I Sons of the San Joaquin sono un gruppo vocale western con partiture a tre voci provenienti da Fresno, California. E’ opinione comune fra gli addetti ai lavori del music business che questi tre eccellenti vocalists abbiano le capacitá per eguagliare e forse addirittura superare i leggendari Sons of the Pioneers, sia per quanto riguarda l’aspetto artistico, che quello della popolaritá.
Vero è che il momento non poteva essere piú propizio, visto che la western music e le cowboy songs stanno vivendo un periodo di particolare auge grazie alla riscoperta del genere, soprattutto per merito del grande Michael Martin Murphey.
E’ stato proprio lui a passare un nastro dei Sons of the San Joaquin al grande Roy Rogers, ultraottantenne – ma ancora attivo – membro dei mitici Sons of the Pioneers che, dopo aver ascoltato la cassetta, li ha cosí definiti: “..l’unico gruppo vocale vivente che secondo me rispecchia lo stesso sound dei Sons of the Pioneers”.
Lo stesso Charlie Daniels, con il quale il trio ha condiviso il palco in occasione dello Swiss Alps Country Music Festival di Grindelwald nel 1993, li ha definiti “Il miglior trio vocale attualmente in America”.
E dire che i fratelli Jack e Joe Hannah e suo figlio Lon hanno iniziato a cantare da poco tempo in occasione dei raduni di famiglia. L’interesse per la musica western era stato trasmesso dal padre dei due, ammiratore delle performances radiofoniche dei Sons of the Pioneers, trapiantato in California negli anni ’30 a causa della depressione.
Stabilitisi dapprima nella San Joaquin Valley, dove fiorente è tutt’ora l’allevamento del bestiame, Joe e Jack hanno sviluppato notevoli abilitá di allevatori, parallelamente alla loro comune attivitá di insegnamento scolastico. “Fino ad oggi siamo riusciti a conciliare gli impegni didattici con quelli artistici (tours anche in Europa e Medio Oriente), ma se l’attivitá come trio continuerá di questo passo, dovremo prendere una seria decisione” diceva Lon Hannah, anche lui fresco insegnante di ruolo (cosa che si è puntualmente verificata con il prepensionamento scaglionato dei tre).
L’organico del gruppo consta dunque di Joe e Jack Hannah, entrambi baritoni, e di Lon Hannah (figlio di Joe), tenore. Tutti e tre cantano anche da solisti e non è raro che, nel contesto dello stesso brano, questo ruolo passi da uno all’altro.
Joe suona il contrabbasso (ha imparato da solo da zero, per esigenze di immagine), mentre Jack e Lon imbracciano le chitarre acustiche ritmiche (Lon anche la solista) con risultati eccellenti e molto vicini ai loro modelli ispiratori, i Sons of the Pioneers, riconosciuti capiscuola del genere western.
Fino al 1990 i Sons of the San Joaquin avevano inciso due CD autoprodotti, dal titolo rispettivamente Bound For The Rio Grande e Great American Cowboy.
Il primo album era un affettuoso omaggio ai Sons of the Pioneers e raggruppava i brani preferiti dai tre tratti dal vastissimo repertorio dei leggendari swinging cowboys, fra i quali emergevano le sempreverdi armonie di Tumbling Tumbleweeds, Blue Prairie, Happy Cowboy e Way Out There, tutte dalla penna di Bob Nolan, insieme a classici senza tempo come Red River Valley.
Il secondo presentava ancora brani cari ai fans dei Sons of the Pioneers quali Timber Trail, The Everlasting Hills Of Oklahoma e Cool Water, ma comprendeva anche due composizioni a firma Jack Hannah: Silver Spurs e soprattutto Great American Cowboy. QUESTA E’ LA CANZONE PIU’ BELLA IN ASSOLUTO CHE I SONS OF THE PIONEERS NON HANNO CANTATO. Un altissimo esempio di grande tecnica chitarristica (Lon Hannah) abbinata ad un certosino lavoro di cesello tanto alle armonie vocali, quanto al ruolo di solista (Jack hannah). Un vero e proprio classico western degno di comparire al fianco di melodie epiche quali Ghost Riders In The Sky o la stessa Cool Water.
