Music City Texas – numero 68 dell’Aprile 1995. Fra le recensioni si parla dell’esordio discografico di un gruppo che in quel di Austin sta piacendo sempre di più: i Derailers. Votati No. 1 New Act e No. 2 Country Act dal Referendum 1994 indetto dalla rivista di cui sopra, i Derailers arrivano ad Austin dall’Oregon. Tony Villanueva (voce e ‘strummin’ guitar’), Brian Hofeldt (chitarra solista e voce) e Vic Gerard Ziolkowski (basso) sono protagonisti del rinnovato interesse per il Bakersfield sound che aveva dato fama e gloria a Wynn Stewart, Buck Owens e Merle Haggard, per ritrovare nuovo vigore con l’avvento di Dwight Yoakam, che ne ha rispolverato i fasti in tempi più recenti.
La terza ondata di newcomers vede questa nuova – grandissima – band riproporre gli schemi tipici, fortemente hardcore, del guitar sound che aveva trovato i suoi natali nella cittadina californiana a nord di Los Angeles negli anni del dopoguerra.
Live Tracks (Freedom Records FR1005 – 1995) è registrato dal vivo durante uno show radiofonico e comprende ben 14 brani che chiariscono senza mezzi termini da che parte stiano i tre ‘guastatori’ della situazione. Un sound grezzo, fortemente guitar-oriented, con intelligente uso di steel guitar (Scott Walls, già con Alvin Crow) e fiddle (Howard Kalish), mentre la batteria, che stranamente non compare come strumento stabile nel gruppo, è in mano a Lee ‘Juarez’ Potter.
Le covers scelte dai tre la dicono lunga sui loro orientamenti artistici: Wishful Thinkin’ di Wynn Stewart risale al periodo Challenge fine anni ’50 inizio anni ’60, Dim Lights è stata ripresa anche dai Flying Burrito Brothers (la paternità della stessa song è stranamente attribuita sia a M. Adler, che a Jody Maphis), I’ll Catch You When You Fall del grande Harlan Howard ben si adatta alla reinterpretazione che ne danno i nostri tre amici. Altrettanto dicasi per I Go Anywhere, resa celebra dal grande honky-tonker texano Charlie Walker, e per You Done Me Wrong a firma Ray Price.
Fra i brani originali spiccano l’iniziale Big City Blues, My Heart’s Ready, Lost And Found e Jackpot a firma di Tony Villanueva e I’m Your Man e Lies, Lies, Lies di Brian Hofeldt, che verrà ripresa in una eccellente compilation, pubblicata di lì a poco dalla stessa Freedom Records, intitolata True Sounds Of The New West (Freedom Records FR1007 – 1995), carrellata di una ventina di nuovi talenti emergenti della scena country di Austin.
Il 1996 porta grandi novità in casa Derailers: grazie al successo del loro live act, l’attenta e lungimirante indie Watermelon Records di Austin (ma guarda!) li mette sotto contratto e poco tarda ad uscire il loro album di esordio per la nuova label: Jackpot (Watermelon Records WMCD 1051 – 1996). Prodotto dal grande Dave Alvin (che suona anche la chitarra nel CD in questione), l’album è una graditissima conferma della caratura e dello spessore artistico della band. Non risulti fuorviante il taglio di capelli del buon Tony Villanueva: il sound è rimasto invariato, semmai arricchito dall’apporto di Casper Rawls all’acustica, di Erik Hokkanen al fiddle e di Mark Hallman alle percussioni. Cinque brani vengono ripescati dal primo album, ma, contrariamente ad esso, questo prodotto non contiene covers, segno che i ragazzi non hanno bisogno di andare in prestito di songs dalle penne altrui. Il title-track ci era già piaciuto nel primo disco: qui troviamo un brano grintoso e ripulito, che certo si farà sentire spesso sui nostri lettori. Altrettanto dicasi per le nuove songs quali Where Ya Been, Vision To Dream On, 100% Pure Fool e via dicendo.
Un ultimo accenno ai personaggi citati nei ringraziamenti: Gurf Morlix, Big Sandy & The Fly Rite Boys, Bruce Robison, Charlie Robison, Chris Wall, Chris Miller, Chris Gaffney & The Cold Hard Facts, Cornell Hurd Band, Dale Watson, Don Walser & The Pure Texas Band, Don McCallister, James ed Annetta White del Broken Spoke ed altri ancora. Una cerchia di amici di tutto rispetto per una band che si sta affacciando sullo stimolante panorama musicale di Austin. Accogliamoli anche noi a…lettori aperti.
Dino Della Casa, fonte Country Store n. 34, 1996