Tom Russell

Non capita tutti i giorni che uno dei miei autori/cantanti preferiti si esibisca a due passi da casa, e così, nonostante un violento raffreddore, mi fiondo senza indugio in questo locale all’estremo sud della Liguria, che è l’unico in zona, insieme al Borderline di Pisa, a proporre una programmazione interessante.(sono in arrivo anche Rosie Flores e David Lindley, mentre è purtroppo saltato John Prine).
L’apertura è affidata a Teje, un chitarrista flamenco di origine olandese ma di stanza ad Austin, TX, che ha collaborato con Joe Ely in Letter to Laredo. A me è sembrato un pò un pasticcione, ma, non avendo sufficiente competenza in materia, mi sono concentrato nell’osservazione delle due ballerine, le cui grazie hanno risvegliato anche i più assonnati fra il pubblico maschile.
Il set termina ed ecco arrivare Tom Russell con in braccio una Collings nera e Andrew Hardin, suo fido sidekick da diversi anni. E’ incredibile come due chitarre e due voci possano dare l’idea di completezza, senza dare la minima sensazione che manchi qualcosa. Il baritono di Russell è ancora meglio che su disco e la sua chitarra accompagna senza sbavature con un gran gusto per luci ed ombre.

Hardin, uno stringbean texano, è un chitarrista completo, a suo agio su qualunque terreno, mai invasivo. I suoi controcanti sono al posto giusto al momento giusto.
Il repertorio comprende composizioni vecchie e nuove di Tom, (molte dal celebrato To Man From God Knows Where, suo best seller), qualche tradizionale (Casey Jones) ed un texas swing cantato da Hardin (Nails In My Coffin) in cui al chitarrista viene concesso ampio spazio per snocciolare il suo solo.
Ecco arrivare anche Blue Wing, piccola grande canzone carceraria incisa anche da Dave Alvin. Ancora un paio di pezzi e Tom chiama sul palco Teje e le sue ballerine per il gran finale.
Story songs sono quelle canzoni strutturate appunto come un racconto, con un inizio, uno svolgimento ed una fine. Pochi eccellono in questa nobile arte: uno di questi è proprio Tom Russell, un altro Guy Clark.
La story song per eccellenza è Gallo Del Cielo, un autentico capolavoro. Ascoltarla è come vedere un film di Sam Peckimpah o leggere un romanzo di Cormac Mc Carthy. Per me è una delle 10 canzoni da salvare per la proverbiale isola deserta. I due ritornano per il bis, un inedito che parla di Bill Haley.
Gran bella serata a parte il solito irritante chiacchiericcio proveniente dal bar. Non voglio ripetermi ma ci vorrebbe uno spesso muro a dividere le due zone.
Per approfondimenti vi rimando al lungo ed esauriente articolo di Dino Della Casa su CS #4,anno VIII, ottobre ’97.

Fabio Ragghianti, fonte Country Store n. 54, 2000

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