Entrambi i CD sono rimasti circoscritti ad un limitato ambito di fans, essendo distribuiti soltanto ai concerti del gruppo. Oggi sono ancora disponibili richiedendoli ai Sons Of Teh San Joaquin – 1633 Virmargo, Visalia, CA 93277 – USA. Fate lo sforzo di scrivere, citando la fonte, perchè Vi assicuro che ne vale veramente la pena.
L’occasione del cosiddetto ‘break’ arriva nel 1988, quando Lon Hannah, dinamica mente del gruppo, decide di intervenire all’Western Music Festival di Las Vegas, Nevada con l’intenzione di far conoscere il trio ad un pubblico piú ampio.
Conosciuto Gary McMahan (figura carismatica dei circuiti western, cowboy egli stesso e cantante con tre albums all’attivo. Nel suo A Cowboyin’ Day del 1992, i nostri appaiono in tre brani) e ben tre membri dei leggendari Reismen (che suoneranno poi nei primi due CD autoprodotti), Lon si esibisce in un paio di pezzi e conquista il pubblico.
Questo apprezzamento conduce all’opportunitá per i Sons of San Joaquin di partecipare al Cowboy Poetry Gathering di Elko, Nevada, dove Lon incontra Michael Martin Murphey.
Questi invita il trio ad esibirsi con lui dal vivo e dal successo di questa collaborazione estemporanea nasce il ‘big break’ definitivo.
Nel 1990 Murphey chiama i ‘nostri’ Sons a cantare nel suo eccezionale CD Cowboy Songs il brano Tumbling Tumbleweedds alle harmony vocals e la performance vale loro il contratto con la Warner Western.
Il 1992 segna il debutto dei tre per la nuova etichetta con il magnifico A Cowboy Has To Sing. Le atmosfere western sono sapientemente ricreate dal fondersi delle voci, ben supportate da arrangiamenti discreti, ma efficaci, concepiti proprio per dare il giusto risalto alle parti vocali, reale punto di forza del trio, in special modo alla solista di Jack.
La parte strumentale è appannaggio della crema degli studios di Nashville, con firme del calibro di Joey Miskulin all’accordion, Mark Casstevens e Pat Flynn alle acustiche, Rob Hajacos al fiddle e Sonny Garrish alla pedal steel.
Il 1993 è un anno discograficamente fitto di impegni e partecipazioni per i nostri Sons. Forti dell’interesse suscitato con il lavoro su major, John McEuen li vuole parte del suo progetto televisivo The Wild West.
Nel CD che fa da colonna sonora i tre appaiono nel brano 50.000 Lumberjacks.
Nel giugno dello stesso anno lo stesso Randy Travis, million seller del new country, si avventura in territorio Western con il suo album Wind On The Wire, dal quale è tratto uno special TV omonimo, nel corso del quale i tre appaiono insieme a Burt Reynolds, Chuck Norris ed altre star dello stesso calibro. Una foto nel libretto del CD in questione li immortala insieme a Randy Travis.
Ad Agosto esce il nuovo CD a nome Sons of theSan Joaquin dal titolo Songs Of The Silver Screen sempre su warner Western. Se da un lato l’album non porta niente di nuovo a livello stilistico, dall’altro abbraccia e recupera materiale che non era piú stato inciso dai Sons of the Pioneers dall’epoca in cui era stato compreso nei cosiddetti B-Western movies (anni ’30-’40).
E’ comunque suggestivo riascoltare Song Of The Bandit, Empty Saddles o Headin’ For The Home Corral con la tecnica odierna che il CD offre e grazie alle armonie vocali dei tre è come se il tempo si fosse fermato.
In un estremo rush in finale di anno i nostri eroi riescono ad augurarci un buon Natale entrando di diritto con il buon Don Edwards – compagno di prateria e di… scuderia – nella compilation A Christmas Tradition Vol.III edita dalla WB. Il brano scelto per l’occasione è l’inedito Deck The Halls.
Giá a Gennaio 1994 Jack Hannah mi aveva anticipato che l’uscita del nuovo disco non sarebbe stata prossima a causa dei numerosi impegni del gruppo ed esempio ne è l’eccellente performance che i tre danno nell’album di esordio su Warner Western del 1995 del Bronze Buckaroo Herb Jeffries, attantatreenne cantante di jazz ed attore western.
