Come al solito un album effervescente, divertente, giocato tutto su una ritmica reiterata ormai ben conosciuta ed una chitarra sorprendentemente viva, fluida con un sound moderno che ha però le radici nei fifties — l’inizio di Gina parla chiaro. Dopo separazioni, riunioni più o meno riuscite e progetti solisti non sempre a grandi livelli, gli Stray Cats hanno deciso, credo per la seconda volta, di tornare assieme e si sono affidati ad un produttore come Dave Edmunds che già aveva collaborato con loro.
Parlare di un disco degli Stray Cats è sempre difficile perché la musica è rockabilly puro, inciso con una grande attenzione all’originale sia per quanto riguarda la struttura del brano, gli arrangiamenti ed anche il sound che come sempre però è solo apparentemente simile all’originale, ma soprattutto c’è un Brian Setzer che dimostra ancora una volta di essere un ottimo interprete del rockabilly, di questa forma musicale ormai abbandonata, ma che sicuramente sta alle origini del rock.
Brian Setzer e compagni hanno così dato vita ad un altro interessante capitolo del loro recupero del rockabilly e si sono anche divertiti a comporre un brano dedicato a Gene Vincent e Eddie Cochran, Gene And Eddie in cui le citazioni non mancano, anzi il brano sembra proprio essere un abile puzzle di riff, frasi e slogan raccolti dalla pur breve storia del rockabilly.
Per tornare alla chitarra… beh! C’è poco da dire, Setzer è uno dei chitarristi che preferisco, anche se con gli Stray Cats è sempre molto legato a fraseggi quasi obbligati che ricevono da lui una dinamica molto forte e accattivante; certo si avverte che lui non è un figlio degli anni cinquanta e che ha avuto tutto il tempo di scoprire Page, Hendrix, Clapton e tanti altri prima di rituffarsi nel passato.
Emi USA 64 7914011 (Rockabilly, 1989)
Giuseppe Barbieri, fonte Chitarre n. 39, 1989