di catalogo 6076. Questo microsolco risulterà senz’altro inferiore al precedente, ma non possiamo non menzionare brani come You Want Too Long e il suo ottimo lavoro alla cromatica in Somebody Been Ramblin’ In My Drawers. Un’altra incisione che conferma l’abilità di questo armonicista, ben coadiuvato da Homesick James, è data da un disco registrato per l’etichetta europea Caroline, negli studi Chalk Farm Studio di Londra con la produzione di Jim Simpson (Homesick James-Snooky Pryor, Caroline 1502). La riuscita artistica del lavoro è dovuta anche alla presenza di alcuni inossidabili sidemen del giro del British Blues, come il pianista Bob Hall (Savoy Brown), Bob Brunning (Fleetwood Mac), ecc. Nel panorama discografico europeo troveremo un’altra produzione di indubbio valore che uscirà sul mercato con il titolo di Shake Your Boogie per i tipi della Big Bear Records (BRP 2033), dove si elevano sopra la media blues come la rivisitazione di vecchi brani come Bottle Up And Go e Bluebird Blues, quest’ultimo uno slow blues senza tempo alla Sonny Boy Williamson e il veloce Gonna Have A Good Time. Se Shake Your Boogie uscirà sul mercato europeo nel 1976, quello che preoccupa è il più completo disinteresse dimostrato dalla quasi totalità dei discografici americani per questo grande artista, che avrà comunque a disposizione altri anni per dimostrare il suo valore anche in patria.

Snooky Pryor: un uomo e bluesman di altri tempi
«Tu sai che Muddy Waters e Howlin’ Wolf e tutti quei ragazzi, di solito ci davano dentro con gli alcolici e con altre sostanze, prima e dopo gli show e mi chiedevano se volevo unirmi a loro, ma io ero contrario. Muddy e Wolf dicevano che ero troppo inquadrato. Ma io sono ancora qui».

Il vecchio Snooky Pryor aveva due grandi amori; la famiglia e il blues ed entrambi gli diedero grandi soddisfazioni. Sposato con Luella dal lontano 1941, ebbe da lei numerosi figli, e crebbe ad Ullin, una piccola cittadina dell’Illinois. Sicuramente i sani principi del padre predicatore lo aiutarono anche nel mondo musicale, come testimoniano le affermazioni poc’anzi riportate. Per quanto riguarda il blues, ricordiamo che la sua riscoperta da parte di discografici e pubblico avviene alla fine degli anni ’80 primi anni ’90, quando l’armonicista viene contattato da etichette come Blind Pig Records, la texana Antone’s e nell’ultima parte della sua lunga carriera la canadese  Electro-Fi con sede a Toronto.

«Il mio stile é molto più aggressivo rispetto ad altri armonicisti. Vado pazzo per le frasi che hanno quel certo ritmo».

Il suo potente vibrato è indubbiamente il suo marchio di fabbrica, e tutto ciò lo si può evidenziare dalle nuove incisioni per la Blind Pig Records, contenute nell’eccellente disco intitolato Snooky (Blind Pig 2387), in cui ripesca il vecchio hit Judgment Day, paga il suo tributo al maestro Sonny Boy Williamson n. 2 con un’incisiva Nine Below Zero e reinventa la sempiterna It Hurts Me Too del chitarrista Tampa Red, senza tralasciare Key To The Highway di Big Bill Broonzy. La rinascita artistica del grande armonicista si evidenzia da un piccolo gioiello acustico registrato nel 1991 insieme a Johnny Shines, dal titolo Back To The Country (Blind Pig 74391) che venne prodotto dal bluesman texano John Nicholas. James Edward Pryor formerà un duo acustico con questo valente musicista che lo porterà ad esibirsi anche in Europa, e precisamente in Svizzera a Bellinzona (Piazza Blues) e persino in Italia in occasione del Delta Blues di Rovigo (1992). Anche l’etichetta di Austin, Texas, Antone’s Records si interesserà a questo artista, registrandolo ripetutamente e il risultato artistico non deluderà le aspettative. Dischi come Too Cool To Move (Antone’s 0017) oppure In This Mess Up To My Chest  (Antone’s 0028) ma anche il superbo Mind Your Own Business (Antone’s 74708) sono la conferma della grandezza di questo uomo.

Indubbiamente il reverendo Pryor, padre integerrimo del nostro Snooky, era in errore quando cercava con ogni mezzo di osteggiare l’amore del figlio per il Blues anche perché: “il Blues è la forma laica dello spiritual e del gospel-song, o viceversa il gospel-song e lo spiritual sono la forma religiosa del blues”, per cui possiamo concordare con T- Bone Walker quando affermava che:

«Naturalmente molti elementi del blues vengono dalla chiesa. Ho sentito il primo boogie woogie della mia vita in una chiesa. Fu la chiesa dello Spirito Santo di Dallas, Texas, là il Boogie Woogie era una specie di Blues e il pastore aveva l’abitudine, qualche volta, di predicare con l’inflessione del Blues. Molte persone pensano che un giorno diventerò pastore, quando come cantante di blues non guadagnerò più abbastanza. Per il modo in cui canto il blues dicono che sembra una predica» (7).

