Al quarto album in studio, sappiamo cosa aspettarci dalla band dei coniugi Trucks. Hanno saputo costruire in nemmeno dieci anni dall’inizio dell’avventura con Revelator (Il Blues n.116), un repertorio ampio, costellato di brani propri destinati a durare (pensiamo a Midnight In Harlem, Do I Look Worried o Let Me Get By) accanto ad una moltitudine di cover interpretate con un radicato senso di rispetto. Continuità e bilanciamento sono due elementi che caratterizzano Signs, il primo tratto è evidente, il secondo si declina, crediamo, in più sensi. A livello tematico, come ci ha detto Derek nell’intervista, si oscilla tra il personale e il sociale, a livello di suono il gruppo ha la capacità di dare vita ad un impasto di soul, rock’n’roll e blues, miscelati secondo una ricetta personale in cui ogni unità, (sezione ritmica, fiati, cori, tastiere e la chitarra di Derek) gestisce gli spazi con estrema attenzione, emblematica risulta I’m Gonna Be There. L’autarchia dello studio casalingo consente loro di lavorare coi loro tempi, tanto in fase di composizione, al massimo condivisa con pochi sodali come Doyle Bramhall II e Oliver Wood, che di produzione (stavolta in analogico), con il recupero dell’esperto Jim Scott.
E’ un disco che, senza volerlo, ha finito per essere la fotografia di una incarnazione irripetibile della band. Il bassista Tim Lefebvre infatti ha lasciato la band a fine 2018 e purtroppo il giorno dell’uscita del disco a febbraio è mancato Kofi Burbridge, tastierista / flautista al fianco di Derek da vent’anni e responsabile di molti arrangiamenti nel disco, tra cui quelli, mai invasivi, degli archi. La sua perdita si aggiunge a quelle che già aleggiavano nel periodo di lavorazione, Gregg Allman, Butch Trucks e Colonel Bruce Hampton. Gli apici sono i brani in cui la voce di Susan esalta il respiro e gli accenti quasi gospel, vedasi When Will I Begin, così come Shame, contagioso rock’n’ soul, espressione paradigmatica del talentuoso collettivo. The Ending, dolente elegia per il Col. Bruce Hampton, appesa alle sole chitarre acustiche, una slide magistrale e al canto di Susan, è il sigillo sulla concezione alta della musica che Trucks e suoi possiedono, cercando attraverso di essa di navigare le acque turbinose che la vita pone loro davanti.
Fantasy FAN 00406 (USA) (Rhythm & Blues, Blues, Roots Rock, Blues Rock, 2018)
Matteo Bossi, fonte Il Blues n. 146, 2019