Il batterista Sam Carr, il chitarrista Big Jack Johnson ed il multistrumentista Frank Frost, sono i custodi della più rustica e ruspante tradizione blues del Delta. Se oggi questi musicisti non hanno bisogno di presentazioni per gli appassionati blues, il merito è da attribuire anche agli amici dell’Area Rebus di Rovigo che li hanno proposti in numerosi festival e club nella nostra penisola, ed all’Appaloosa che ha realizzato alcune ottime incisioni (prodotte da Fred James) con Frank Frost, rendendo questo musicista estremamente popolare nel mondo rides, e non solo quello italiano. Non era così nel 1978, anno di registrazione di Rockin’ The Juke Joint Down.
Il gruppo assieme dal 1962, aveva dovuto aspettare tutto questo tempo, prima di vedere il loro beat ipnotico, la loro ruvida tradizione registrata in studio.
Il CD aggiunge 4 tracce inedite rispetto al vinile. Frank Frost canta la quasi totalità dei brani, solo 3 sono lasciati a Big Jack, e lontano dai grossi problemi di alcool che hanno creato così vistosi inciampi alla sua attività live, ha modo qui di esprimersi al suo massimo livello.
Nell’album lo ascoltiamo non solo nell’armonica ma anche al caratteristico farfisa ed al pianoforte; il suo canto segna sicuramente i punti più alti del CD ma anche negli strumentali e nella tecnica all’armonica Frost si conferma come uno dei più autentici interpreti della tradizione del Delta.
Basta l’ascolto di Just A Dream (Just A Feeling) dove l’armonica e voce si fondono assieme, dove l’originalità del suo canto e del suono riescono a creare una tensione palpabile.
Se per i produttori Michael Robert Frank e Allan Dodds Frank, la registrazione di questa session è il coronamento di un sogno inseguito per una vita, per me questo Rockin’ The Juke Joint Down è uno dei momenti più alti espressi dal Delta blues in questi ultimi anni.
Earwig 4901 CD (Blues, 1993)
Umberto Tonello, fonte Out Of Time n. 3, 1994