Non sapremo mai se in gioventù al giovane Snooky sia mai venuta l’idea di diventare predicatore di qualche congregazione religiosa del profondo Sud, ma la sua dedizione alla musica del diavolo ci ha dato la possibilità di ascoltare anche gli ottimi lavori per la Electro Fi Records di Toronto, fra i quali d’obbligo menzionare almeno Can’t Stop Blowin’ (Electro-Fi 3359), Snooky Pryor & His Mississippi Wrecking Crew (3373) e il live Mojo Ramble (3381) che lo vedrà esibirsi al meglio in compagnia dei chitarrista Mel Brown. Il vecchio Snooky Pryor smetterà di soffiare poderosamente i suoi vecchi blues ad 85 anni a Cape Girardeau, Missouri, il 18 ottobre 2006, ma la sua eredità la si potrà rintracciare nel suono di armonicisti più giovani come James Cotton, Billy Branch, Junior Wells, Kim Wilson, Russ Green, Omar Coleman, Larry Cox e George Meares a.k.a. Harmonica Khan n. 1 (Chicago Harmonica Project: Diamonds In The Rough, Severn 0034).
Le sonorità aggressive, ritmate e potenti ma nello stesso tempo mai distorte della sua armonica hanno fatto scuola, e Snooky Pryor è sicuramente da considerarsi un caposcuola del blues urbano del dopoguerra e il suo hit Telephone Blues fà ormai parte della storiografia ufficiale del blues, al pari dell’ arcinota Juke del suo antico rivale Marion Jacobs a.k.a. Little Walter.

P.S.: Questo articolo è dedicato alla rivista Il Blues, alla memoria dell’amico Raffaele Bisson e naturalmente a Marino Grandi per aver condiviso, per tutti questi anni la stessa fottuta passione per il Blues.

NOTE:
(1) Il pianista/chitarrista Lazy Bill Lucas (Wynne – Arkansas) scrisse questo brano dedicandolo a J. Mae Dunson, una figura familiare nell’ambiente musicale post-bellico di Chicago come song writer di talento. ‘Snook’’ é un diminutivo del nostro James Edward Pryor. Questo blues venne inciso per la Chance con numero di catalogo 1148. Album di riferimento Lazy Bill Lucas, Philo Records 1007, 1974, USA.
(2) Vedi l’articolo di Thomas Riley, Beale Street, Feelin’ Good n. 16, Ottobre 1987.
(3) Su Maxwell Street è fondamentale possedere il cofanetto And This Is Maxwell Street, Rooster Records 2641. Le prime incisioni di Snooky Pryor sono contenute in Snooky Pryor, Magpie PY 1813. Per quanto riguarda Floyd Jones:  On The Road Again, P-Vine PLP 9028 ed anche Robert Nighthawk Black Angel Blues,  P-Vine/Chess PLP 6015.
(4) Cit. da La Musica del Diavolo, Giles Oakley, p. 255, Mazzotta Editore
(5) Cit., da Il Blues n. 79, pag. 12.
(6) Cit., da Paul Oliver, La grande storia del Blues, Edizioni Antrophos
(7) Cit., da Il Libro del Jazz. Da New Orleans al Free Jazz, di J.E. Berendt, pag. 158, Garzanti Editore.

Discografia selezionata

Opere soliste (LP)
-Snooky Pryor  (Flyright 100 / Magpie 1813)-GB-
-Pitch A Boogie (P-Vine 9019)-J-
-Snooky Pryor And The Country Blues (Today 1012)-USA- (*)
-Do It If You Want To (Bluesway 6076)-USA-
-Shake Your Boogie (Big Bear 14)-GB-
-Snooky  (Blind Pig 2387)-USA-

Opere soliste (CD)
-Too Cool To Move (Antone’s 0017)-USA-
-In This Mess Up To My Chest (Antone’s 0028)-USA-
-Mind Your Own Business (Antone’s 74708)-USA-
-Shake My Hand (Blind Pig 5050)-USA
-Can’t Stop Blowin’ (Electro-Fi 3359)-CDN-
-Snooky Pryor And His Mississippi Wrecking Crew (Electro-Fi 3373)-CDN-
-Mojo Ramble (Electro-Fi 3381)-CDN-

Snooky Pryor & Homesick James (LP)
-Homesick James & Snooky Pryor (Caroline 1502)-GB-
-Shake Your Moneymaker (Krazy Kat 790)-GB-
-Sad & Lonesome (Wolf 120.847)-A-

Collaborazioni  (CD)
-Snooky Pryor & Johnny Shines: Back To The Country (Blind Pig 74391)-USA-
-Snooky Pryor & Mel Brown: Double Shot (Electro-Fi 3367)-CDN-

Antologie (LP)
-Black Cat Trail (Mamlish 3800)-USA-
-On The Road Again (Muskadine 100)-USA-
-Chicago Blues In The Early ‘50 (Blues Classics 8)-USA-
-Combination Boogie (Charlie 1042)-GB-
-Electric Blues Chicago Style (Buddah 7511)-USA-
-World Of Trouble (Flyright 585)-GB-
-Bluesville Chicago Vol. 1 (Top Rank 109)-USA-
-American Blues Legends ’73 (Polydor 2460 1869)-GB-
-Chicago Blues Session Vol. 1 (Wolf 120.847)-A-
-National Downhome Blues Festival Vol. 3 (Southland 23)-USA-

Antologie  (CD)
-Don’t’ Worry About The Bear (Big Bear 25)-GB-2CD-
-Santa’s Got Mojo (Electro-Fi 3376)-CDN-
-Antone’s 10th Annniversary  (Antone’s 0004)-USA-
-Antone’s  Anniversary Anthology Vol. 2 (Antone’s 0016)-USA-
-Antone’s 20th Anniversary  (Antone’s 74703)-USA-2CD-
(*) Ristampato dalla Sequel inglese con il numero di catalogo 926.

Ottavio Verdobbio, fonte Il Blues n. 123, 2013

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