I nostri amici gli regalano morbide armonie vocali nel brano Nine Hundred Miles.
Ancora piú recentemente i Sons of the San Joaquin appaiono nell’ultimo CD di Michael Murphey Sagebrush Serenade, ambizioso progetto live in cui la musica western viene presentata con l’accompagnamento della San Antonio Symphony Orchestra.
I Sons of the San Joaquin avevano giá avuto modo di sperimentare con successo questo ardito accostamento e la loro presenza in brani classici quali Tumbling Tumbleweeds, Cool Water e Timber Trail riscuote un caloroso consenso da parte del pubblico, che se li sente presentare da Murphey come “the best silver screen singing cowboys I know”.
Venerdi 13 Ottobre (quando si dice la superstizione!): Lon Hannah mi anticipa al telefono l’uscita del nuovo CD dei Sons of the San Joaquin che sta ora girando sul nostro lettore. Grazie al collecito interessamento dell’amico Jeff Skillen, General Manager della Warner Western conosciuto in quel di Grindelwald in occasione del succitato Swiss Alps Country Music Festival, ecco un nuovo ed avvincente capitolo della saga dei nostri tre eroi.
From Whence Came The Cowboy comprende dodici brani squisitamente western, con alcune vere e proprie gemme che vale la pena di sottolineare subito. In My Colorado Home, composta da Jack Hannah e dall’editore della nota rivista Western Darrell Arnold, gode di stupende atmosfere old-style con i tre componenti che si alternano al ruolo di voce solista, per fondere poi le voci nel ritornello: adrenalina a go-go!
Il title-track è una ballata cadenzata che traccia il percorso della figura che, nel corso dei secoli, si è trasformata nel cowboy che conosciamo ed amiamo. Jack Hannah ci delizia ancora una volta con la sua stupenda voce, perfetta per queste performances.
Baxter Black, il noto cowboy poet, dá una mano a Jack a comporre la spensierata Out Where The Cowboys Rope And Ride, mentre il grande Charlie Daniels regala ai Sons una intimista ballata acustica, Wyoming On My Mind, che giá Joe Hannah ci aveva consigliato di tenere d’…orecchio a Grindelwald e che evidentemente non era riuscita a trovare posto nel precedente album, il perchè resta un mistero, vista la qualitá del prodotto, forse un tantino sovrarrangiata, ma ce ne vorrebbero di scivoloni di questo genere…
Altri brani noti compresi nel CD sciorinano i titoli arcinoti quali Whoopi Ti Yi Yo e dell’eccellentissima e superlativa Great American Cowboy, qui compresa per la prima volta nella discografia su Warner Western, ma presente nel secondo ed omonimo CD autoprodotto: imperdibile e scusate se ci ripetiamo.
Jack Hannah compone, da solo od in coppia, tre quarti dei brani qui compresi e possono riposare tranquilli coloro che temevano di non trovare l’erede del talento compositivo di Bob Nolan e di Tim Spencer: tranquilli pards, c’è il vecchio Jack.
Credo che un titolo, fra quelli di questo album, perfettamente sintetizzi la filosofia artistica – ma anche di vita – di questi moderni (ma non tanto) cowboys: That’s Why I’ll Never Want To Be Anything But A Cowboy.
Sons Of The San Joaquin – Discografia ufficiale:
Great American Cowboy – MS1199 – 1990 ****
A Cowboy Has To Sing – W.Western 26935 – 1992 ***
Bound For The Rio Grande – Ristampato nel 1993 ***
Songs Of The Silver Screen – W.Western 45326 – 1993 ***
From Whence Came The Cowboy – W.Western 46110 – 1995 ****
Sons Of The San Joaquin – Collaborazioni:
Michael M. Murphey – Cowboy Songs – WB 26308 – 1990 – CD
Gary McMahan – A Cowboyin’ Day – Horseapple 003 – 1992 – CASS
Randy Travis – Wind On The Wire – WB 45319 – 1993 – CD
VV.AA. – A Christmas Tradition – WB 45363 – 1993 – CD
Herb Jeffries – Bronze Buckaroo – W.Western 45639 – 1995 – CD
Michael M. Murphey – Sagebrush Symphony – WW 45834 – 1995 – CD
Dino Della Casa, fonte Country Store n. 37, 1997